Capitolo 29

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Red Castle

"Come hai potuto rapire mia cognata!? Lasciala andare, vigliacco! È ora che tu paghi per i tuoi crimini" disse freddo Itachi, guardando con disprezzo suo zio e cercando di avvicinarsi il più possibile al trono in cui sedeva quell'uomo crudele.
"Sai... Tuo padre è sempre stato una spina nel fianco, fin da quando eravamo giovani. Il perfetto e irreprensibile Fugaku che non aveva nessun vizio, né alcol, né donne, né gioco d'azzerdo. L'ho sempre odiato per questo e quando si è rifiutato di aiutarmi ho deciso di farlo fuori; è stata un'esperienza istruttiva, tanto che ho deciso che il mondo della criminalità mi si confaceva particolarmente.
Se tu fossi rimasto al tuo posto non vi sarebbe accaduto nulla, e invece hai voluto indagare e smuovere le acque. È stata solo colpa tua se tuo fratello si è dovuto congedare dall'esercito per prendere il titolo di conte al tuo posto, per non parlare del fatto che l'ho avvelenato pian piano tramite Obito per fargli credere di essere prossimo alla morte e cercarti. Il piano ha funzionato visto che alla fine sei tornato in Inghilterra..."
"Obito non ci tradirebbe mai!" "Lo ha fatto, mi è bastato minacciarlo. La sua cara Rin e il pargoletto che tanto volevano sono stati un ottimo incentivo."
"Sei un mostro" affermò gelido il più giovane.
"Sì, e me ne vanto. Non ho mai detto né pensato di essere un gentiluomo. Dato che ti sei spinto tanto oltre ho deciso che sterminerò l'intera stirpe di Fugaku a cominciare dall'erede che cresce nel grembo di questa donna" affermò Madara, tirando le corde che legavano i polsi di Sakura e puntando un pugnale verso il suo ventre, leggermente arrotondato.
Itachi impallidì ancor di più. Non sapeva che Sasuke stesse per diventare padre, in ogni caso non avrebbe permesso a quella bestia di far soffrire ancora suo fratello. Si era allontanato da Sasuke per tenerlo al sicuro, non rivelandogli nulla di quanto emerso dalle sue indagini, invece lo aveva lasciato privo di protezione e in balìa di quel mostro che era diventato suo zio.
Gli occhi spaventati di Sakura passavano dal pugnale ad Itachi in una tacita richiesta di aiuto a cui l'Uchiha non poteva non rispondere.

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La contessa non stava capendo molto della situazione in corso, ma di una cosa era sicura: quell'uomo dai lunghi capelli scuri doveva essere fermato.
Era stata rapita tanto in fretta dalla sua casa di Londra da aver avuto a malapena coscienza della morte e distruzione che egli aveva lasciato dietro di sé: rivedeva ancora Matsuri, spaventata dai rumori provenienti dal piano di sotto che la spingeva a chiudersi nella cabina armadio per poi gettarsi a terra con lei quando un colpo d'arma da fuoco aveva fatto saltare la serratura; ricordava Kakashi scagliarsi contro tre uomini e spenderne due per poi essere preso alla sprovvista dal terzo che lo aveva ferito all'addome, ma continuare a lottare ricevendo in cambio una seconda pugnalata, stavolta in occhio; ricordava bene la sensazione delle mani viscide di quell'uomo che aveva dichiarato di essere lo zio di suo marito che le stringevano i polsi in una morsa, mentre uno dei suoi scagnozzi la imbavagliava e legava.
L'avevano caricata in carrozza come fosse stato un pacco e l'unica cosa che l'aveva trattenuta dal fare resistenza era stata la paura di ricevere un colpo alla pancia, il terrore di perdere il bambino che Sasuke aveva desiderato tanto, inoltre era ancora debole dopo essersi sentita male.
Aveva pensato di essere stata rapita per chiedere un riscatto, ma quando, arrivati a destinazione, le avevano tolto il bavaglio e lei aveva detto: "Mio marito pagherà qualunque cifra, ma per amor del cielo, non fate del male a me e al bambino" aveva ricevuto in cambio un'occhiata incredula e una risata profonda e incontenibile.
Lì aveva capito che qualcosa non andava e nel momento in cui aveva cominciato a sentire rumori di esplosioni fuori dalle mura di quel gelido castello in cui era stata condotta, una brutta sensazione si era depositata nel suo petto. Fino a diventare panico nel sentire le parole d'astio che volavano tra l'uomo dai lunghi capelli neri legato in una coda bassa che aveva riconosciuto come il fratello di Sasuke e il suo rapitore.
Non era riuscita a capire molto del loro discorso, troppo presa dal terrore per poterne comprendere il senso e concentrata nel tentativo di sciogliere il nodo che le teneva ferme le mani. Doveva fare qualcosa e in fretta.
In un attimo quell'uomo crudele l'aveva avvicinata a sé, puntando un pugnale contro la sua pancia e a quel punto non ci vide più per la paura e per l'ira. Capì che restarsene in attesa di essere aiutata non sarebbe bastato a nulla.
Negli occhi di Itachi vide la determinazione di chi non aveva intenzione di cedere, quindi si fece coraggio e con un movimento brusco cercò di impadronirsi di quella pericolosa lama, stringendola con la corda che le legava i polsi.
Madara, non aspettandosi un simile gesto da lei, non reagì con abbastanza velocità, Sakura riuscì a tagliare i legami e ad allontanarsi di un metro, lo spazio sufficiente a Itachi per tentare un assalto frontale e puntargli contro la spada lanciatagli da Pain, mentre quest'ultimo teneva occupate le guardie lanciando le lame sottili che teneva custodite sotto il panciotto.

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