Il sindaco si alzò in piedi spostando dietro di sé la sedia che stridette lamentosa e si mise a girare intorno alla tavola studiando i visi di ogni componente del branco, come se cercasse qualcosa in loro che gridasse "spia".
«Vi domanderete perché vi ho convocati tutti qui senza darvi spiegazioni...». Fece una lunga pausa e per un istante incontrò il mio sguardo.
«Perché si trova qui anche quella feccia?». Si alzò di punto in bianco un anziano dallo sguardo burbero e indicò il nostro tavolo stipato in fondo. I suoi compagni fecero segni di assenso e un borbottio aleggiò per la stanza.
«Lei è un razzista!», disse June ad alta voce.
Gli occhi di tutti si illuminarono dalla rabbia e vidi che anche quelli di June diventarono neri e gli artigli spuntarono dolorosamente al posto delle unghie.
«Siete soltanto degli errori!», urlò un'altra licantropa.
«Siete contro natura», sostenne una donna. Stavolta a mio padre spuntarono i canini per il furore.
Il ruggito di Oldwood riecheggiò per tutta la casa, non mi sarei sorpresa se il vicinato si fosse rinchiuso in casa per la paura. I peli del mio braccio rizzarono involontariamente e un brivido timoroso mi scosse il corpo.
Tutti si ricomposero tranne June che ancora era furente. Non capivo cosa stesse succedendo.
«Oldwood perché è qui il traditore?», domandò, cercando di controllarsi, lo sceriffo Black.
«Nessuno di loro ha il diritto di essere qui!», sentenziò la madre di Victoria, alzando il suo naso aquilino verso il soffitto.
Il capo branco dovette nuovamente riportare l'ordine. Tutti i licantropi cominciarono a tremare e chinarono il capo in segno di resa, mentre a June sembrava non farle alcun effetto.
«Noi abbiamo più diritto di voi, dato che siamo stati trasformati da quella lurida bestia che ha messo una taglia sulla testa di Roxanne...». Miller prese per il braccio June che la guardò severamente; lei si rimise a sedere e tornò taciturna.
«Perché su di lei non ha avuto effetto il potere da alfa?», chiesi curiosa a bassa voce.
«I poteri, come li chiami tu, da "alfa" funzionano solamente sul proprio branco. June può sottostare solo a quelli di Roman», spiegò Miller.
«Ma a te ha dato ascolto...».
«Diciamo che ne abbiamo passate tante insieme e quindi ritrova un'autorità alternativa in assenza del suo creatore.»Ora che si era arrivati ad una sorta di pace, Oldwood riprese a parlare.
«Vi ho convocati qui perché ieri Daniel e Roxanne sono venuti a conoscenza di nuove e allarmanti notizie». Tutto il branco si accigliò in attesa che continuasse.
«Daniel, a te la parola.»
«Grazie a voi e all'alfa per avermi concesso oggi l'opportunità di parlare...», si levò un mormorio generale.
«Roxanne ci ha confessato che ha instaurato un legame psichico dopo aver fatto il rito di sangue con la succuba e tale vicinanza le ha permesso di fare una terribile scoperta: verrà sacrificata domani notte durante la luna di sangue.»
«Dobbiamo fare qualcosa!», disse la madre di Tyler.
«Ci deve essere un modo per salvarla», aggiunse il padre di Seth, un componente della squadra di football.
«È per tale motivo che siete stati chiamati oggi: io e Miller abbiamo ideato un piano d'attacco per...». Oldwood venne interrotto dalla madre di Victoria.
«Attacco? Vuoi che diamo la vita per una stupida faida familiare?»
«Vuoi che i nostri figli diano la vita per lei?», chiese un'altra donna. Più voci si levarono contrarie. Capivo quelle donne, perché i loro figli dovevano morire per me? Nemmeno io desideravo che lo facessero, ma sembrava che la mia opinione non contasse.
«State contestando la mia leadership? Io sono il vostro alfa! Voi mi avete scelto per prendermi cura del branco ed è quello che sto facendo!»
«A me sembra che tu voglia salvare la fidanzatina del tuo figliastro», disse uno degli anziani.
