Sakura osservava con gli occhi che brillavano il piccolo Shisui, che dalla sua culla ricambiava il suo sguardo gorgogliando allegramente.
Qualche soffice e scuro capello gli copriva il capo e gli occhi neri campeggiavano sul suo volto. Era davvero molto simile a come Sakura immaginava sarebbe stato il figlio che portava in grembo.
Da quando aveva scoperto di essere incinta aveva sognato più volte un bambino dagli occhi e capelli neri correre per gli immensi spazi antistanti Villa Uchiha sotto la supervisione di Sasuke.
Peccato che non succederà mai,pensò con amarezza. Sapeva che avrebbe dovuto crescere da sola il frutto del loro matrimonio, eppure continuava ancora ad avvelenarsi l'animo con la speranza che quel sogno si sarebbe avverato prima o poi.
Allungando una mano, toccò con una delle dita le sue manine piccole e paffute, mentre Rin, seduta lì accanto non riusciva a distogliere l'attenzione da quel tesoro che aveva tanto atteso di poter stringere a sé.
Dopo aver tanto sofferto per la morte del loro primo figlio, adesso vegliava come un falco il piccolo, timorosa di riprovare di nuovo un simile dolore: sapeva che non avrebbe retto nel caso gli fosse successo qualcosa.
"Rin, Obito, per noi è arrivato il momento di andare" le interruppe Sasuke dall'uscio della stanza.
A malincuore Sakura si staccò da quel dolce frugoletto, seguendo il marito non prima di aver salutato i padroni di casa.
"Grazie per la cena, ora vi lasciamo soli. Sono molto felice per voi, è un bambino bellissimo."
"Somiglia tutto a sua madre" le rispose il padrone di casa, ammiccando verso sua moglie.
"Ma se è un Uchiha in tutto e per tutto! Vedremo se avrà preso almeno il mio carattere una volta cresciuto" gli rispose lei, scuotendo la testa.
Con un ultimo saluto, Sakura e Sasuke lasciarono la casa e, presa la carrozza si diressero alla loro villa di città.
Durante il tragitto, così com'era successo all'andata, l'uomo fu silenzioso e pensieroso, al punto che la moglie pensò con apprensione che stesse per avere un attacco della sua malattia, quando in realtà nella sua mente si accatastavano uno dopo l'altro gli avvenimenti del pomeriggio e più passava il tempo più si sentiva confuso e arrabbiato.
"Tesoro, stai bene?" si decise a chiedergli, stanca di attendere che lui si decidesse ad aprire bocca.
"Sì, tutto okay" le rispose lui, quando in realtà si sentiva soffocare lì dentro con lei e sentiva il bisogno di scuoterla fino a farle sputare fuori la verità.
Una volta arrivati a casa, Sakura scese dal veicolo con l'aiuto di Kiba, ma, contrariamente a quello che pensava, Sasuke non la seguì, anzi ordinò a gran voce a Shino di portarlo nella zona nord di Londra, chiudendo lo sportello con uno schiocco secco che risuonò per tutto l'isolato.
Senza parole per l'inspiegabile comportamento del marito, la donna guardò il valletto che, vedendo la sua espressione spaesata e preoccupata, le fece un sorriso per rassicurarla e la accompagnò fino al portone, mentre la carrozza ripartiva di gran carriera, per poi prendere da parte il maggiordomo e raccontargli ogni cosa.
Seduta davanti alla toeletta, mentre la sua cameriera personale le spazzolava i capelli, raccontandole vari aneddoti per distrarla, Sakura ripensava all'inspiegabile comportamento di Sasuke che da quando era tornato dalla sua passeggiata pomeridiana le era sembrato strano, distante, freddo.
Anche per quella sera avrebbe dovuto rimandare la chiacchierata con lui. Eppure adesso non aveva più motivo di rimandare, voleva davvero raccontargli ogni cosa ed alleggerire quel peso che le gravava sul cuore da settimane.Sasuke, dove sei?
- § 🌙 § -
La notte passò insonne per Sakura, che attese invano il suo ritorno, finché all'alba non sentì uno scalpiccio di zoccoli fermarsi davanti casa e, presa una vestaglia, si precipitò all'ingresso, cominciando subito a tempestare il marito di domande non appena entrò dal portone d'ingresso:
"Che diavolo è successo? Perché non sei tornato a casa stanotte?
