Londra, una settimana dopo, residenza di Obito Uchiha
Dannazione! Nemmeno questa candidata va bene.
Sasuke si era temporaneamente trasferito nella casa di città del cugino. Avrebbe potuto benissimo risiedere nell'appartamento di Itachi, ma Obito e Rin avevano insistito molto per averlo con loro e comunque era meglio che nessuno sapesse della sua presenza a Londra.
Non voleva attirare l'attenzione più di tanto ed essere costretto a partecipare ad un mucchio di stupide feste in cui gli uomini l'avrebbero tormentato cercando di farlo investire in chissà quali imprese e le donne lo avrebbero visto come un grosso tacchino pronto per essere catturato, spennato, riempito e messo in forno.
I capelli scuri, tenuti leggermente lunghi ai lati del volto tanto pallido e perfetto da sembrare scolpito nel marmo da un artista, gli intensi e freddi occhi ossidiana e il portamento altero di chi sa di potersela cavare in ogni situazione attraevano molto il gentil sesso, quasi quanto i suoi cospicui averi e possedimenti. Lo faceva imbestialire quel loro continuo provare ad accalappiarlo, soprattutto perché sapeva bene che nessuna di quelle oche giulive sarebbe riuscita a tollerare il suo caratteraccio per più di un paio di giorni. Lui era un tipo spartano, poco avvezzo alle smancerie e al corteggiamento, era freddo e spietato negli affari ed odiava avere a che fare con gli stupidi.
Seduto alla scrivania dell'ufficio di Obito, squadrava nervosamente i fogli davanti a lui. Aveva smesso da settimane di occuparsi degli affari, trattando solo quelli più importanti e delegando il resto al cugino, che alla sua morte si sarebbe occupato di tutto, almeno fino al ritorno di suo fratello.
Perché lui ci credeva ancora al fatto che Itachi sarebbe tornato.
Tutti pensavano che Itachi fosse stato invischiato in qualche brutto affare e che fosse morto, quale altra spiegazione poteva esservi per il suo strano comportamento prima di sparire? Ma Sasuke lo conosceva bene, sapeva che Itachi in un modo o nell'altro riusciva sempre a cavarsela, quindi era certo che fosse vivo, ma invischiato in una faccenda talmente pericolosa da non voler coinvolgere il suo adorato fratello.
Il fatto era che adesso Sasuke aveva davvero bisogno di vederlo, non voleva morire senza averlo rivisto un'ultima volta, quindi si era rivolto a Naruto, il suo migliore amico e compagno d'armi, che era partito alla sua ricerca giurando che lo avrebbe riportato indietro il prima possibile.
Si fidava di lui, non lo aveva mai deluso e sperava che nemmeno stavolta lo avrebbe fatto, anche se non aveva avuto il coraggio di dirgli il perché della sua improvvisa decisione di riprendere le ricerche, sapeva che Naruto gli voleva bene e che non sarebbe mai partito se avesse saputo che Sasuke era gravemente malato.
Quindi a Sasuke restava solo una cosa da fare: trovare una moglie.
La ricerca stava procedendo molto lentamente, Orochimaru aveva utilizzato alla sua rete di informazioni per scovare le donne più promettenti ed aveva incontrato alcune delle candidate, passando poi i dossier che aveva compilato al duca, ma nessuna di quelle donne lo aveva colpito particolarmente. Nessuna gli era sembrata adeguata al ruolo di duchessa e madre del futuro erede degli Uchiha.