«Come osi parlarmi in questo modo! Non vi ricordate che avete promesso di salvare la vita alla protetta del branco? È forse insubordinazione?»
«Io non...». Oldwood ruggì contro di lui.
Il vecchio cominciò a calargli del liquido rosso dalle orecchie. Le sue vecchie ginocchia artritiche si piegarono scricchiolando come delle nuove scarpe eleganti su un pavimento liscio e poi si piegò a terra in segno di resa.
«Qualcun altro vuole mettere in dubbio la mia autorità?», tutti ci guardammo intorno timorosi, ma nessuno aprì bocca per contestare il sindaco. Guardai prima verso Derek che sembrava talmente pensieroso che quasi non si era accorto di ciò che era appena successo, poi osservai Alec; era concentrato al massimo su ogni piccolo elemento che riguardava il padre, probabilmente lo stava studiando per imparare come reagire alle insolenze del branco per farne tesoro quando sarebbe toccato a lui essere alfa.
«Ottimo». Sembrò che la forza mentale con cui teneva imprigionato a terra il vecchio sparì, lasciandolo rantolante a terra.
«Aiutalo», disse infine a Derek, il quale balzò dalla sedia e tirò su il vecchio con la semplicità di uno che sta raccogliendo una matita da terra.
«Ora, se non ci saranno altre interruzioni, possiamo continuare. Secondo noi Roman creerà nuovi licantropi domani, sfruttando il più possibile l'influsso della luna, perciò dobbiamo prepararci a contrattaccare, ancora non sappiamo quanti membri abbia il suo branco. Domani dovremo essere pronti e reattivi, perché ancora ignoriamo la sua posizione e dove eseguirà il rito, dunque ho bisogno che delle sentinelle controllino il perimetro del bosco, in modo tale da tenere al sicuro i civili. Sceriffo, ho bisogno che tieni aperte le orecchie per ogni sparizione o attacco di animali avvenuta nell'ultimo mese, forse riusciremo a farci una stima del suo branco. Preparatevi, domani combatteremo all'ultimo sangue. Ora potete tornare nelle vostre case, dovete riposare. Vi farò recapitare ulteriore informazioni domani.»
Nessuno parlò, ma potevo sentire la paura delle madri e la voglia dei giovani lupi di lottare, ma sapevo che tutti si sarebbero sottomessi a Oldwood.
Mi alzai dal tavolino insieme agli altri e mi diressi verso la porta, ma Miller mi fermò.
«Noi rimaniamo». Andai lo stesso verso l'ingresso: dovevo vedere se qualcuno portasse gli stivali che avevo visto nella mia visione. Osservai le scarpe di tutti, ma non le riconobbi in nessuno di loro: o mi erano sfuggite nella folla, o per venire qua non le aveva messe. Ritornai in sala e trovai tutti in piedi ad aspettarmi.
«Dov'eri?», chiese June.
«Stavo indagando». Cercai di generalizzare. Non sapevo quanto avessero detto ai miei familiari, forse non erano a conoscenza della talpa, perché le loro menti erano connesse a quelle del loro alfa.
«Puoi parlare tranquillamente», disse come se Miller mi avesse letto nella mente.
«Grazie a doc ora siamo emancipati dal nostro alfa», precisò June col suo sguardo ammiccante.
«Come?», chiesi sorpresa.
«Con questi». Mio padre e June mi mostrarono degli anelli con una meravigliosa pietra dai riflessi viola dorati che rifletteva un morbido bagliore.
«Gioielli?», domandai dubbiosa.
«Non sono semplici anelli, contengono la pietra di luna!», esclamò June.
«Dovrei sapere cos'è?»
«La pietra di luna è un minerale comune, ma con il giusto incantesimo durante la luna piena diventa pura espressione di energia Yin», spiegò Aurora.
«Ottima intuizione». Si complimentò Oldwood con Daniel.
«Più è chiara e più forte è il suo bagliore, più saranno potenti i suoi effetti calmanti durante la trasformazione.»
«E come dovrebbe spezzare il controllo che ha su di voi l'alfa?»