Non ti è passato per la mente che potessi essere in pensiero? E se ti fossi sentito male?"
Era sollevata di vederlo sano e salvo, ma era davvero arrabbiata con lui, quindi, osservati i suoi capelli scarmigliati, i vestiti stropicciati e gli occhi lucidi, capì che aveva passato la nottata a bere in giro.
"Non sono un ragazzino bisognoso di una balia. Sono libero di andare e venire secondo il mio volere" le rispose lui, duro.
"Non ho chiuso occhio per la preoccupazione e questo è tutto quello che sai dirmi?" lo sgridò lei, notando, con la coda dell'occhio, la figura di Kakashi che, discretamente, si allontanava verso il piano di sopra.
"Sono davvero un marito ingrato" le rispose lui, freddamente, osservando il suo volto teso e le occhiaie che dimostravano la verità delle sue parole.
Avrebbe quasi potuto credere nella sua lealtà verso di lui se non avesse saputo che era una ladra.
Era una grande attrice.
"Sto sprecando solo il mio tempo a parlare con te. È evidente che è l'alcool a parlare per te. Il tuo alito è terribile" gli rispose lei caustica, per poi dirigersi verso la loro stanza. Non voleva certo dare spettacolo davanti alla servitù.
Non appena si fu chiuso la porta alle spalle, l'Uchiha - che l'aveva seguita - si sedette sul letto e posò un oggetto sul cuscino della moglie, aspettando di vedere la sua reazione.
Nell'istante in cui riconobbe il braccialetto di smeraldi che giaceva sulla federa come un serpente a sonagli pronto ad azzannarla, Sakura sbiancò e boccheggiò.
"Non mi ringrazi per avertelo riportato?" le chiese ironico il marito.
Certo di avere il coltello dalla parte del manico.
Aveva passato parte della notte a bere per soffocare il dolore del ttadimento subito, poi, vedendo il sole cominciare a sorgere, aveva ripreso il ferreo controllo che lo aveva sempre contraddistinto e si era deciso a tornare a casa.
"Io..." cercò di articolare parola lei.
"Tu cosa?" la incalzò duro.
"Mi dispiace."
Cos'altro avrebbe potuto dire?
"Lo dicono tutti i ladri una volta scoperti" affermò impietoso.
"Non mi dai una spiegazione? Sono ansioso di sentirla. Mi sono arrovellato molto al riguardo" aggiunse, cercando di incontrare lo sguardo della moglie che era ancora fermo sul braccialetto.
Cercava di controllarsi. Sakura, alzando la testa e osservandolo se n'era accorta dalla mascella contratta e dalle spalle tese, nonostante lo sguardo fosse gelido.
Lui stava soffrendo. E se da una parte si odiava per questo, dall'altra ne era intimamente contenta perché significava che teneva a lei, che non gli era indifferente.La freddezza e il suo allontanamento allora sono frutto non della sua perfidia ma del tormento che i dubbi sul mio conto scatenati dalla sua scoperta!
La speranza nata da quell'intuizione fu presto annientata da una seconda considerazione: se anche quel cambiamento era dovuto al suo orgoglio ferito, restava il fatto che lei lo aveva ingannato, derubato.
"Volevo parlare con te da quando mia madre e mia sorella sono partite."
"Mi perdonerai se non ti prendo in parola"
Le sue parole la ferirono, ma non poteva dargli torto visto il suo comportamento.
"Venni da te perché avevo bisogno di denaro, questo lo sai. Non te l'ho mai nascosto. Quello che non sai è la causa per cui ci siamo trovate in indigenza."
"Avevo capito che dipendesse dalla morte improvvisa di tuo padre"
"È così. Alla sua morte abbiamo dovuto vendere tutto per ripagare i debiti lasciati e trasferirci nell'East End, la sua dipartita è stata certamente improvvisa, ma non naturale."
"Cosa intendi dire?"
"Quella sera ci fu un pesante litigio tra Ino e mio padre, a seguito del quale scoprimmo i suoi piani nei nostri confronti, che per lui eravamo solo un mezzo per aumentare le sue finanze, che non gli interessavano i nostri sentimenti, voleva darci in matrimonio a uomini abbienti e vecchi per trarne guadagno.
