Ieri sera quasi svenni, quando Ocean mi chiamò per incontrarci in aeroporto. Il suo aereo arrivava un'ora e mezza prima del mio, quindi disse che mi avrebbe aspettato al ritiro bagagli, in trepidante attesa aggiunse, come se non si rendesse conto che quelle parole avrebbero potuto uccidermi.
Cammino verso i nastri trasportatori, ora, per ritirare il mio borsone, con le gambe tremolanti e le dita frenetiche. Continuo a infilarle in tasca, tirarle fuori, mettere a posto il cappello sulla testa, far scorrere l'unghia dell'indice sinistro alla cerniera della felpa.
Tutto questo fino a quando non entro nella grande sala dell'aeroporto di Kyoto, con lo sguardo basso per l'agitazione. Fisso le mie scarpe procedere senza fermarsi verso un punto che non conosco, senza sforzarsi di guardare su.
A un certo punto, una presa salda si blocca intorno al mio polso, fermando la mia camminata confusa. Mi giro all'indietro, per vedere chi mi ferma, e quando incontro gli occhi scuri di Ocean, i suoi occhiali rotondi, e i capelli tirati su alla bell'e meglio, non faccio a tempo a fare niente, perché lui già mi sta abbracciando.
Stringe le braccia attorno al mio collo, spingendo la mia fronte verso la sua guancia. Presa alla sprovvista, ci metto qualche secondo a rendermi conto che in questo preciso istante, Ocean è qua e mi sta abbracciando. Appoggio le mani sui suoi fianchi, e respiro a fondo il suo profumo, delicato e gradevole. Non so dopo quanto Ocean si muove, allontanandosi di poco da me. Sposta le mani, circondandomi il collo con premura, come se non avesse aspettato altro.
"Ro" sussurra infine, con un tono che mi fa scorrere un brivido lungo la schiena. Muove lievemente i pollici, per accarezzarmi il collo. La sensazione che questo mi crea, aggiunto al sorriso smagliante che continua a tenere orgoglioso sulle labbra mi scuote il cuore, facendomi scordare completamente qualsiasi altra cosa.
"Ciao Sean-" rispondo dopo un po', con un tono tremolante che non riesco a nascondere. "-Hai appena affrontato quasi dodici ore di volo e stai benissimo. Io ho passato al massimo tre ore dentro a un aereo e sono nelle stesse condizioni di uno che ha un dopo sbornia devastante. Non lo trovo affatto giusto".
Ocean scoppia a ridere, spostandosi accanto a me, prima di cominciare a camminare verso il nastro trasportatore che deve portarmi il mio bagaglio.
"Non hai portato la chitarra?" domando, una volta fermati davanti al rullo, in attesa che questo cominci a muoversi. Scuote la testa, con un'espressione strana sul viso. "E perché no? In Messico mi avevi detto che non ti sposti mai senza la tua chitarra". Ocean sorride, prima di abbassare lo sguardo verso il basso. Si scompiglia i capelli sulla nuca, e dopo un po' risponde.
"La chitarra la porto perché, prima di partire, immagino che in qualche momento possa sentirmi solo, oppure non voglia stare in compagnia. La porto sempre perché spesso faccio viaggi importanti con la gente sbagliata". Lo guardo confusa, non cogliendo il senso del discorso che sta facendo. Mi sorride velocemente, mentre si aggiusta gli occhiali sul naso.
"Sono fermamente convinto che questo sia il primo viaggio importante che faccio con la persona giusta, quindi, mentre finivo di fare i bagagli, sono giunto alla conclusione che con te, la chitarra non mi serve". Appena finisce di parlare, un rumore secco proviene dal nastro trasportatore, segno che questo in pochi secondi comincerà a muoversi. Nonostante il rumore, però, la mia attenzione è ancora completamente rivolta a Ocean, che mi guarda con un sorriso rilassato sulle labbra.
Dopo poco scoppia a ridere di nuovo, forse vedendo la mia espressione stupita.
"Ma dài, Ro. Come se nessuno ti abbia mai detto che sei la persona più giusta che un viaggiatore possa desiderare con sé"
"Se continui così per tutti questi giorni torna a casa, se no mi viene il diabete" rispondo, cercando di alleggerire l'atmosfera. Sgrana gli occhi sorpresa, con un sorriso aperto sul volto, che lascia trasparire il suo stupore. Ridacchiando, rivolgo la mia attenzione al rullo accanto a me, che comincia a trascinare giù i primi bagagli, tra cui intravedo il mio borsone. Nel frattempo, Ocean si riprende, e quando io mi sporgo per afferrare la mia roba, lui mi tira una leggera sberla sul sedere di vendetta, in risposta alla mia affermazione di poco prima.___[N/A]___
che. settimana. di. merda. mi. aspetta.
che. vita. di. merda.
mai. na. gioia.
me voy,
Commentate? (:
see ya soon,
lu