«Semplice, ci permetterà di rimare lucidi, così avremo il nostro libero arbitrio.»
«Buono a sapersi», dissi poco convinta.
«Ora dobbiamo solo capire dove si troverà domani notte», aggiunse Alec.
Guardai Derek, sembrava interessato più al bicchiere d'acqua che teneva in mano che alla conversazione.
«Ross, non puoi entrare nella mente del serial killer e spiare cosa ha intenzione di fare?»
«Non controllo le mie visioni... non sono molto d'aiuto». Mi sentivo inutile e fragile.
«Non sei d'aiuto? Senza di te non avremmo saputo della spia.» parlò per la prima volta Derek. Mi rincuorò sentirlo difendermi, ma allo stesso momento provavo dell'astio verso di lui. Non mi aveva più parlato dalla festa del Ringraziamento, lasciandomi sola con le mie insicurezze.
«Tu ed Alec vi occuperete di scoprire dove attaccherà», comandò Oldwood ai suoi figli.
«Ora dobbiamo capire come tenerti al sicuro...», continuò la compagna.
«Io avrei in mente qualcosa», annunciò Alec con il suo solito sorrisetto compiaciuto. Tutti lo guardammo in attesa di delucidazioni, ma sembrava volesse creare della suspense per tenerci sulle spine; tipico di lui.
«Uno di noi starà con Roxanne e la porterà fuori città, ma diremo ad alcune persone del branco che Roxanne si troverà a casa di June, ad altre a casa nostra, a casa sua e a casa di Miller e metteremo delle persone fidate in ognuno di questi luoghi così che quando la spia saprà la falsa collocazione di Roxanne lo dirà al suo capo e lui invierà la sua squadra a recuperarla e non solo beccheremo il bastardo, ma avremo modo di assottigliare la cerchia dei sospettati». Tornò il silenzio, sembravano che tutti stessero riflettendo su ciò che era stato appena detto.
«È un po' grezzo come piano», disse June.
«E poi significherebbe che molti elementi mancherebbero alla battaglia», aggiunse Aurora.
«E sapremmo solo in modo circostanziale chi sia la spia», notò mio padre.
«Se avete un piano migliore allora proponetelo!». Si sedette sulla sedia a braccia conserte ferito nell'orgoglio.
«Avete tutti ragione; questo piano ha delle falle, ma è l'unico fattibile per domani, perciò dobbiamo dividerci i compiti». Mise tutti d'accordo.
«Noi dobbiamo per forza presentarci, altrimenti noteranno la nostra assenza», disse Oldwood comprendendo anche il suo nucleo familiare.
«Giusto, non dobbiamo destare alcun sospetto. Allora tu, June, aspetterai a casa tua...».
«Aspetta!», interruppe Miller mordendosi il labbro nervosamente.
«Non possiamo a casa mia, io ho una famiglia da proteggere...».
«Hai ragione, bambina», convenne Aurora.
«A volte noi adulti ci dimentichiamo che siete ancora dei cuccioli». La madre di Derek lanciò uno sguardo glaciale a Miller e ad Alec per non aver considerato la sua famiglia.
«Allora tu attenderai qui», propose Miller timoroso della moglie del suo capobranco. Lei fece un cenno di consenso e lui poté rilassarsi.
«Io aspetterò a casa mia, mentre tu, James, ti apposterai a casa tua». Mio padre fece un cenno di assenso.
«E chi porterà fuori città Roxanne?», chiese d'un tratto Derek. Tutti cominciammo a pensare.
«Mia moglie porterà nostra figlia fuori città», esordì mio padre.
«Così non ci sarà nessuno a casa e le saprò al sicuro». Nessuno ebbe niente da ribadire; la decisione era stata presa.
Derek ci accompagnò alla porta; prima che la richiudesse dietro di sé mi lanciò uno sguardo intenso che non seppi decifrare.
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The Wolf's Hour
WerewolfPrimo capitolo della trilogia Hybrid. Compiti in classe, contrasti con i genitori, cotte adolescenziali, erano questi i problemi che Roxanne Ford, una semplice ragazza di sedici anni, doveva affrontare quotidianamente. Insomma, una vita tranquilla i...