Capitolo 6

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Sakura era davvero incredula. Quella mattina si era svegliata con la convinzione che il duca avrebbe sicuramente bocciato la sua candidatura e adesso invece era ufficialmente fidanzata con lui.
"Posso chiedervi una cosa?" lo interrogò.
"Non solo potete, ma dovete. Abbiamo molto di cui discutere, mi scuso per i miei metodi poco ortodossi, non sarei dovuto venire qui, ma ho preferito comunicarvi la mia decisione di persona, soprattutto perché è necessario che tra noi si instauri una certa familiarità. Una stanza d'ospedale non è il luogo adatto a parlare di certe questioni, che me dite di pranzare insieme?"
"Ecco,... io dovrei lavorare, il mio turno finisce stasera."
"Ho già avvisato il dottor Yakushi che vi avrei tenuta occupata per qualche ora e che, una volta terminato il nostro colloquio vi avrei riaccompagnata qui e lasciata alle vostre incombenze."
La infastidì il fatto che lui avesse deciso tutto di propria iniziativa, d'altro canto era davvero necessario che parlassero a tu per tu. Anche se adesso erano fidanzati, era sconveniente che passassero troppo tempo da soli in una stanza con un letto.
"Va bene, milord. Datemi solo il tempo di togliere la divisa. Purtroppo non ho portato abiti eleganti con me."
"Non importa, pranzeremo nella mia casa di città."
"La vostra casa?"
"Sì. In questi giorni ho alloggiato da mio cugino perché sua moglie ha insistito per non lasciarmi solo viste le mie condizioni, ma ho una casa per conto mio."
L'uomo vide la titubanza sul volto della ragazza e cercò subito di tranquillizzarla.
"Non vi preoccupate, non ho intenzione di approfittarmi di voi. Tra una settimana saremo marito e moglie con tutti i crismi della legge, questa non è una scusa per compromettere la vostra virtù, vorrei semplicemente che visitaste quella che diventerà la vostra casa."
"Col vostro permesso vado a cambiarmi" gli rispose lei, facendogli capire di aver accettato l'invito.
"Vi aspetterò davanti all'entrata principale, la mia carrozza è rimasta in attesa" le disse, alzandosi dalla brandina. Poi si diresse alla porta e la tenne aperta, facendo cenno a Sakura di precederlo fuori dalla stanza e continuando ad osservare la sua figura, finché alla fine del corridoio non girò l'angolo.

* * *

Il viaggio durò circa un quarto d'ora, la casa dell'Uchiha, non distava troppo dall'ospedale, pur trovandosi in una zona decisamente più ricca e florida della città.
Non appena il cocchiere fermò i cavalli, il duca aprì la porta e scese, per tendere la mano alla sua fidanzata e aiutarla a scendere, facendo cenno al valletto di restare da parte.
"Kiba, fa riposare i cavalli e dà loro il foraggio. Approfittane per mangiare anche tu, tra un'ora e mezza, massimo due dovrete riaccompagnare miss Haruno all'ospedale."
"Agli ordini!" rispose il valletto, accarezzando il grosso cane che era venuto a dar loro il benvenuto.
"Sono io il cocchiere, perché non si è rivolto direttamente a me? Non è giusto, nessuno mi considera" si lamentava intanto il ragazzo seduto a cassetta, facendo sorridere Sakura, che, scesa dalla carrozza, rimase a guardare estasiata il bellissimo viale circondato di fiori che conduceva alla residenza.
La casa era bianca, a due piani, con ampie finestre costeggiate da tende blu, i balconi erano pieni di rose rosse e piante rampicanti e il grande portone col battente d'oro recava lo stemma degli Uchiha: un ventaglio rosso e bianco.
Non dovettero neppure bussare perché appena aveva sentito la carrozza, il maggiordomo era andato ad accoglierli.
"Il pranzo verrà servito a momenti, Vostra Grazia."
