Attesi il loro risveglio per ore, finché Derek riaprì gli occhi per primo.
- Roxanne...
- Come ti senti?
- Indolenzito.
Si stiracchiò le braccia e le spalle.
- Alec e Daniel?
- Non si sono ancora svegliati, ma credo che succederà da un momento all'altro.
Andammo in bagno.
Bagnai un panno pulito nel lavandino e cominciai a lavargli il volto.
Il sangue coagulato veniva via quasi subito, bastava strofinare con mano decisa. Ora il suo viso era ritornato bello e perfetto come sempre.
Gli tolsi anche la poltiglia sulle ferite ormai rimarginate.
- Che cos'era quella pianta?
- Tigre del prato, una pianta che viene usata per le infiammazioni e le ferite che non si rimarginano.
- Come facevi a sapere che avrebbe funzionato?
- Corso base del licantropo.
- Avete gli scout? Invece di chiamarvi lupetti, vi chiamate licantropetti?
- Questa era davvero pessima! Sorvolando, quando diventiamo novizi, ci viene insegnato come sopravvivere. Ad esempio, quali erbe possiamo utilizzare, quali prede cacciare... insomma cose così- E come facevi a sapere che Miller ne avesse un po' nel suo inquietante laboratorio?
- Non lo sapevo.
Mi prese il braccio e vide che era ricoperto di crema verde. Mi aiutò a lavarla via e vide che sotto c'era un grosso taglio.
- La ucciderò.
- La ferita guarirà.
- Ha promesso di tornare a prenderti.
- Non ti devi preoccupare per me.
Cercai spontaneamente il ciondolo sul mio petto, ma non sentii nulla.
- Il mio ciondolo!
- Il canino?
- Sì!
- Probabilmente sarà caduto per terra.
- Dobbiamo cercarlo.
- Adesso non è prudente, dobbiamo aspettare che Alec e Daniel si sveglino e poi ti prometto che lo cercheremo.
- Promesso?-, gli mostrai il mignolo.
- Promesso- agganciò il suo dito al mio in segno di giuramento.
- Ahi-, commentai, mentre mi toccai nuovamente il petto.
- Ti fa male?
Annuii con la faccia contratta dal dolore.
- Togliti la maglietta.
- Non mi sembra il momento adatto-, scherzai.
- Scema.
Mi tolsi la maglietta, ma incrociai le braccia al petto immediatamente.
- Sei timida?
Diventai bordeaux.
Prese un nuovo pezzo di stoffa pulito e lo bagnò.
Feci un respiro e abbassai le braccia.
Lui mi prese in braccio e mi appoggiò sul marmo del lavandino bianco. Avvicinò la stoffa bagnata al mio petto e tamponò delicatamente. Delle goccioline d'acqua fredda scesero lungo il mio addome.
Poi disinfettò le ferite e me le bendò.
Forse era la tensione o la consapevolezza di essere viva, ma in quel momento lo desideravo ardentemente.
Abbracciai il suo torso nudo. Era caldo come al solito. Lui mi baciò sulle labbra e io mi strinsi ancor di più al suo corpo. Non mi importava se mi facevano male le ferite, volevo soltanto il suo conforto.
Mi baciò il collo, il tocco sensuale delle sue labbra mi fece rabbrividire.
All'improvviso dalla porta entrò Alec.
- Disturbo?
Mi lanciai verso la mia maglietta e la indossai alla velocità della luce.
- No, entra pure-, balbettai col la faccia rosso pomodoro.
- Grazie per esserti presa cura di noi. Mio padre e lo sceriffo stanno arrivando.
- Forse me ne dovrei andare...
- Mio padre vuole parlare anche con te.
Feci un cenno col capo e uscii dalla porta, lanciando un ultimo sguardo di complicità a Derek.
Ritornai da Miller.
Gli presi la mano e in qualche modo mi sentivo più tranquilla, ma il sonno del dottore non lo era.
Sembrava fosse in preda ad un'allucinazione.
Continuava a bisbigliare qualcosa, ma non riuscivo a capire cosa dicesse.
Sembrava farfugliasse un nome.
- Sel-Selene-, ripeté più volte.
Finalmente aprì gli occhi, teneva serrati i pugni attorno alle lenzuola.
Inizialmente sembrava confuso, poi mi vide e gli apparve un sorriso che camuffò con una smorfia.
- Cosa è successo?-, domandai.
All'improvviso la porta venne spalancata e colpì il muro.
- È quello che vorremmo sapere anche noi!-, disse lo sceriffo.
Il signor Black e il sindaco si trovavano sull'uscio della porta mentre Alec e Derek erano subito dietro di loro.
- Racconti dal principio-, chiese Oldwood.
- Forse dovrebbe ripos...
