" Oblio. "

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-"Nessuno si suicida perché vuole morire."
-"E allora perché lo fa?"
-"Perché vuole fermare il dolore."


Cosa succede quando il dolore interiore risucchia anche le ultime energie della vita di tutti i giorni? Cosa succede quando rimani paralizzato a sentire solo il suono sordo di un silenzio che fa paura,paura come i tuoi pensieri,come te stesso?

Ve lo dico,si smette di esistere e si attende pazientemente la fine.

- Amy? - voci ovattate e lontane mi chiamavano ma non riuscivo a capire chi fossero.

Aprì gli occhi e mi ridestai dall'ormai abituale torpore a cui mi costringeva la mia condizione.

Mi guardai attorno,ero nella mia camera ma sentivo di non essere sola.

I miei incubi,le mie nuove verità,avevano preso corpo e mi osservavano con i loro occhi indagatori e maligni.

Non emisi alcun suono,ero abituata ormai,speravo solo che questa fosse la fine.

-Povera piccola,così sola e indifesa,non hai paura? - uno di loro mi disse.

Scossi la testa in segno di negazione.

- Anche se l'avessi non cambierebbe nulla.- continuò uno.

Iniziò la solita tortura.

Maledetta vita.

Maledetti ricordi sbagliati.

Maledetta me che non la faccio finita.

Pensavo a tutto questo,ripensavo a qualche ricordo felice,ma la consapevolezza che fosse tutto inutile permise ai miei incubi di completare egregiamente il loro lavoro.

Mi ritrovai a terra,insanguinata come sempre, senza alcuna lacrima da versare e con la delusione di essere ancora viva.

Viva se questa si possa definire ancora vita.

- E' successo di nuovo,vero? - mi chiese mio padre,entrando.

- Così sembra. - risposi fredda.

- Fatti medicare.- si avvicinò.

Mi spostai e lo guardai dritto negli occhi.

- Pensi davvero che sia questo a dilaniarmi l'anima?credi che qualche graffio sul corpo sia minimamente paragonabile allo schifo che ho dentro? Faresti meglio a tacere se davvero la pensi così. Ora esci da qui. - conclusi e mi voltai.

- Veramente speravo solo di curarti. - mi disse.

- Perchè? tranquillo,la tua coscienza è pulita ormai,no? Vattene. - dissi senza voltarmi.

Lo sentì sospirare e non appena si chiuse la porta alle spalle mi voltai.

Sentivo la rabbia avvolgermi,sentivo adrenalina pura,ma non sarei impazzita.

Non oggi.

Non così.

Mi decisi a scrivere.

" Caro diario,

va sempre peggio,non sopporto più chi ho intorno,diventa sempre più intollerabile coesistere con queste consapevolezze orrende che ho. Vorrei che smettesse tutto,vorrei rinascere,vorrei morire. Vorrei tutto e niente insieme. Che confusione,vero? Continuo a pensare che non sono più l'eroe di me stessa,mi sono trasformata nel fantasma dei miei " successi ". Miei? no,decisioni di altri. Vorrei che tutti la smettessero di guardarmi con commiserazione,vorrei andare via,ma non ho più alcun posto che sento mio. Ho solo tanta rabbia,rabbia che rischia di esplodere.

Sono sola,sola e arrabbiata. "

Amy.


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