"Molto bene. Miss Haruno, vi presento Kakashi Hatake, il mio maggiordomo."
"Lieta di conoscerla" lo salutò lei con un cenno del capo.
"Benvenuta, miss Haruno" rispose lui, inchinandosi leggermente e facendo loro strada fino alla sala da pranzo.
La ragazza rimase spiazzata dalla magnificenza di quella stanza: paesaggi dipinti ad olio che ornavano le pareti, un grandissimo camino rivestito di pietre scure che occupava la parete di fronte alla porta, il pesante tavolo apparecchiato per due con una tovaglia di lino ricamata con lo stemma di famiglia ai quattro angoli, piatti di Limoges, posate in argento e bicchieri di cristallo.
Cercò tuttavia di non mostrarsi troppo spaesata, non voleva fare la figura della scema, nonostante non avesse mai visto tanto sfarzo in vita sua.
Kakashi le scostò la sedia e le mise un tovagliolo in grembo, prima di fare cenno alle cameriere di servire la prima pietanza: un piatto di zuppa di pomodoro accompagnata da panini croccanti e una ciotola di burro da spalmare.
Guardò quel ben di Dio con occhi sgranati, era da molto che non assaggiava qualcosa del genere.
Non appena i servitori uscirono dalla stanza Sasuke parlò.
"Adesso possiamo proseguire la nostra chiacchierata in pace. Se non sbaglio avevate qualcosa da chiedermi."
"Sì, volevo sapere perché avete scelto me. Sono sicura che di candidate se ne siano presentate in gran numero" gli rispose mentre cominciava a spalmare burro su uno di quei deliziosi panini.
"Sì, ma molte le ho scartate anche solo leggendo i rapporti preliminari preparati da Orochimaru in base ai suoi colloqui, perché svolgevano lavori equivoci o erano imparentate con persone che sono state in prigione. Non sposerei mai una donna con caratteristiche simili, ne andrebbe del buon nome della mia famiglia."
Quell'accenno alla prigione fece impallidire Sakura, che non poté fare a meno di pensare alla morte del padre.
Se non avessero coperto ogni traccia di quello che era successo, Mebuki sarebbe stata arrestata e lei si sarebbe trovata nella stessa condizione di quelle povere ragazze. Questo era un altro segreto che avrebbe dovuto mantenere col duca, oltre alla malattia di Ino.
"Vi sentite bene, milady?" le chiese lui, notando il suo pallore improvviso.
"Sto benissimo, vi ringrazio della premura. E per quanto riguarda quelle che avete incontrato?"
"Le ragazze che ho visto prima del nostro colloquio non avevano il carattere adatto al ruolo di duchessa."
"Nemmeno quelle venute dopo di me?"
Sasuke curvò leggermente le labbra in su, mentre rispondeva:
"Non ho voluto incontrare nessun'altra dopo di voi. Perché perdere tempo se aveva trovato quello che volevo?"
La ragazza rimase stupita dalla sua risposta, ne fu lusingata, ma davvero non riusciva a capire cosa avesse trovato in lei di piacevole.
"Voi siete come me, forte, autoritaria quando serve e riservata. Per certi versi mi somigliate ed io vorrei che mio figlio fosse allevato da qualcuno che sia un mio surrogato, che abbia qualcosa che ci accomuna e che sia fermo nelle proprie convinzioni e voi avete queste caratteristiche."
"Capisco."
"Siete delusa dalle mie risposte?"
"No, sono semplicemente... stupita."
"Bene, adesso se non vi spiace vorrei parlare con voi di alcuni dettagli del matrimonio."
"Dettagli?"
"Sì. Ad esempio vorrei incontrare vostra madre e vostra sorella per presentarmi."
A quell'uscita, Sakura smise di assaporare la zuppa e si rabbuiò.
"Ecco io... devo confessarvi una cosa."
Sasuke la guardò con sospetto, attendendo che continuasse a parlare.
