" La chiamano inerzia, io la chiamo sopravvivenza. "

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Le ore passavano lente e inesorabilmente i pensieri tornavano sempre e solo a lui.

" Chissà come sta, chissà se avrà la forza necessaria a reagire. Si, lui è un combattente, ci riuscirà di sicuro. " mi consolavo così ogni volta che le mani tremavano e desideravo ardentemente di stringerlo a me e dirgli che sarebbe andato tutto bene, che non me ne sarei mai andata.

-Mimì? - mi sentì chiamare mentre cercavo di leggere un libro in biblioteca.

- Dimmi, Aziel.. - risposi senza voglia.

- Invece di star qui e fare il topo di biblioteca che ne diresti di venire a fare un giro con me e Lea?- mi disse lui con un sorriso.

- Non mi va,divertitevi voi. - risposi rimettendomi a leggere.

- E invece verrai,non ti fa bene stare chiusa qui dentro e hai bisogno di distrarti. - disse convinto.

- Anche se volessi venire non potrei,ricordi? non ho le ali. - risposi sperando si convincesse e mi lasciasse perdere.

- Nessun problema,milady. Ti porto io. - esordì.

-Tu? - chiesi stupita.

- Si,io. Non sei così pesante Mimì. - mi sorrise e mi porse la mano.

Ero indecisa ma forse un pò d'aria fresca avrebbe fatto prendere una pausa al mio cervello martellante.

-Ok,se insisti, verrò. - sorrisi.

- Benissimo,indossa qualcosa di comodo. - disse e se ne andò.

Tornata in camera mia indossai un paio di pantaloni comodi e una maglietta bianca,legai i capelli in una treccia morbida e con un filo di trucco uscì in giardino dove Aziel mi accolse con uno dei suoi sorrisi migliori.

- Lea? - dissi.

- Non viene, sta sbrigando alcune faccende per tua madre. - rispose.

- Quindi saremo solo noi due? - dissi poco convinta.

- Sembra proprio di si, Mimì. Tranquilla, non ho cattive intenzioni. - mi disse.

- Non avevo dubbi, Aziel. - risposi.

- Andiamo? aggrappati a me. - mi disse.

Feci come mi aveva chiesto e appena manifestò le sue ali mi soffermai ad osservarle,erano magnifiche e candide. Ci alzammo in volo e l'aria fresca mi scompigliava i capelli,inspirai profondamente e mi sentì serena e libera come non mi capitava da tanto ormai.

- Ti piace? - interruppe il silenzio.

- Tanto. - risposi estasiata.

Arrivammo nei pressi di una radura dove si estendeva un vasto campo di fiori colorati.

- E' bellissimo qui. - sorrisi.

- Si,speravo ti piacesse. -

Passammo il resto della mattinata a ridere e scherzare, ci raccontammo qualcosa in più di noi, scoprimmo di avere parecchie cose in comune e io mi sentì davvero serena in sua compagnia.

Mentre tornavamo in Paradiso, però, lui si fermò e tenendomi stretta mi disse:

                                                               - Sarò sempre qui per te, sempre

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                                                               - Sarò sempre qui per te, sempre. - 

Quella frase mi rimase impressa per tutto il resto della giornata, quando mi riaccompagnò nella mia stanza mi resi conto che mi trovavo seriamente in difficoltà. Lasciarmi andare e dimenticare o ritornare indietro e restare?

Il mio corpo era immobile, non muovevo un muscolo, ma dentro di me la tempesta.

Il mio corpo era immobile, non muovevo un muscolo, ma dentro di me la tempesta

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