Capitolo 28

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Red Castle

La tenuta di Madara Uchiha si stagliava scura e minacciosa contro il cielo terso, ma questa volta non c'erano solo Sasori e Deidara ad affrontare gli uomini di Madara: anche Kisame, Hidan, Itachi e Pain si erano uniti alla caccia. 
Kakuzu e Zetsu, i traditori, erano ormai morti in seguito alle torture subìte e Konan era rimasta alla base, sotto ordine del leader che non voleva fosse coinvolta in una battaglia. 

"Se dovessimo morire tu potresti ricostituire la nostra organizzazione" le disse Pain, allacciandosi due fondine ai fianchi e caricando le pistole. 
"Cercate di ritornare indietro vivi. Sarebbe un bel problema sostituirvi" gli rispose lei, guardandolo con espressione decisa, ma spaventata. 
La sua unica risposta fu una carezza su una guancia e il click definitivo della porta che si chiudeva alle sue spalle. 

Non era più tempo di attendere, di pianificare, era ora di agire e l'italiano e il tedesco non vedevano l'ora di vendicarsi della cocente sconfitta ricevuta precedentemente. 
"Sappiamo che Zetsu inviava messaggi cifrati ogni dodici ore e che quando lo abbiamo catturato ne aveva appena inviato uno, ormai il tempo a nostra disposizione prima che si accorgano della sua scomparsa scarseggia" interloquì l'irlandese,"Itachi, Kisame ed io ci inoltreremo all'interno del castello, cercando di far fuori in modo discreto alcune guardie. Dopo il nostro ultimo attacco le difese sono state ulteriormente rinforzate e si renderanno conto in fretta che qualcosa non va. Tra quindici minuti voi tre darete il via ad un diversivo qua fuori dalle mura, fate il possibile per attirarli allo scoperto e... non lasciate superstiti."
"Sissignore!"
Nel giro di un attimo i quattro uomini si diressero verso la piccola porta che conduceva alle segrete, nascosta nel bel mezzo del boschetto adiacente la dimora nemica che la cartina in possesso di Kakuzu indicava come uscita d'emergenza. 
Si inoltrarono all'interno con circospezione, illuminando l'ambiente grazie alle piccole lanterne che si erano portati dietro, ma più andavano avanti più torce illuminavano lo scuro corridoio, dando loro modo di spegnere quei punti luminosi che avrebbero potuto farli scoprire. 
Proseguirono per qualche minuto, fino a sbucare nelle celle sotterranee. Secondo Zetsu, la porta successiva era presieduta da cinque soldati, quindi con estrema circospezione si avvicinarono e la aprirono di scatto, non dando modo a quegli uomini di chiamare aiuto. 
Con movimenti veloci, Kisame ne colpì due allo stomaco con la sua enorme spada, Pain ruppe il collo a mano nude ad un altro ed Itachi tagliò la gola ai rimanenti col suo pugnale. Avere pietà del nemico in quel frangente li avrebbe condotti alla morte e tutti quei mesi passati a scappare e pianificare la vendetta avevano reso di pietra il cuore dell'Uchiha. Voleva solo avere la sua vendetta e permettere a Sasuke di vivere felice il resto della sua vita senza temere per la propria vita o quella dei suoi eredi. 
Trascinarono i corpi fuori dalla stanza, lasciandoli nel corridoio da cui erano entrati e proseguirono fino al successivo punto di ritrovo, agendo nello stesso modo, e poi una terza volta anche se le cose non andarono lisce come prima e rischiarono di attirare troppe attenzioni quando si accorsero che mancava all'appello un mercenario che era evidentemente uscito per comunicare con le altre squadre - Zetsu aveva detto che ogni mezz'ora i vari gruppi comunicavano la situazione alla sede centrale. 
Il malcapitato entrò nella stanza e urlò, vedendo i tre uomini sporchi del sangue dei suoi compagni, ma Kisame non gli diede modo di arrivare al campanello situato vicino alla porta, abbattendo la sua spada sul suo collo senza pietà. 
"Credete che qualcuno l'abbia sentito?" chiese Itachi, guardando gli altri. 
Non fecero in tempo a rispondergli che dall'esterno si udirono esplosioni e suoni di una battaglia. Deidara, Sasori e Hidan erano entrati in azione.

§ * 🌸* 🌙 * 🌸 * § 

Allo scadere dei quindici minuti, Sasori posizionò attorno al castello le sue marionette, entrando nella sua adorata Hiruko. Questa volta non dovevano andarci tanto per il sottile, quindi poteva usarla, con sua somma gioia e cominciò a sparare contro le vedette che facevano la ronda, cogliendole di sorpresa, mentre Deidara usava una fioda speciale di sua invenzione per lanciare bombe sul castello. 
Nel giro di pochi attimi quel posto divenne un inferno. 
Il ponte levatoio fu abbassato e orde di soldati si precipitarono all'esterno, passando sulle mine precedentemente posizionate dal tedesco che ardeva di rabbia come non mai per come si era fatto fregare la volta precedente e voleva prendersi una bella rivincita visto che il suo braccio era ancora malconcio a distanza di tanto tempo. Era un affronto alla sua arte che si fosse fatto fregare come un novellino. Non poteva sopportarlo. 
Intanto Hidan rimase in disparte finché parte degli uomini non raggiunse la zona sicura e priva di ordigni, a quel punto, in groppa al suo cavallo si lanciò all'attacco decapitando chiunque si trovasse a portata della sua falce.

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