"Loro non sanno niente di questa storia. Non sanno del mio incontro con Orochimaru e della sua proposta né del mio incontro con voi."
"Posso sapere perché non avete voluto dire niente?"
La giovane tentennò. Non poteva dirgli che si sentiva in colpa perché sua madre aveva accidentalmente ucciso il padre proprio per evitare che le sue figlie fossero costrette a sposarsi per denaro, quindi decise di dire una mezza verità.
"Non voglio che si sentano in colpa per la mia scelta di sposarvi per interesse."
Sasuke la osservò attentamente, non era sicuro che lei fosse stata del tutto sincera, i suoi occhi erano sfuggenti, e questo lo infastidiva,ma dopotutto erano praticamente degli estranei, non poteva fargliene una colpa se non si fidava del tutto di lui, inoltre non era certo che stesse mentendo.
" Nella mia famiglia solo mio cugino e sua moglie sanno la verità. E quest'ultima lo ha saputo solo stamattina, sono stato titubante nel metterla a parte di questa situazione fino ad oggi, quindi vi capisco. A tutti gli altri racconteremo che il nostro è stato un colpo di fulmine, ci siamo incontrati alla clinica del dottor Yakushi dove ero andato per una visita di controllo e non appena ci siamo visti è scoppiata la scintilla. Come potrei giustificare altrimenti il fatto che vogliamo sposarci così in fretta se non dicendo che siamo pazzamente innamorati?"
La sua idea non è male, ma mia madre ci crederebbe che voglio sposarmi in fretta solo per questo? Sa quanto sono legata ad Ino e che non le lascerei da sole senza motivo.
"Nessuno sa della vostra malattia?"
"Sono in pochi a saperlo per ora, ma se volete dirlo a vostra madre non ci vedo niente di male."
"Vi ringrazio, stasera parlerò con lei e domani verremo a farvi visita tutte e due."
"E vostra sorella?"
Sakura, aspettandosi quella domanda rispose subito:
"Al momento è lontana, ha accettato il ruolo di istitutrice della figlia di un mercante ed al momento è in Francia" disse, evitando di nuovo il suo sguardo.
Riuscirò ad andare avanti raccontando tutte queste bugie?
Questa volta Sasuke però era sicuro che stesse mentendo e lui non tollerava di essere preso in giro in quel modo.
"Se c'è una cosa che apprezzo in una persona è la sincerità, siete stata più che sincera l'altro giorno quindi riesco a capire quanto mentite e voi ora non mi avete detto la verità. Non desidero certo una moglie bugiarda, quindi se non mi direte il vero riterrò opportuno stracciare il nostro contratto e ritenere nullo il nostro accordo."
La ragazza sbiancò, si era ritrovata con le spalle al muro. Era sicura che anche se gli avesse detto la verità lui non l'avrebbe voluta comunque in moglie, ma a questo punto tanto valeva confessare, a cosa serviva nasconderglielo?
"Non volevo dirvelo perché temevo non mi avreste accettato come moglie se l'aveste saputo..."
"Cos'è che non dovevo sapere?" la incalzò lui, guardandola irato.
"Ino, la mia gemella,... ha la tisi."
"La tisi?" ripeté il duca, sgranando gli occhi.
"Sì, è in fase piuttosto avanzata e le medicine costano ed è per questo che io..." si interruppe Sakura, resistendo alla tentazione di scoppiare a piangere. Non lo avrebbe fatto. Non di fronte a lui. Si morse le labbra e fissò il piatto davanti a lei.
" ...ed è per questo che voi avete accettato di sposarmi."
La rosa si alzò in piedi, posò il tovagliolo sulla tavola e disse:
"Tolgo il disturbo. Mi spiace avervi fatto perdere tempo" prima di voltarsi verso la porta per andarsene.
Ma non riuscì a fare nemmeno un passo, perché il duca la bloccò stringendole un polso.
