16th

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Caro Tu,
la diversità che la Cina presenta rispetto al resto del mondo è qualcosa che mi ha sempre attratta. La grandezza dello stato, la brillante storia dell'Impero cinese, la sua cultura particolare e l'incredibilità dei paesaggi che offre.
È qualcosa di diverso, che non si associa per niente al resto del mondo, e alle sue condizioni ultimamente.
Come quando io mi ritrovai a parlare faccia a faccia con François Arnaud, sei anni più grande di me, di carattere molto diverso.

Eppure, in poche settimane è riuscito a farmi distrarre dalla domanda che mi tormentava la mente ogni giorno, e in poco è riuscito a insinuarsi nella mia vita, tanto da farne parte in grande quantità per poco meno di due anni.

La conformazione colorata delle montagne sotto i miei piedi constatata con le mie scarpe nere, creando un gioco di colori perfetto, come poche cose in natura.
Natura e umano fusi assieme, in armonia tra loro.

Così, forse, riesco a descrivere per la prima volta il tipo di relazione che in poco tempo si sviluppò tra noi.

Quando, il giorno dopo in cui avevamo reso quello che sentivamo nell'aria ufficiale, dissi a Gloria, papà, zio Jar e Leo che François era il mio ragazzo, Gloria fu la prima a dire che non saremmo durati neanche un mese, perché la differenza d'età era troppo grande per andare d'accordo. Papà non disse niente, e probabilmente il suo silenzio fu quello che mi rattristò più di tutto.
Dall'altra parte però, zio Jar mi schiacciò il cinque, e mi fece l'occhiolino prima di sussurrarmi "Tuo papà è solo geloso", mentre Leo fu l'unico che mi chiese qualche informazione su François. Anche lui, dopo, confermò la gelosia di papà, che a quel punto scoppiò a ridere, e mi diede un bacio sulla testa.
Prima di andare a dormire, quella stessa sera, papà venne in camera mia, creando una scena che vissi poche volte sulla mia pelle. Mi fece sedere accanto a lui sul letto, per parlarmi del suo silenzio riguardo a François.
"So che sei indipendente e sai tenere testa a tutti" disse lentamente, dopo un discorso articolato, con un tono così strano che mi fece sorridere, "ma l'attenzione non è mai troppa, Rori. È per la tua sicurezza, non c'entro io. Se vedi qualcosa di strano, prendi provvedimenti all'istante, non lasciare che si sviluppi in qualcosa di più pericoloso". Abbracciai papà, appoggiando la testa sulla sua spalla, e circondandogli le spalle con le braccia. Lui mi accarezzò la testa, e sussurrò una frase che ripete sempre, ogni volta che mi vede.
"Non avrei potuto desiderare una persona migliore di te, Rori".

Tutte le loro preoccupazioni riguardo a François e la differenza d'età, comunque, si dimostrarono vane, perché mi trattava —e mi tratta tutt'ora, anche se non stiamo più insieme— come ogni donna desidera. Il che era strano, comunque, perché secondo l'immagine che avevo dedotto guardando I Borgia, una serie TV dove François interpreta Cesare Borgia*, mi sembrava un tipo violento, quasi rude, come se pensasse che qualsiasi altro essere umano sulla Terra non potesse essere comparato a lui. Ma quando arrivai a conoscerlo meglio, sorprendentemente dopo poco, i suoi movimenti erano dettati dalla delicatezza e dalla gentilezza. Come se avesse paura di rompermi anche solo sfiorandomi.
"Tutte le cose più belle sono fragili". Quando ha detto quella frase, mentre stavamo pranzando, mi sono bloccata, con la forchetta a mezz'aria. Mi ha guardata per qualche secondo, prima di scoppiare a ridere, e sporgersi per accarezzarmi una guancia. C'ho impiegato un po' a distrarmi da quella frase, che continuava a girare per la mia testa senza controllo. Cercavo di trovare un errore, una cosa a cui non si potesse applicare quella regola, ma tutto sembrava seguire questa logica, così alla fine decisì di concentrarmi solo su Fran, e non pensai più a ciò che disse.
La stessa sera, a casa mia, riprese il discorso, come se non avesse aspettato altro per tutta la giornata. Mi fece sedere accanto a lui sul divano, con il caminetto accesso, e un calice di vino rosso in mano, prima di parlare.
Sai cosa mi ha colpito di te? domandò, spostando la schiena tanto da potermi guardare negli occhi. Scossi la testa, mentre presi un sorso di vino. Tu non ti rendi conto di quanto sei bella continuò, pronunciando quella frase  con semplicità.
A me non interessa la bellezza gli risposi, non sapendo dove volesse andare a parare.
Io parlo di bellezza in generale. Tu sei bella, uno degli esseri umani più belli conosciuti al mondo, e non lo sai. Non ti rendi conto di quanto qualsiasi cosa tu dica inciti gli altri a ragionare, a pensare. Indubbiamente, però, sei anche forte. Forse sei tanto forte quando bella. Secondo questa logica, dovresti essere perfetta, Rori. Ma quell'unico difetto che ti rende vera, bella e autentica è che, appunto, tu non sai di essere bella, ed è questo che ti rende fragile.
Mentre parlava, non riuscii a togliere gli occhi dai suoi. Rimasi immobile, con le labbra appoggiate al calice, ma senza mai bere un sorso di vino. Lui, invece, mosse le mani in dei movimenti che sottolinearono alcune parole, come di solito fanno gli italiani. Inoltre, mosse gli occhi tutt'intorno alla stanza, fino a posarli sui miei durante l'ultima frase.
Non disse niente dopo, ma continuò a guardarmi, come se si aspettasse che io parlassi. Così, decisi di fare qualcosa. Mentre stava per bere un sorso di vino, gli presi il calice dalle mani, e lo appoggiai accanto al mio sul tavolino. Lo sentii lamentarsi, perché Ma dài, ti faccio un discorso con i fiocchi e mi levi il vino, non è giusto, ma quando mi sedetti a cavalcioni sulle sue gambe, e cominciai a baciargli la mandibola, smise di parlare.
Puoi sempre riprenderti il calice, se vuoi dissi dopo un po', appena prima di appoggiare la bocca sulla sua.
Mugugnò qualcosa di incomprensibile, e continuò a baciarmi, come se quello fosse ciò per cui avesse aspettato fino a quel momento.

E forse è questo, quello che mi ha sempre provocato qualche difficoltà a definire la nostra relazione. Non ha niente di normale, niente di esagerato, niente di falso.
Non ha copie, non ha avuto imitazioni e  non avrà cloni. Perché è come se con tutte le cose che ci rendono diversi l'uno dall'altra, arrivassimo a un punto d'incontro, che sta lontano da tutti gli altri. E questo punto d'incontro è sempre stato circondato da armonia e bellezza, perché la diversità dei soggetti porta sempre a un'armonia —non sempre evidente, a volta.

Come se le nostre differenze fossero compatibili solo tra di loro, tanto da costringerci ad aspettarci a vicenda così tanto.

dalla Cina con furore,
ROnnie.

___[N/A]___
applicate questo a tutto, vedrete che ha il suo senso.
la cosa con François è solo una specie di esempio.
AH, E COMUNQUE IL * È PERCHÉ ATTRAVERSO I BORGIA E MACCHIAVELLI CESARE BORGIA È DIVENTATO UNO DEI MIEI PERSONAGGI STORICI PREFERITI

(guardatevi François Arnaud e capirete perché, sbam)
alla prossima,
Lu

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