Venni interrotta da Black.
- Questi non sono affari che ti riguardano, umana.
Pronunciò l'ultima parola con profondo odio.
- Se permette, invece, sono coinvolta in primo piano. Stanotte mentre voi saltellavate felici tra i prati, noi stavamo cercando di salvare delle vite! Mio padre e la mia migliore amica sono scomparsi e sono stata quasi uccisa da una pazza con le zanne. E infine ho riportato in vita lui e ho salvato i suoi figli con quella robaccia verde che vede-, indicai il corpo di Miller - Perciò io c'entro eccome!-, commentai.
Il viso dello sceriffo prese una strana piega. La bocca era obliqua e mostrava i denti, mentre i suoi occhi erano gialli e furiosi. Sapevo che cercava di trattenersi nel saltarmi addosso.
Il sindaco invece era monoespressivo, sembrava che nel suo cervello stessero vorticando mille conversazioni, ma in una lingua a lui sconosciuta.
- Roxanne, aiutami-, chiese il dottore.
Lo aiutai a mettersi seduto. Sembrava uno straccio, si vedeva che non era ancora abbastanza in forze, ma davanti al suo capobranco non poteva mostrarsi debole.
- Avevamo ideato un piano per poter affrontare la luna piena, ma qualcosa è andato storto. Appena si sono trasformati hanno ricevuto il richiamo.
- Cos'è il richiamo?-, chiesi confusa.
- Quando l'alfa ulula, vuol dire che sta chiamando i suoi fratelli a sé-, rispose Oldwood.
- Quindi sono stati chiamati a raccolta?
- Esattamente-, confermò Daniel.
- Ho cercato di tenerli al sicuro, ma erano davvero potenti e mi hanno sopraffatto-, continuò.
- Stavano cercando qualcosa?-, chiesi.
- Perché?-, domandò Oldwood.
- Non avete notato tutti i libri rovesciati a terra, gli scaffali svuotati...
Daniel, non appena sentì le mie parole, si alzò e barcollò verso la porta. Gli corsi accanto e lo presi a braccetto per sostenerlo e scendemmo le scale assieme.
Cominciò a frugare nel disordine della sua casa, ma sembrava non avesse trovato niente.
Poi prese un tomo enorme dallo scaffale, l'unico rimasto in piedi e lo aprì: le pagine centrali del libro erano state ritagliate in modo da contenere un grande oggetto.
- Cosa conteneva?-, chiese Alec.
- Un pugnale-, ammise Daniel.
- Per cosa?
- Un sacrificio.
Miller e lo sceriffo indugiarono il loro sguardo su di me.
Forse erano i miei cari a dover essere sacrificati?
Il solo pensiero mi fece rabbrividire.
Il dottore si sedette cautamente sulla poltrona.
- Dopo avermi sconfitto mi hanno lasciato lì a terra e sono scappati, dopodiché non ricordo più nulla-, confessò, riprendendo il racconto da dove io l'avevo interrotto.
- E voi cosa avete da dire?-, domandò il sindaco ad Alec e a Derek.
- Stavamo pattugliando il perimetro, quando abbiamo percepito la paura di Roxanne. Siamo corsi verso di lei, ma era circondata.
- Due mannari non circondano una sola persona-, rispose prontamente lo sceriffo, tenendo le braccia conserte.
- Infatti non erano due, ma cinque. Due erano June e suo padre, mentre gli altri tre non li avevo mai visti. Non erano di qui-, Alec confermò la storia di Derek.
Guardai Daniel; era rimasto in silenzio per tutto il racconto sembrava stesse cercando un filo conduttore che collegasse ogni cosa.
- Perciò l'Alfa in tutto questo tempo si è dato da fare per crearsi un branco di mannari-, concluse Oldwood.
- È abominevole, donare il marchio a creature imperfette-, aggiunse lo sceriffo con tono di disgusto.
Alzai gli occhi al cielo e non controbattei. Perché tutto quell'odio contro gli umani? Infondo anche loro alla luce del giorno erano umani. Evitai di litigare con lui, perché non valeva la pena sprecare fiato con una persona talmente ottusa. Per un istante compatii Victoria, non doveva essere stato facile crescere con un padre così chiuso mentalmente, per lei odiare era la normalità.
- E cosa è successo ai tre uomini lupo?
- Erano: un uomo, una donna e...
- Un ragazzo-, concluse Derek.
Notai il suo sguardo, sembrava provasse rimorso.
- La donna è riuscita a scappare-, affermai.
Oldwood toccò col suo dito indice la spalla del figlio, da cui raccolse un residuo della poltiglia verde che avevo spalmato su tutti.
La avvicinò al suo naso e la annusò.
- Tigre del prato.
Derek confermò con il capo.
