" Riabilitazione. "

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" Le nostre ferite sono spesso le aperture nella parte migliore e più bella di noi.  "
                                                                             (David Richo)


Il tempo qui dentro sembra scorrere molto velocemente,non ricordo più nemmeno da quanto tempo sono chiusa qui dentro,non c'è nulla per poter stabilire che ore siano. Vorrei solo uscire,chissà quanto me la farà pagare Renèe, Marcus è stato l'amore più profondo che lei abbia avuto.

Mentre pensavo e ripensavo a come uscire,la porta si aprì.

-A cosa pensi? - Marcus mi chiese sedendosi accanto a me,lasciandomi un vassoio con alcune cose da mangiare.

-Cucinate qui?- dissi guardando il vassoio.

-Ho preso un pò di cose in giro,mangia. - disse solo.

-Non ho fame,cos'è ci tieni a tenermi florida per i tuoi scopi? - dissi acida.

-No,ma vedo che tu pensi sempre male. - disse.

-Mi sbaglio,forse? - lo guardai.

-Diciamo solo che a volte,nella vita,si è costretti a scendere a compromessi e si compiono atti che ti rendono meschino agli occhi della persona che,magari,tu volevi proteggere..- disse guardando di fronte a sè.

L'osservai.

-Lo facevi sempre..- dissi.

-Cosa?- mi guardò.

-Guardare un punto fisso per riflettere.- risposi.

Sorrise,un sorriso sincero.

No,non potevo lasciarmi ingannare.

-Mi sei mancata,sai? Ora posso dirtelo,loro non sentono. - disse.

-Non mentirmi,non farlo ancora. - mormorai.

-Il punto è questo,non ti sto mentendo. - disse.

-Non mi fiderò più di te. - lo guardai acida,ricordando le ferite che mi aveva procurato.

-Me ne rendo conto..- disse alzandosi.

Rimasta sola,i morsi della fame si fecero sentire.

Presi una mela e l'addentai.

La porta si aprì.

-Ciao mamma.- sentì.

Samir.

Ricordi di una vita passata,di amore donato e poi visto spezzarsi.

Uno dei figli più sinceri,amorevoli,che avessi avuto nell'incubo che Renèe e Ana avevano costruito per me.

-Se sei venuto per torturarmi,fà pure. - dissi solo.

Calò il silenzio,mi faceva male la sua presenza qui,più di tutto.

-Non sono qui per questo,volevo guardarti e chiederti come sono andate veramente le cose. - disse sedendosi.

-Che intendi? - chiesi.

-E' vero che non ci hai mai voluti? E' vero che quando siamo spariti non hai tentato di renderci veri perchè non t'importava? - mi disse guardandomi serio.

-Come puoi anche solo pensare che io non vi abbia mai voluti,Samir?! Ho amato te e ognuno dei tuoi fratelli al massimo,è stata Ana a volere tutto questo,io ho dovuto osservare impotente ognuno dei miei figli sparire,essere robot o illusioni,dettate da un sentimento di vendetta. Come credi mi sia sentita anche io?! Tu,proprio tu,dovresti vergognarti a pensare questo. Tu dicevi di conoscermi,pensavo davvero ci fossi riuscito. Ho lottato,con tutte le mie forze,ho cercato di cambiare le cose ma ogni volta era tutto inutile. Se vuoi colpevolizzarmi di qualcosa adesso,fallo solo per una cosa e sai quale? - dissi arrabbiata.

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