Capitolo 21

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Due giorni dopo, Villa Uchiha

Sakura, seduta al tavolo riccamente imbandito per la colazione, invece di soffermarsi sulle deliziose pietanze che campeggiavano nel piatto davanti a lei, rifletteva su quei giorni passati da quando aveva dato la buona notizia a Sasuke. 
Il duca era cambiato radicalmente, la sofferenza e l'impazienza che spesso aveva scorto nei suoi occhi durante le prime settimane di matrimonio, erano svanite per lasciare il posto alla gioia e alla tenerezza.
Non avevano ancora detto niente a nessuno in attesa di chiedere un parere medico, ma i domestici, vedendolo praticamente euforico, cominciavano a sospettare: non mancava mai di farle una lieve carezza discreta col dorso della mano ogni volta che lei gli passava vicino e non le toglieva gli occhi di dosso quando entrava in una stanza, erano gesti semplici, ma eclatanti se fatti da una persona tanto riservata come lui.
Le notti poi erano bellissime, una volta sdraiati sotto le coperte, Sasuke la abbracciava dolcemente e la baciava per minuti interi, le posava una mano sul ventre, accarezzandolo, poi si addormentava con un sorriso beato stampato sulle labbra.
Lei aveva apprezzato ogni suo gesto, crogiolandosi felice in quello sfoggio di tenerezza così inusuale nel marito, ma si era anche sentita divisa in due: se da una parte aveva adorato essere vezzeggiata in quel modo, dall'altra temeva che lui, adesso che avevano concepito quella nuova vita, non avrebbe più fatto l'amore con lei. 
Perché ormai ne era sicura, quella non era più una semplice unione carnale, almeno non da parte sua. 
Si era data della stupida più volte quando si era resa conto di essere caduta in trappola da sola, di aver ceduto non solo il suo corpo al duca, ma anche la sua anima, anche il suo cuore.
Era un dato di fatto: lo amava.
Aveva imparato ad apprezzare ogni lato di lui: la tenerezza mista ad ardore che le mostrava ogni volta che dividevano il talamo nuziale; il modo in cui di primo mattino si strofinava gli occhi e stiracchiava sotto le coperte, non mancando di allungare le braccia a stringerla; la sua serietà e competenza nel gestire le sue terre e trattare coi suoi dipendenti; il suo amore per gli animali, soprattutto cavalli e cani, ma anche per i gatti che scorrazzavano liberi per la tenuta; il modo quasi insano con cui divorava ogni pietanza contenente pomodori; il fatto che la sera, quando restavano soli in biblioteca, si slacciava la cravatta, aprendo i primi tre bottoni della camicia per rilassarsi, e poi la fissava attraverso il bicchiere pieno di whiskey, fingendo di guardare i quadri appesi alle pareti o i documenti sulla sua scrivania; il suo coraggio nell'affrontare quella malattia che lo stava portando alla morte; persino il modo in cui il sguardo si affilava e si faceva più scuro quando era in preda alla rabbia.
Stava pian piano cominciando a conoscere i suoi difetti come il sentirsi superiore agli altri o il suo maledetto orgoglio che gli impediva di chiedere scusa quando commetteva degli errori di valutazione.
Sapeva bene che Sasuke non era un uomo perfetto, esattamente come non lo era lei, e il fatto che in fondo non le dispiacessero nemmeno i suoi difetti era la prova più evidente che i suoi sentimenti per lui erano tutt'altro che semplice affetto per una persona che le stava dando tanto.
Se avesse potuto scegliere liberamente l'uomo con cui trascorrere il resto della vita, sarebbe stato di certo lui.
"Qualcosa non va, Sakura?" le chiese il fulcro dei suoi pensieri, vedendo che non mangiava le uova che Teuchi aveva cotto all' occhio di bue e condito con aceto balsamico.
"Va tutto bene, come sempre il cuoco è fantastico" rispose lei, ricominciando a gustare la colazione e bevendo una tazza di tè di Assam.
"Mmh... quindi lui, è fantastico, eh? E io? Che moglie degenere che ho, preferisce il vecchio cuoco al suo aitante e giovane marito!" le rispose, alzando un sopracciglio con fare sarcastico, al che lei non poté far altro che arrossire e poi cominciare a ridere.
"Oltre al danno pure la beffa? Il mio orgoglio non sopporterà ancora a lungo una simile condotta mia signora, se continuerete così dovrò affrontare il cuoco a singolar tenzone" continuò lui, facendola ridere ancora di più. 
"Non era mia intenzione prendervi in giro, messere, ma ammetto di essere curiosa di vedervi combattere a suon di pentole e coltelli da cucina" gli rispose stando al gioco.
"Vincerei senz'altro io, sono un ottimo duellante" le disse, alzando il mento con fare altero.
"Non ne dubito affatto" gli sorrise lei, posando la forchetta. 
"Sei sazia?"
"Sì, non voglio esagerare o rischio di sentirmi male come qualche ora fa" gli rispose, ripensando alla nausea che l'aveva colta verso le sei del mattino, appena sveglia.
"Allora preparati per uscire con la carrozza, andremo a trovare una persona stamattina" le disse, alzandosi da tavola e chiamando Kakashi per far preparare la carrozza.

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