- A cosa vi è servita?
- Quando sono arrivata il dottore era... morto.
La reazione del dottore mi stupì molto: non era né grato né sconvolto, era solo triste.
C'era qualcosa in quell'uomo che non quadrava.
- Gli ho fatto il massaggio cardiaco e il cuore ha cominciato a battere, ma le ferite non guarivano.
- Così ho capito che serviva qualcosa per cauterizzarle-, aggiunse Derek.
- Mentre lui cercava la pianta, io sono rimasta a curare il dottore, ma all'improvviso è entrato Alec e anche le sue ferite non si chiudevano.
- Tu dov'eri?-, chiese il sindaco.
- Ho seguito la donna lupo ma lei era troppo veloce e io troppo debole.
- Poi anche io e Derek siamo stati male ma l'unica ancora in grado di stare in piedi ero io così ho fatto quella miscela e l'ho spalmata su tutti quanti.
Oldwood controllò tutto il suo branco con occhio vigile.
- Sembra aver funzionato, ma perché non riuscivate a rigenerarvi?
- A questo posso rispondere io-, commentò Miller. Ci girammo tutti verso di lui in attesa che parlasse.
- Avanti, spieghi-, lo incitò lo sceriffo.
- Veleno.
- Non è possibile, lei non è stato attaccato dai tre mannari forestieri e loro non hanno lottato contro i due novizi-, commentò bruscamente il signor Black.
- Acuta osservazione, ma, non appena mi sono svegliato dal mio momentaneo coma, ho notato nello specchio i miei occhi. Le pupille erano piccole come puntaspilli e anche quelli di Roxanne. Poi ho notato che Derek e Alec avevano lo stesso sintomo. Io credo che tutti i mannari in questione siano stati costretti dal loro alfa a far uso di strozzalupo in piccole dosi per un tempo prolungato, così da diventarne immuni se ingerito, ma non appena mordono la loro vittima, il veleno entra in circolo e li priva dei loro poteri.
- Ma io sono riuscita ad accecare la donna lupo con l'infuso di strozzalupo...
- Perché in quel caso ho utilizzato un tipo diverso di aconito. Ho usato un mutogeno della pianta e l'ho potenziata.
- Perciò lei ha dato un'arma a questa lurida umana?!
Derek e Alec tirarono fuori le zanne, ma con un gesto del sindaco le ritrassero subito. La loro rabbia, però, era rimasta, infatti i loro occhi erano incandescenti.
- Dovresti cacciarlo dal branco, ha dato un arma contro di noi ad un sapiens!- sussurrò lo sceriffo all'orecchio del sindaco.
- Eppure se non fosse stato per lei stanotte, nessuno di loro sarebbe sopravvissuto.
Quelle parole mi stupirono molto, pensavo che il signor Oldwood gli desse ragione. Credevo che ci avrebbe espulso dalla sua città o peggio e invece mi ringraziò per aver salvato la vita ai suoi figli.
- Roxanne, sei ufficialmente una protetta del branco. Ogni volta che avrai bisogno del nostro aiuto, suona questo strumento e noi arriveremo-, mi consegnò un fischietto per cani in osso.
Mi stava venendo da ridere, ma capii che dandomi quel pegno mi stava donando la sua fiducia, perciò mi trattenni nel farlo.
- Invece di punirli, facciamo loro i complimenti e li ringraziamo?
Uscì dalla porta e prima di sbatterla disse:
- Prima o poi lei ci tradirà-, commentò palesemente contrariato.
- Roxanne per ringraziarti domani sera faremo una festa in tuo onore e celebreremo la nuova protetta.
Se ne andò anche lui nel suo completo armani.
Accompagnammo il dottore nel suo letto, poi tornammo nel suo salotto.
- Andiamo a cercare la mia famiglia.Alec si trasformò nuovamente in licantropo ed ogni volta che mostrava la sua vera natura, mi venivano i brividi per tanta bellezza. Corse nella neve con eleganza e cominciò ad annusare le tracce lasciate dalle scarpe nella neve. Con il muso ci indicò la via. Lo sentivo trotterellare dietro di noi, mentre io e Derek ci tenevamo per mano e stavamo davanti a lui.
- Qui è dove mi hanno circondata.
I cadaveri dei lupi mannari erano scomparsi, rimanevano soltanti il loro sangue nel candido della neve.
Più avanti notai delle chiazze cremisi che portavano ad un albero. Era il mio sangue.
Arrivati all'albero notai del liquido nerastro. Lo stavo per toccare ma Derek mi fermò.
- Postresti contaminare la pista.
Alec cominciò ad annusare quel liquido che sembrava quasi petrolio.
- Che cos'è?-, chiesi.
- Niente di buono, solo una creatura della notte ha il sangue nero.
