Due mesi dopo, Casa di Mebuki, ore 10:00
"Sakura! Ma mi stai ascoltando?"
La voce scocciata di Ino scosse la duchessa dalla contemplazione dei dolcetti di fronte a lei.
Era andata a trovare sua sorella e sua madre come faceva ormai ogni tre giorni da quando si erano trasferite anch'esse in campagna con sua grande gioia.
La casa che Sasuke aveva affittato per loro era fin troppo grande per due donne sole, ma ne erano rimaste entusiaste e comunque Shikamaru si era praticamente trasferito lì, visto che stava ancora studiando una cura definitiva per la malattia di Ino e che, con suo grande sollievo, aveva scoperto quanto la zona fosse ricca di allevamenti di pecore da lana e di vigneti pregiati e aveva cominciato a fare da intermediario per conto della sua famiglia. Questo lo faceva sentire meno in colpa per aver abbandonato i suoi genitori per seguire Ino.
A Sakura venivano gli occhi lucidi per la felicità ogni volta che guardava i lievi, ma costanti, miglioramenti che l'aria salubre compiva sulla sua amata gemella: in quel mese e mezzo la sua pelle aveva ripreso un colore più naturale, non più terreo, ma di un rosa delicato, i capelli erano meno sfibrati e il suo respiro si era fatto meno lieve, più corposo, mano a mano che riprendeva le forze.
Non era guarita, ci sarebbe voluto molto tempo e molte medicine per rimettersi in forma e debellare del tutto il morbo che le aveva cambiato la vita, e forse non sarebbe più tornata ad essere la giovane esuberante che era stata una volta, ma era viva, vibrante di gioia per la speranza che di nuovo aveva accolto in sé dopo essersi lasciata andare alla rassegnazione per tanto tempo.
"Ti sto ascoltando Ino, non arrabbiarti" le rispose per placarla, sapendo bene di essere in torto.
"Allora... ti stavo dicendo che Shikamaru mi ha raccontato di questo John, un allevatore della zona che..."
Ascoltando i particolari della storia di Ino riguardante un branco di oche che erano riuscite a far fuggire un lupo, o almeno così aveva riferito il vecchio al Nara, e ridendo al momento giusto ascoltando le teorie strane che passavano per la mente di sua sorella, la duchessa riuscì a non lasciar trapelare il fatto che i pasticcini alla crema che la madre aveva servito loro con il té nero di Assam emanavano un odore fastidioso e che questa cosa la distraeva dalla conversazione.
Lì per lì aveva pensato che la crema fosse andata a male ed era stata sul punto di fermare Ino che stava per addentarne uno, ma sentendo Mebuki elogiare entusiasta le uova fresche che aveva comprato quella mattina e vedendo la sorella annuire e confermare che la crema era venuta benissimo, dopo averne assaggiato un morso, si era resa conto di essere lei ad avere un olfatto troppo sensibile.
E quel particolare la faceva pensare.
Da un po' di tempo a quella parte si sentiva un po' strana, era sempre stanca, si assopiva spesso anche durante la giornata e a volte provava come un senso di vertigine. Il mondo attorno a lei tremolava per qualche istante, aveva l'impressione di fluttuare come un aquilone con la corda spezzata in balia del vento, poi tornava in sé e le sembrava di essersi immaginata tutto.
Erano solo malesseri passeggeri, quindi non ne aveva parlato con nessuno, ma cominciava a farsi un'idea ben precisa di cosa potessero essere, pur non avendone ancora la certezza assoluta.
Tornando indietro con la mente ai giorni precedenti e facendo un rapido calcolo, usando le dita, cominciò a pensare che forse i suoi sospetti erano fondati.
Vedendola continuare a passare da un dito all'altro mormorando tra sé e sé, Ino la guardò come se fosse impazzita.
"Sakura? Sicura distare bene?" le chiese, stranita dallo strano comportamento della sorella.
"Sto benissimo" le rispose l'altra " anzi, sto più che bene" aggiunse, sorridendo di una gioia nascosta a tutto il mondo tranne che a se stessa.* * *
Villa Uchiha, Una settimana dopo, ore 14:00
Il caldo sole del primo pomeriggio illuminava la piccola collina sormontata da un vecchio ciliegio e vicina ad un torrente, sulla quale Sakura aveva appoggiato un grande plaid adatto ai pic-nic. Teuchi aveva preparato un cestino di vimini pieno di delizie: roast-beef, sandwich col pomodoro, insalata di patate e rucola, crocchette di salmone e crostata al rabarbaro. E loro avevano mangiato tutto con gusto, godendosi quel clima primaverile e approfittando del bel tempo e del posto isolato per stare da soli all'aria aperta. Sdraiato sulla coperta, osservando le nuvole in cielo, con sua moglie stesa accanto a lui, Sasuke rifletteva sul fatto che negli ultimi tempi gli attacchi di cuore si erano fatti più radi e tenui, tanto che sotto sotto cominciava a nutrire la speranza che forse non sarebbe morto così presto come gli avevano detto i medici.
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One Last Wish
FanfictionUn uomo in fin di vita, una ragazza disperatamente bisognosa di denaro e un contratto. Cosa desidereste se vi rimanessero solo sei mesi di vita? Dal testo: " La scoperta di essere malato gravemente e di rischiare di morire aveva però messo Sasuke co...