"Non mi sembra di avervi detto di andarvene."
"Ma io..."
"E non ho detto nemmeno che non voglio più sposarvi. Mi avete detto la verità ed era quello che volevo."
Sakura era sorpresa.
"Sapete che la tubercolosi è una brutta malattia..."
"Sì, conosco la sua pericolosità, ma da quello che ho capito vostra sorella ne è affetta da tempo e voi nonostante tutto non vi siete ammalata."
"Sì, è così."
"Non ho cambiato idea, ma cercate di stare attenta alla vostra salute."
"Ne siete sicuro?"
"Sì, ma vi chiedo solo una cosa: quando resterete incinta evitate di stare troppo vicina a vostra sorella. L'ultima cosa che desidero è perdere mia moglie e mio figlio. E cercate di non mentirmi più, specialmente su questioni così importanti."
Sapere che lei era una donna capace di sacrificarsi per il bene della famiglia lo aveva convinto ancora di più del fatto che fosse la donna giusta per lui. Il suo erede sarebbe stato in buone mani.
Certo, lo preoccupava che la sua futura cognata avesse la tisi, ma aveva provato sulla sua stessa pelle che le malattie non risparmiano nessuno. Come poteva condannare Sakura per quello che aveva fatto?
La conversazione fu interrotta dalle cameriere, venute a portare la seconda portata: un delizioso agnello cotto al forno con menta e rosmarino, accompagnato da patate novelle.
Il duca le fece segno di sedersi di nuovo e, rimasti di nuovo soli, ripresero il discorso.
"Sakura,... posso chiamarvi per nome? E gradirei che lo faceste anche voi, almeno quando non c'è nessuno con noi."
Il suono del suo nome detto dal duca la stupì e le fece inaspettatamente battere forte il cuore.
"Ve bene, milord... ehm, volevo dire Sasuke....Grazie per non avermi mandata via."
La gratitudine in quegli occhi verdi lo fece sentire appagato, ma molto in imbarazzo, quindi decise di cambiare argomento.
"Sakura... vorrei parlare dei dettagli pratici del matrimonio. Dovremo accontentarci di un piccolo ricevimento, il tempo è poco per organizzare un ricevimento in grande stile, ma voglio che sia comunque un evento importante e che voi siate vestita adeguatamente, quindi vi farò avere dei disegni e dei campioni di tessuto così insieme a vostra madre potrete scegliere un abito da sposa. Voi potrete occuparvi anche degli accessori e dei fiori. Io organizzerò la cerimonia e un piccolo rinfresco, solo per i parenti, il pastore e i vicini. Dopodiché partiremo per la mia casa in campagna."
"Dista molto da Londra?" chiese Sakura, rattristata dal fatto che avrebbe potuto vedere poco la madre e la sorella in quel caso.
"Circa due giorni di viaggio."
Sakura piegò le labbra verso il basso, gesto che non passò inosservato all'uomo.
"La cosa vi dispiace?"
"Non fraintendetemi, io amo la campagna, ma mi spiace stare così lontana da mia madre e da Ino."
"Potrebbe sempre trasferirsi più vicina a noi con la rendita mensile che vi ho concesso e lasciare il posto in cui vivete adesso, mi avete detto che è in un brutto quartiere."
"Avete ragione, sono così confusa da tutte queste novità che fatico a ragionare lucidamente, milord."
"Sasuke... avevamo deciso di chiamarci per nome" le ricordò lui.
"Ah, sì, Sasuke."
Un po' più tranquilla, dopo tutti questi chiarimenti, si gustò il secondo e poi il tè e la grande varietà di dolci che le servirono per dessert, osservando con curiosità il duca divorare dei dolci dall'aspetto strano.
"Che cosa sono?"
"Pasticcini al pomodoro."
L'espressione disgustata di Sakura lo fece sorridere.
"Li preparano apposta per me, io odio i dolci."