- Quale?
- Succuba
- Ma non era un licantropo?
- Alcune volte si scambia una succuba per un mannaro perché anche lei ha gli occhi neri, zanne e artigli. Ecco il motivo per cui tu non sei stata male come noi, quando sei stata graffiata.
- Ma lo strozzalupo l'ha accecata!
- Ricorda che lo strozzalupo rimane comunque una pianta velenosa.
- Perciò ora non solo dobbiamo combattere contro un licantropo malvagio e il suo branco di uomini lupo, ma anche contro una succuba? Non ce la faccio più!
Scoppiai in lacrime dal nervoso, come poteva una ragazzina di sedici anni affrontare tutto quello?
Avrei voluto non aver mai guardato fuori dalla mia stupida finestra.
Derek mi strinse tra le sue braccia, il conforto che emanava era straordinario.
- So che è difficile sopportare questa realtà, ma tu sei una ragazza forte e coraggiosa e non devi farti abbattere dalle avversità.
- Stai diventando il mio life coach?
- Ma smettila-, mi diede una spinta coi fianchi.
Mi asciugai le lacrime con le maniche del cappotto e riprendemmo la ricerca.
Camminammo a lungo, finché vidi qualcosa appeso ad un ramo di un albero ormai spoglio.
Era la mia collana col canino ad essere stata appesa al ramo.
Me la misi al collo.
Esattamente sotto la collana cominciava una scia di liquido rosso. Cominciai a seguirla dentro il bosco.
- Derek, ho trovato qualc...
Mi girai ma ero completamente sola.
Gli animali avevano smesso di cantare e il mondo tacque. Poi un olezzo di morte arrivò alle mie narici. Era un deja'vu, avevo già sentito quell'odore e non significava niente di buono. Seguii la puzza e mi ritrovai davanti ad uno spettacolo degno di un film horror.
Sulla neve erano stati sparsi, in modo che creassero uno strano simbolo, le membra in decomposizione dei due licantropi morti e i corpi di June e mio padre. Mi stavo per tuffare in loro soccorso, quando Derek mi afferrò prontamente il braccio.
- Fermati.
- Devo salvarli-, affermai spaventata.
- Stanno solo dormendo.
- Come fai a saperlo?
- Percepisco il loro respiro profondo.
- Cos'è quel simbolo?
Guardai di nuovo il macabro disegno costruito con le varie parti del corpo dei due malcapitati.
Erano tre spirali che si avvolgevano su sé stesse e al termine di ogni ricciolo si trovava un occhio.
Derek prese il suo cellulare dalla tasca e scattò una foto.
- Miller ci illuminerà su questo enigma.
Mi lasciò il braccio e corsi dalla mia famiglia.
Tentai di svegliargli ma era come se fossero svenuti.
Finalmente arrivò anche Alec che cominciò ad annusare ovunque in cerca di tracce, ma capii dal labbro superiore alzato che non era soddisfatto di ciò che aveva odorato.
Derek sollevò mio padre e lo fece salire sulla groppa di Alec e lui sparì trotterellando nel bosco.
- Cosa gli è successo?
- La prima trasformazione è la più dura, ti risucchia le energie e la natura ci manda in quello stato letargico per recuperare le forze-, spiegò.
- Ora mi trasformerò anche io, poi tira su June e appoggiamela sulla schiena.
- Afferrato!
In pochi secondi tornò ad essere la maestosa creatura della notte.
Feci passo per passo tutto quello che mi aveva detto, poi lo seguii per la foresta.
Continuavo a rimanere indietro, i suoi passi da lupo magico erano enormi rispetto ai miei.
Eravamo quasi al limitare del bosco, quando sentii come un brivido che mi partì dalla base della nuca e si diffuse per tutto il corpo. Mi voltai; esattamente dove la luce del sole pomeridiano non arrivava, le tenebre si infittirono e nell'oscurità avanzò spavalda un'ombra col viso di donna. Era la stessa donna che mi voleva morta. I capelli corvini gli coprivano quasi tutto il suo corpo, la pelle avorio brillava nel buio. I suoi occhi e gli artigli neri assomigliavano molto a quello dei licantropi ma solo in quel momento vidi che in torno all'orbita si propagavano delle venature nere. Era tanto bella quanto letale. Poi come era apparsa, svanì nel nulla, ma mi lasciò nel suo spietato sorriso la consapevolezza di non essere al sicuro.
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The Wolf's Hour
Hombres LoboPrimo capitolo della trilogia Hybrid. Compiti in classe, contrasti con i genitori, cotte adolescenziali, erano questi i problemi che Roxanne Ford, una semplice ragazza di sedici anni, doveva affrontare quotidianamente. Insomma, una vita tranquilla i...