33. Si parte

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Narratore: Murdoc

Giunse l'alba, ed io accumulai sulle mie spalle il peso di un'altra notte trascorsa senza chiudere occhio. Non sapevo cosa avrei dato per delle ore di sonno sereno. Quindi promisi a me stesso che, quando questa storia sarebbe finalmente finita, come minimo avrei fatto una settimana di riposo.
Presi le ultime cose e bussai alle camere di 2D, Noodle e Russ.
-Su, alzatevi! È ora di andare!-
Non dovetti insistere molto, perché tutti e tre uscirono subito dalle loro camere. Capii quindi che neanche loro avevano riposato a sufficienza. Anzi, molto probabilmente non avevano chiuso occhio, come me. Erano vestiti, e preparati di tutto punto per il viaggio che avremo dovuto affrontare.
Volli portare anche Cyborg con noi, notando il lieve disappunto di Noodle sul suo volto. Salimmo sulla Stylo senza proferire parola. Io al posto di guida, D accanto a me nel posto passeggero, e infine sui sedili posteriori Noodle, Russ e Cyborg. Devo ammettere che mi divertii molto a osservare quei tre di tanto in tanto dallo specchietto retrovisore; con Cyborg spenta, e Russ e Noods che la guardavano come se fosse l'ultima cosa che avrebbero voluto ritrovarsi accanto.
Però c'era qualcosa nella mia testa che mi suggeriva di portare Cyborg con me; sentivo che quel robot mi sarebbe stato utile, prima o poi.
Avviai il motore e ci mettemmo in marcia .Il Boogieman ovviamente non poteva mancare. Lui era seduto sul tettuccio dell'auto, attaccato come una cozza sullo scoglio. Certo che quel demone si divertiva proprio a farmela pagare: di sicuro per colpa sua non saremo passati inosservati per le strade di Londra. E per fortuna che all'alba c'è poca gente in giro.
Fu così che giungemmo nei pressi del mare, vicino a una scogliera a strapiombo. A quel punto accellerai l'auto, e quando quest'ultima toccò l'acqua spinsi la leva, trasformando così il nostro mezzo in sottomarino.
Solo allora il silenzio s'interruppe, con Russ che estasiato mi chiese:
-Muds, hai realizzato tu tutto questo?-
Mi voltai verso di lui, e notai l'espressione meravigliata sul suo viso. Poi mi ricordai che non era mai potuto salire sul mio gioiellino a causa della sua statura. Ancora oggi mi chiedo come diavolo abbia fatto a sopportare cose come dormire per tutto quel tempo sopra un cazzo di tetto, senza lamentarsi nemmeno una volta.
-Sì Russ, è opera mia. In questi anni non sono mica rimasto a girarmi i pollici senza far niente. Qualcosa l'ho conclusa anch'io, come vedi. Ho studiato meccanica e robotica, mi sono applicato e...sì insomma. Questo gioiellino e Cyborg sono opera mia.-
-Sai anche tu cosa penso su quel robot. Nonostante ciò devo ammettere che ti ammiro, fratello. Hai tirato fuori un lato di te che non sapevo.- rispose lui, mostrandomi un sorriso di ammirazione che mi fece piacere, devo ammetterlo.
Guardai ancora dietro di me e vidi D e Noods intenti a bisbigliarsi cose, e quel demone rannicchiato in un angolo, mentre osservava lo spettacolo che l'oblò del mio sottomarino ci offriva.
Sospirai, e il mio sguardo tornò a soffermarsi sui comandi del mio mezzo. Desideravo concentrarmi solo su di essi, prima che altri brutti pensieri tornassero a prendere il sopravvento nella mia mente.

The life after Plastic BeachDove le storie prendono vita. Scoprilo ora