Epilogo

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L'aria era già tanto calda da provocare un leggero sudore, in quel giorno di inizio maggio. Il giardino di villa Uchiha era in pieno rigoglio, i cespugli di rose rosse, bianche, gialle e rosa risaltavano tra il verde coi loro colori sgargianti e tentavano di rivaleggiare coi colorati vestiti degli ospiti intervenuti al ricevimento per il matrimonio di Ino e Shikamaru.
La bella e raggiante ragazza, passeggiava tra i vari tavoli ricevendo le congratulazioni degli invitati al braccio di suo marito, il vestito bianco con scollatura a cuore e il corpetto dello stesso colore ricamato di perline blu, mettevano in risalto un fisico ormai rinvigorito, di nuovo pieno, senza segni del pallore mortale che tanto a lungo vi aveva aleggiato come una maledizione; gli occhi azzurri era ridenti, lucenti, colmi di una felicità e una vita che aveva creduto non avrebbe mai più assaporato; e Shikamaru al suo fianco era altrettanto felice seppure si sentisse soffocare nel suo completo scuro ed elegante.
Molte cose erano mutate nei cinque anni passati dalla sconfitta di Madara...
L'Akatsuki si era trasferita in Irlanda, paese natio di Pain, in ceca di nuove avventure.
Ino, Shikamaru e Mebuki erano rimasti in Svizzera per quasi un anno, dodici mesi in cui non avevano smesso un attimo di lottare contro la malattia, di cercare una cura definitiva, di costruirsi ricordi importanti ed alla fine ce l'avevano fatta, i miglioramenti seppur lenti avevano portato alla completa guarigione con grande gioia di tutti coloro che li conoscevano. Sakura aveva scritto loro ogni settimana, in perenne attesa di buone nuove, stanca di sapere lontane persone così care al suo cuore, ma certa che sarebbe andato tutto bene e quando finalmente aveva potuto riabbracciare la sua gemella si era sentita di nuovo completa, felice di aver preso una decisione tanto difficile come quella di sposarsi per interesse perché ora poteva raccogliere i frutti di quelle speranze che aveva seminato lungo il suo cammino di vita.
La cerimonia nuziale era stata celebrata nella piccola chiesetta del paese limitrofo alla casa di campagna degli Uchiha perché anche Shikamaru si era trasferito nelle vicinanze ed aveva rapidamente fatto carriera nella compagnia paterna, guadagnandosi un posto di rilievo e il duca aveva pensato bene di lasciar usare il suo giardino come luogo per il banchetto nuziale.
Nel loro vagare da un tavolo all'altro, la sposa notò che il tavolo destinato ai padroni di casa era vuoto.
"Shika, dove sono andati Sakura e il duca? Non li ho visti allontanarsi."
"Li avrà chiamati qualche conoscente e saranno in giro come noi."
Cominciarono a guardarsi attorno, registrando l'immagine di Naruto, nel suo tight nero con camicia arancione che tentava di far ubricare Neji e a giudicare dal colore rubizzo che avevano assunto le guance dello Hyuga e dal modo in cui rideva isterico ci stava riuscendo. Hinata, seduta accanto a loro cercava di allontanare le altre bottiglie di alcol e di far bere loro un po' d'acqua, sebbene si muovesse a fatica con suo pancione di sette mesi avvolto nel vestito azzurro in stile impero che indossava.
Dietro di loro, il maggiordomo Kakashi, cercava di restare serio e non ridere, senza riuscirci.
"Mmh... Ehi, ma quelli lì che parlano tra loro in quell'angolo non sono Hiashi Hyuga e mia madre!?" chiese incredula Ino, vedendo Mebuki, avvolta nel suo abito color champagne, chiacchierare col capo famiglia in un atteggiamento a dir poco civettuolo.
Il Nara seguì il suo sguardo, scuotendo il codino alto in cui erano raccolti i suoi capelli.
"Beh, tua madre è ancora una bella donna, non sarebbe strano che si risposasse."
"Ne sarei felice anch'io... ma quell'uomo è decisamente troppo freddo."
"L'apparenza inganna, dovresti saperlo ormai, no?" le rispose, facendole segno di guardare verso il tavolo posizionato all'entrata del giardino dove Itachi Uchiha sedeva con sua moglie Izumi.
Dopo essersi liberato dal giogo di Madara, il più vecchio dei fratelli Uchiha non aveva rivoluto il titolo nobiliare di cui si era disfatto sebbene Sasuke avesse insistito tanto.
"Sono cambiato durante i miei viaggi, ho fatto esperienze che mai mi sarei aspettato di fare e non voglio tornare indietro. Spero tu mi capisca, fratellino."
Ovviamente il minore non  poteva costringerlo a riprendere il suo posto, ma ha fatto in modo di fargli avere la sua parte del patrimonio di famiglia, rispettando le sue decisioni.
A sorpresa, Itachi aveva deciso di mettersi in affari con le navi mercantili, avendo scoperto il suo amore per il mare durante la sua fuga, quando si era finto marinaio, ed era tornato in Francia a prendere Izumi, la ragazza che lo aveva aiutato a nascondersi per settimane e che aveva lasciato là per non metterla in pericolo.
Era stata una vera sorpresa per tutti quando era ritornato in patria con la sua fidanzata ed ora, a distanza di due anni dal loro matrimonio, erano diventati genitori di un vivace bambino che avevano chiamato Fugaku e che faceva passare loro le notti in bianco.
"È vero, Shika. Itachi mi sembrava un tipo freddo quando l'ho conosciuto, ma vedendolo con la sua famiglia c'ho ripensato. Tuttavia continuo a non sopportare quello Hiashi Hyuga."
"Sei una seccatura, signora Nara" la rimproverò bonariamente il marito.
"Signora Nara... Suona bene, eh?" gli rispose lei, stringendosi forte al suo braccio e sorridendo felice.
"Suona perfetto!"