Nostra madre intervenne nella discussione e nella confusione generale, causò la sua morte. Fu un incidente, ma sapevamo che una donna che uccide il marito rischia la pena capitale quindi abbiamo inscenato una tragedia causata da uno scontro tra carrozze grazie al dottor Yakushi, il medico presso cui io e Ino abbiamo cominciato a lavorare in seguito.
Era il figlio di un amico di mia madre, quindi eravamo certe del suo silenzio, ma qualche settimana fa lui e Orochimaru mi hanno bloccata mentre andavo ad informare lei e mia sorella della gravidanza..."
"Orochimaru?" la interruppe lui, sorpreso nel sentire il nome dell'avvocato.
"Sì. Mi stanno ricattando. Avevo avuto l'impressione di piacere al dottore quindi mi aveva sorpresa non poco la sua scelta di propormi come candidata per la posizione di duchessa, adesso capisco che lo ha fatto per avere un suo tornaconto. Mi tiene in pugno e non potevo dirti la verità, rischiando la vita di mia madre."
"Non ti sei fidata di me" la accusò lui.
"Volevo parlartene subito, ma poi ti sei sentito male e per giorni non ti sei ripreso, il tempo scarseggiava quindi ho ceduto al ricatto e ho rubato un candelabro per pagarli.
Sono stata un'ingenua, perché credevo di essermeli tolti di torno e invece continuano a chiedermi denaro. Per questo con la scusa del sanatorio ho convinto la mamma ad andare in Svizzera. Lì non potranno arrestarla.
Volevo parlarne subito dopo con te, ma poi siamo partiti e non ne ho avuto l'occasione fino ad ora."
"Due uomini ti ricattano e tu invece di parlarne con me cedi e addirittura rubi oggetti appartenenti alla mia famiglia? Avresti dovuto dirmelo subito!" urlò, arrabbiato.
"Non si trattava della mia vita, ma di quella di una persona importantissima per me. Ho imparato a volerti bene, ad ammirarti, ad amarti, ma non potevo metterla a rischio. Cerca di capire. Tu avresti fatto lo stesso... Inoltre avevo paura di causarti un altro attacco del tuo male."
Sasuke sapeva che era la verità, tuttavia ancora non riusciva a perdonarla.
"Porti in grembo mio figlio e sei mia moglie, hai adempiuto ai tuoi obblighi nei miei confronti, rispettando gli accordi, quindi non ti metterò alla porta, ma farò spostare le mie cose in un'altra stanza. A questo punto non resta che aspettare che io tiri le cuoia."
"Non è questo che voglio! Non mi interessa il tuo denaro, non mi è mai interessato se non come mezzo per salvare la vita di mia sorella. Ho odiato mio padre che voleva usarmi come merce di scambio eppure io stessa alla fine mi sono venduta, ma alla fine è stata la migliore decisione della mia vita, perché ho conosciuto te. Per favore, non allontanarti... Io ti amo!"
"Non è necessario mentire, fingendo di volermi bene. La nostra era ed è una relazione d'affari. Ci siamo lasciati prendere dall'entusiasmo, ma adesso torneremo semplicemente ai nostri accordi iniziali."
"Non sto mentendo! Non ne avrei motivo. Se mi interessassero solo i soldi, sarei felice di liberarmi di te, ma non è così. Non voglio perderti. Ti prego non allontanarti da me" lo supplicò lei, con le lacrime negli occhi.
Voltandole le spalle, Sasuke lasciò la stanza lasciando solo un eco delle sue ultime parole:"Non dovrai più preoccuparti di quei due. Me ne occuperò io."
Disperata, Sakura si gettò sul letto, cercando di soffocare i singhiozzi nella pesante trapunta di lana, conscia di aver combinato un vero disastro eppure consapevole di aver agito per il meglio. Col senno di poi avrebbe fatto le stesse scelte, anche se in quel momento si sentiva col cuore a pezzi.Angolo autrice
Finalmente riesco a pubblicare. Mi spiace per il capitolo corto, ma non ho avuto molto tempo.
Grazie della pazienza.
Un bacione.

STAI LEGGENDO
One Last Wish
FanficUn uomo in fin di vita, una ragazza disperatamente bisognosa di denaro e un contratto. Cosa desidereste se vi rimanessero solo sei mesi di vita? Dal testo: " La scoperta di essere malato gravemente e di rischiare di morire aveva però messo Sasuke co...