Capitolo 28

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Provai la stessa sensazione dolorosa che avevo sentito la notte di Halloween. La sua presenza era per me un tormento intollerabile.
Derek mi stringeva al suo petto con fare protettivo.
- Roxanne, non è possibile...
- So che è qui!-, sbraitai istericamente.
- Io ti credo, ma sono certo che il branco avrebbe già percipito il suo odore-, spiegò con calma. Le sue parole aumentarono la mia ansia, perché mi fecero ricordare un dettaglio importantissimo.
- Derek, tu non capisci, lui ha il mio odore!
Vidi la confusione nello sguardo del mio ragazzo.
- In che senso?
- Devi avvisare tutti che lui è qui, abbiamo già perso troppo tempo!
Stavo per correre al piano inferiore, quando mi fermò.
- Non andare.
- Solo io posso riconoscerlo.
Mi chiusi la porta alle spalle, dall'altra parte sentii lo spiacevole rumore di ossa che si infrangevano e infine un ululato si levò sulla notte, seguito da quelli del branco.
Da quel momento sembrava che il tempo e lo spazio giocassero contro di me. Ogni pensiero o azione che formulavo sembravano in ritardo su ciò che stava avvenendo nel mondo.
La musica mi stordì e non mi permise di agire con prontezza; i miei amici sembravano svaniti dalla circolazione. La stanza cominciò a vorticare su sé stessa e il cuore iniziò a battere all'impazzata. Stavo avendo un'altro attacco di panico.
Mi lasciai scivolare contro la parete della casa e mi concentrai su un pensiero felice.
Mi apparve l'immagine del primo appuntamento con Derek: la magnificenza del paesaggio crepuscolare dall'altezza della ruota panoramica e le sue labbra che sfioravano le mie, mi infusero un po' di calma in quel frastuono che era la mia testa.
Mi alzai a fatica, ma la mia debolezza fisica e mentale non poteva intralciarmi in quel momento. Mi sentivo in dovere di proteggere la mia città, nonostante fossi un umana e dovessi combattere contro degli esseri sovrannaturali.
Mi guardai attorno più volte, ma non vedevo altro che ragazzi felici che si innamoravano e divertivano. Una ragazza attraente dallo sguardo intrigante stava parlando con un ragazzo in un angolo.
Lei gli sussurrò qualcosa all'orecchio che lo fece arrossire. La seduttrice lo baciò sulle labbra e poi lo prese per mano dirigendosi verso la porta d'ingresso, ma, mentre fuggivano dalla festa, lei mi urtò volontariamente la spalla. Per un istante il bellissimo viso della giovane donna, era mutato in quello vecchio e grinzoso della succube. Era stato così impercettibile quel cambiamento che non potevo realmente dire di averlo visto, ma i miei sensi, fino a quel momento, non mi avevo mai ingannato.
La rincorsi tra la gente, ma a causa della folla la persi di vista.
- No, no, no!-, mi disperai.
Mi misi le mani tra i capelli e piansi. Spintonai le persone in malo modo e cominciai a cercarla all'esterno.
Sul retro trovai Declan mentre guardava stregato il bosco.
- Declan, devi andartene, sta succedendo di nuovo!-, urlai, ma le raffiche di vento portarono lontano la mia voce.
- Declan!
Lui si voltò e mi guardò con sguardo di terrore; indicò dietro di me e quando mi girai, una fortissima botta alla testa mi mise k.o. L'ultima cosa che vidi prima di cadere a terra era un terribile occhio rosso, poi svenni.

Mi risvegliai nel giardino sul retro. La testa mi pulsava dolorosamente contro la scatola cranica e tremavo per il freddo. Cercai Declan con lo sguardo, ma sapevo già che non lo avrei trovato. Mi alzai barcollante e tentai di fare mente locale: pensai in quale posto li avrebbe potuti portare, ma nelle mie visioni non c'erano dettagli nitidi e riconoscibili, perciò mi arresi e mi accasciai nuovamente sul terreno umido di casa mia.
In quel momento desiderai di non essere mai andata alla finestra a contemplare la luna e di non aver voluto mai conoscere la verità che si celava dietro i colletti inamidati di Oldwood.
Poi pensai a Derek, mai mi sarei pentita di essermi avvicinata a lui. Era l'unica nota positiva in quella melodia amara.
Mi tirai su e nel farlo le collane mi sbatterono sul petto. Guardai pensierosa il dente appeso al mio collo. Una volta mi aveva fatto vedere il fututo, poteva farmi vedere anche il presente?
Mi concentrai sull'alfa più che potei, dopodiché afferrai l'osso e, come risucchiata in un vortice, mi trasportò in un altro luogo.

- Forza sbrigatevi con quelle stupide gambe umane-, sibilò la regina delle tenebre.
- Manca ancora poco-, osservò l'uomo mirando la notte.
La donna spintonò la sua preda, che inciampò in un troncò decorato dal muschio.
La sua risata di scherno riecheggiò per tutto il bosco e i suoi piccoli abitanti si nascosero nelle tane tramanti di paura.
Tutto sparì in un turbine nero e fui ricatapultata nel mio giardino.
Mi sentii il viso bagnato da una sostanza fredda. Mi toccai distrattamente il viso e vidi sulla mia mano del sangue. Dovevo aver usato molta energia per quel viaggio e il mio corpo si era sforzato così tanto che mi si erano rotti i capillari nasali.
La visione mi aveva dato un importante indizio su dove stessero portando i loro ostaggi, infatti avevo visto il tronco ricoperto di muschio dietro cui mi ero nascosta, quando avevo seguito Miller nel bosco.

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