"Io invece li adoro, comunque dopo questo pasto sostanzioso non riuscirò di certo a lavorare."
"Avete bisogno di fare movimento allora" disse lui, alzandosi e facendo cenno alla ragazza di seguirlo.
Le fece visitare con calma ogni angolo della casa, dal salottino per accogliere gli ospiti, alla sala da ballo con le pareti piene di specchi, fino alla cucina, presentandole man mano il personale di servizio.
Le camere da letto al piano superiore la lasciarono senza parole, erano tutte ampie ed ognuna aveva il proprio balconcino, ma la più bella era quella padronale con il grosso letto a baldacchino con le colonne di legno intarsiato che dominava la stanza.
Si sentì arrossire ad esaminare quella stanza, ma doveva abituarsi all'idea che da lì ad una settimana avrebbe dormito con l'uomo che la stava accompagnando in quella visita.
Quel pensiero sembrò passare anche per la mente del duca, che non smetteva un attimo di esaminare le sue reazioni e, vedendola arrossire, ghignò divertito, beccandosi un'occhiataccia dalla ragazza.
Finito il tour la accompagnò alla carrozza, ma prima di congedarsi le prese la mano destra tra le sue e si chinò con il volto fino a posarvi sopra le labbra e, ancora chinato, la guardò negli occhi.
"Non vedo l'ora che sia domani. Arrivederci."
"A-arrivederci" rispose lei, prima di entrare nella carrozza e portarsi quella mano al petto per far calmare il proprio cuore in tumulto.

* * *
Inutile dire che quel pomeriggio Sakura fu molto distratta la lavoro, ma Kabuto volle comunque farla rimanere più a lungo per recuperare le due ore perse per il pranzo.
Sakura si ripromise di parlare con lui il giorno successivo, doveva dirgli che si sarebbe sposata a breve e dargli il preavviso che lasciava il lavoro, sicuramente lui aveva intuito qualcosa, infatti l'aveva osservata tutto il tempo con una strana espressione in volto, ma aveva rimandato la chiacchierata perché doveva prima affrontare Mebuki.
Finito il turno si cambiò in fretta e furia e corse per tutto il tragitto che la separava da casa, finché, in vista dell'appartamento dovette fermarsi a riprendere fiato. Il nervosismo la stava facendo impazzire, come avrebbe reagito sua madre? E sua sorella?
Forza Sakura! Lo fai soprattutto per loro. Spalle dritte e testa alta.
"Sono a casa!" disse, non appena aperta la porta.
"Era ora! È tardissimo, stavo cominciando a preoccuparmi" la accolse la signora Haruno.
"Ho dovuto recuperare un po' di tempo perso stamattina, sai che Kabuto non transige."
"Tesoro, ma stamattina sei uscita presto come al solito. E guarda che non ho scordato che abbiamo un discorso in sospeso."
"Non l'ho scordato nemmeno io. A questo proposito vorrei parlare con te e con Ino, è ancora sveglia?"
"Sì, ha voluto aspettarti ad ogni costo."
"Bene" le rispose Sakura, dirigendosi verso la stanza della sorella.
"Ino, come ti senti?"
"Come stamattina, ma volevo assolutamente darti la buonanotte"
"Sono felice che tu sia sveglia. So che avevate notato entrambe che in questi giorni sono stata nervosa e volevo dirvi il motivo" cominciò a dire Sakura, sperando in cuor suo che avrebbero creduto a quello che stava per dire.
"Finalmente ti decidi a parlare!" rispose Ino, mentre Mebuki la osservava, preoccupata.
"Il fatto è che ho conosciuto una persona e..."
"E chi sarebbe?" la interruppe Ino, curiosa come suo solito. Se non fosse stata un fascio di nervi per quello che doveva dire, Sakura si sarebbe messa a ridere per la felicità, era più di un anno che non notava un'espressione così viva sul volto della sorella.