Sasuke aveva incontrato ben cinque di loro, ma da quegli incontri, avvenuti in quell'ufficio, era uscito sempre più deluso ed arrabbiato. Orochimaru aveva scelto donne di bell'aspetto dal carattere forte, ma che sembravano solo delle arrampicatrici sociali, cui interessava solo il denaro e il potere e che non erano adatte a crescere un bambino da sole. Doveva aspettarselo visto che volevano sposarsi solo per denaro, ma lui voleva qualcuno che avesse dei saldi principi morali, che avesse un briciolo di amore da dare al loro eventuale figlio, che non avrebbe visto il bambino solo come un mezzo per diventare ricca, ma come un essere prezioso da proteggere e tenere al sicuro. Sapeva di chiedere troppo, ma non poteva arrivare a compromessi riguardo questo punto, non poteva permettere che il piccolo vivesse infelice dopo la sua dipartita.
Aveva appena incontrato Karin Uzumaki, una donna dal carattere impossibile e insopportabile che non aveva fatto altro che guardarlo adorante, mangiandoselo con gli occhi, e sembrava totalmente inadatta a diventare la sua consorte.
Un leggero bussare alla porta lo distolse dai suoi pensieri.
"Avanti!"
"Con permesso!" la dolce voce di Rin precedette il suo ingresso nella stanza, i corti capelli castani tirati su in uno chignon da cui sfuggivano alcune ciocche, gli occhi nocciola carichi di allegria, l' incedere un po' goffo a causa del pancione e un vassoio carico di dolci e di tè tra le mani.
"Rin, non dovresti fare sforzi!" la rimproverò il marito che era improvvisamente comparso alle sue spalle.
"Ma quali sforzi! Non essere esagerato, non pesa molto."
"Lo porto io." insistette Obito, prendendo il vassoio e posandolo sulla scrivania, per poi rivolgere uno sguardo di rimprovero a sua moglie.
Lei, scuotendo la testa, gli infilò una mano nei capelli, scompigliando un po' i corti capelli scuri del marito.
"Sei troppo iperprotettivo, sono al sesto mese, non al nono, e ce la faccio benissimo a prendermi cura di me stessa e del piccolo, siamo forti sai?"
Lui e Rin avevano atteso molto prima di riprovare ad avere un bambino, il primo era morto durante il parto e avevano impiegato molto a riprendersi da quel dolore e trovare il coraggio di rischiare ancora la propria felicità, questa seconda gravidanza sembrava andare a gonfie vele e Rin era molto in forze rispetto alla prima volta, ma Obito tremava di paura ogni volta che pensava a quello che poteva succedere e la teneva sempre sott'occhio.
L'Uchiha non rispose alla domanda di sua moglie, ma appoggiò delicatamente la mano sul ventre gonfio e sussultò sentendo che il piccolo si muoveva.
Sasuke, guardando quella scena così intima, provò un invidia pazzesca per il cugino. Non avrebbe mai creduto di poter essere così geloso di qualcuno, se qualche mese prima qualcuno gli avesse detto che avrebbe disperatamente voluto un figlio gli avrebbe di sicuro riso in faccia, ora invece era anelava quel legame come se fosse stata la sua unica ancora di salvezza.
"Facciamo uno spuntino?" chiese la donna ai due uomini.
"Certo cara." rispose Obito, mentre Sasuke si limitò ad annuire con la testa, mentre Rin riempiva tre bicchieri di tè e si sedeva, per poi buttarsi sui dolci che la cuoca aveva preparato per loro.
Sasuke, che odiava i dolci, notò con piacere che Rin aveva portato anche le tartine al pomodoro che tanto gli piacevano, e che si trovavano solo in un negozio di Londra, vicino a Buckingham palace. Nessuno dei due coniugi le amava, ma Obito ogni volta che poteva ne faceva una scorta da portare al cugino.
Sorseggiando la tazza di tè si concesse una decina di tartine, finché non arrivò il momento di tornare a concentrarsi sulla sua ricerca.
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One Last Wish
FanfictionUn uomo in fin di vita, una ragazza disperatamente bisognosa di denaro e un contratto. Cosa desidereste se vi rimanessero solo sei mesi di vita? Dal testo: " La scoperta di essere malato gravemente e di rischiare di morire aveva però messo Sasuke co...