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Nell'angolo più remoto del giardino, in un piccolo spiazzo in cui la luce del sole arrivava a macchie, Sasuke e Sakura sedevano su una panchina di pietra mentre osservavano con un sorriso in volto la piccola Sarada di ormai quasi cinque anni che, incurante del vestitino blu elegante che indossava, si rotolava sull'erba, giocando con Byakogou, la cagnolina che il duca aveva regalato a sua moglie quando erano andati a vivere in campagna e che era praticamente cresciuta insieme alla piccola, divenendo la sua ombra.
"Guarda papà, sono riuscita a prenderla!" urlò, afferrando per la collottola il grosso labrador e sorridendogli con la felicità tipica di una bambina molto amata.
"Lo vedo. Sei stata brava."
Era il ritratto di Sasuke, capelli scuri e lisci tagliati poco sotto l'orecchio e occhi neri e profondi, sebbene avessero il taglio della madre.
Sakura si era lamentata non poco quando aveva notato quanto somigliasse al padre... "Somiglia tutta a te! E pensare che la fatica l'ho fatta tutta io!" aveva detto quando Tsunade, che l'aveva aiutata a partorire, gliel'aveva fatta vedere dopo averla lavata.
Naturalmente amava sua figlia di un sentimento totalizzante, unico, essendo il frutto di un amore sbocciato tra le difficoltà,  e comunque il loro secondo figlio, Shisui, che aveva ormai dieci mesi ed era al momento tra le braccia della mamma, aveva ripreso i suoi occhi verdi, sebbene la zazzera scura tradisse il suo sangue Uchiha.
Il piccolo, vedendo sua sorella divertirsi con il cane, cominciò a lanciare gridolini come un uccellino festante, agitando le manine.
A quella vista, il cuore di Sasuke, quella parte del suo corpo che aveva pensato gli avrebbe impedito di vedere sua figlia e di avere altri bambini fu stretto da uno spasmo di pura gioia, e nonostante cercasse di celarla, traspariva dalla luminosità del suo sguardo e dalla piega leggera delle labbra.
"Sei troppo piccolo per unirti alla festa" lo rimproverò, afferrandogli una manina.
"Shisui vuole mostrarti qualcosa," annunciò Sakura, deponendo il bambino sull'erba, a pochi passi di lontananza dalla panchina dov'era seduto Sasuke.
Shisui inarcò i piedini sul tappeto erboso e avvinghiò le minuscole dita della mano attorno all'indice di sua madre mentre cercava di alzarsi in piedi.
"Vuole correre dal suo papà" spiegò Sakura.
Con un'espressione indulgente in volto, Sasuke si accovacciò sulle ginocchia e tese le mani verso il bambino, rimanendo stupito quando lui lasciò il dito della madre e fece tre incerti passetti prima di gettarsi tra le sue braccia.
"Cammina!" esclamò.
"Non è un fenomeno?" domando la duchessa, applaudendo felice.
"Sei stato bravissimo!"
"Comunque credo sia ora di tornare alla baraonda o ci daranno per dispersi. È ora del riposino per entrambi i nostri figli" disse Sakura, richiamando Byakugou e Sarada.
"Peccato, stavamo bene qui."
"Ti stai pentendo di aver prestato casa nostra per la festa? Avremo tempo per restare soli."
"E in questo progetto di noi soli soletti rientra anche un letto?" le chiese, divertendosi a stuzzicarla, dandole un colpetto con le dita sulla fronte.
"Sono scandalizzata, mio signore" gli rispose lei, arrossendo e ridendo,"Mmh... Magari più tardi" affermò poi, facendogli l'occhiolino e riprendendo in braccio Shisui, incamminandosi verso casa con il cane e la piccola al seguito.
Immerso nella natura, guardando la sua famiglia, Sasuke non poté fare altro che ringraziare il cielo per essere vivo e in grado di assaporare le gioie dell'esistenza. Riempitosi i polmoni dell'aria estiva e degli odori tipici di casa sua si apprestò a seguirli, sereno e in pace con se stesso.

ANGOLO AUTRICE
Eccoci alla fine. Non appena potrò comincerò a risistemare la storia, ho visto un sacco di errori che mi sono sfuggiti T.T 😭
Intanto continuerò Time is running out e riprenderò When love is patience. Ci sono anche altre one shot che sto preparando per dei contest oltre al capitolo extra di Ricette d'amore. Ci tenevo a chiedervi per piacere di non tormentarmi di messaggi, mi fa piacere sapere che amate le mie storie, ma io aggiorno ogni domenica e se non posso avverto. Inoltre non posso pubblicare più di un capitolo a settimana, ho una vita privata anch'io.
Comincio a capire chi sparisce per mesi e pubblica solo a storia conclusa, chiedermi di un'altra storia quando ne ho appena pubblicata una è assurdo. Avevo detto espressamente che mi sarei concentrata per finire One last wish.
Un bacione.
Grazie del sostegno

One Last WishDove le storie prendono vita. Scoprilo ora