"Se mi fai parlare te lo dico. È da un po' di tempo che questa persona viene a farsi visitare alla clinica e pian piano ho preso confidenza con lui..."
" È un uomo allora!" la interruppe di nuovo Ino.
"Ino! Comunque... sì, si chiama Sasuke Uchiha. Viene spesso perché è malato di cuore, gravemente malato..."
"Mi dispiace per questo ragazzo" intervenne Mebuki, "ma non capisco cosa centri col tuo umore altalenante."
"Ecco, io... Mi sono innamorata di lui" sbottò alla fine Sakura, che non vedeva l'ora di chiudere il discorso.
"Innamorata?" dissero all'unisono le altre due donne.
"Sì."
"Oh, Sakura... sono felice che tu ti sia finalmente lasciata andare, ma... sei stata davvero sfortunata" interloquì sua madre con delicatezza.
A quel punto la rosa non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a piangere. Si sentiva in colpa perché stava mentendo spudoratamente alle due persone che amava di più al mondo e stava sfruttando Sasuke, un uomo moribondo.
"Oggi è venuto a trovarmi e mi ha invitata a pranzo. Per questo ho dovuto recuperare il tempo perso e... mi ha chiesto di sposarlo."
"Cosa?"
"Lo so che è tutto improvviso, ma io... ho accettato. Ci sposeremo tra una settimana. Vi garantisco che ci ho riflettuto bene, non ho preso questa decisione con leggerezza. Gli restano pochi mesi da vivere e vogliamo passarli insieme."
"..."
"..."
"Non vi ho detto tutto, comunque. Lui è... un duca."
"Un duca?" chiesero entrambe le donne.
"Esatto. Sa della nostra situazione finanziaria, ma non gli importa, anzi mi ha garantito una rendita cospicua con la quale potrò aiutarvi a sopravvivere e a trasferirvi in una casa nuova, più salubre e più vicina a dove mi trasferirò una volta sposata. Mi dispiace non poter vivere più con voi, ma verrò a trovarvi spesso e... e..."
"Calmati, Sakura" la interruppe Ino, " sappiamo che ci vuoi bene, non penserei mai e poi mai che ci vuoi abbandonare, e anche se non badassi più a noi non te ne farei una colpa."
"Ma che dici!?"
"Dico che so di essere un peso."
"Non sei un peso! Non lo sei mai stata!" la rimproverò la rosa.
"Lui sa della mia malattia?"
"Sì, e non gli importa. Quindi non farti troppi problemi."
"Questa sì che è una cosa rara."
"Mi spiace avervi tenute all'oscuro, ma è successo tutto molto in fretta. Domani ci ha invitate a pranzo da lui, mamma, vorrebbe conoscerti."
"A questo punto voglio conoscerlo anch'io. Anzi esigo di conoscerlo" rispose Mebuki con tono battagliero, sempre pronta a difendere le sue figlie.
"Quando tornerai dovrai raccontarmi tutto, eh?" disse Ino.
"Certo. Lo controllerò da cima a fondo."
"Non serve essere così protettive, so cavarmela da sola" rispose Sakura indispettita, facendo sorridere le altre due.
"Lo so, ma sono curiosa di sapere com'è. È molto bello?"chiese Ino.
"Abbastanza" rispose restando sul vago.
"Se sei così titubante a rispondere significa che è molto bello. E brava sorellina, così si fa!"
"Sei tremenda Ino!" arrossì Sakura.
" È ora di andare a dormire, continueremo la discussione domani" le interruppe Mebuki.
"Buonanotte!" le salutò Sakura, con espressione allegra dirigendosi verso la sua camera.
Una volta chiusa la porta vi si accasciò contro, lasciandosi scivolare a terra.
Pregava che il Signore la perdonasse per quelle menzogne, anche se non era pentita di aver mentito visto i sorrisi che erano nati sui volti di Ino e Mebuki. La speranza stava rinascendo in loro. La speranza che sarebbe andato tutto bene.

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