Capitolo 17

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Red Castle, ore 16:00 

Introdursi in quel maniero non era stato affatto facile. Dalle informazioni avute da Itachi Uchiha avevano dedotto che l'uomo a cui stavano tentando di togliere la vita era molto astuto ed altrettanto cauto, ma non si erano di certo aspettati di ritrovarsi davanti tante trappole. 
Il percorso tra la campagna circostante e le mura di cinta aveva causato la perdita di due delle sue preziosissime karakuri ningyo, le bambole meccaniche che aveva costruito con tanto impegno ed amore.
Dopo il suo fallimento nel paese natio Sasori aveva passato quattro anni in Giappone apprendendo le loro tecniche per la costruzione di bambole meccaniche ed unendo il tutto alle sue conoscenze sulle marionette era riuscito a costruire ningyo non solo somiglianti agli uomini, grazie allo studio dell'anatomia umana, ma anche in grado di compiere gesti meccanici come lanciare dardi velenosi dalle cerbottane e premere il grilletto dei fucili Colt a ripetizione di cui li aveva dotati. Erano un gran vantaggio in battaglia perché facevano credere al nemico che fossero più persone ad attaccarlo quando invece era uno solo.
L'italiano andava molto fiero del suo lavoro, considerava ognuna delle sue "marionette" delle opere d'arte. Ogni ingranaggio di legno era lavorato a mano, i capelli delle parrucche che utilizzava venivano dai cadaveri che disseppelliva per i suoi studi di anatomia ed ognuna di esse era munita di un meccanismo esplosivo che solo lui era in grado di disinnescare e che faceva in modo che chiunque mettesse mano su di loro e volesse smontarle per scoprirne i segreti sarebbe saltato in aria.
La sua preferita era Hiruko che purtroppo non aveva potuto portare con sé data la necessità di passare inosservati e l'ingombro notevole che costituiva quest'ultima, essendo così grande da consentirgli di usarla come armatura e di manovrarla dall'interno.
Lui, al contrario di Deidara che preferiva armi ad azione diretta come bombe e mine, preferiva quelle ad azione indiretta come fucili e cerbottane. Ovviamente il veleno dei suoi dardi lo aveva sintetizzato lui stesso con una miscela di digitale e cicuta che estraeva dalle piante che Konan gli permetteva di tenere nel giardino sul retro della taverna.
Quando un boato scosse il terreno e vide fuoco e fumo provenire da una breccia nelle mura sorrise sadico e strinse forte il calcio della sua Colt.

Andiamo.

* * *

Villa Uchiha, ore 18:30

Dopo il chiarimento avvenuto a colazione, i coniugi Uchiha, avevano pranzato insieme e, sentendo il bisogno di restare vicini, si erano chiusi insieme nello studio del duca.
Mentre Sasuke, seduto alla scrivania, studiava alcuni documenti riguardanti possedimenti lì a Londra che valutava di vendere in quanto poco redditizi, Sakura, nella comoda poltroncina accanto alla libreria, leggeva il libro mastro della casa che Kakashi le aveva consegnato due giorni prima ma che non aveva ancora avuto il tempo di controllare. 
Adesso era lei a dover controllare le spese oltre che a decidere quando le stanze inutilizzate dovevano essere arieggiate e pulite, consultarsi con il cuoco per decidere menù e comparare i prezzi dei vari mercanti in cerca di cibi di stagione e di qualità ad un prezzo onesto.
Il maggiordomo le aveva anche detto che poteva modificare mobilio e tende secondo il suo gusto, ma per il momento la cosa non le era interessata molto visto che avrebbero trascorso solo altri tre giorni in quella villa prima di andare in campagna dove il suo consorte preferiva vivere.
In realtà nessuno dei due faceva davvero caso a quello che leggevano, ma si guardavano di sottecchi cercando di non farsi cogliere in flagrante dall'altro, distogliendo lo sguardo quando le loro iridi si incrociavano e tornando subito a studiare i fogli che avevano davanti.
La tranquillità di quel momento domestico fu interrotto dal rumore di una carrozza che sentirono distintamente anche con la finestra chiusa e dal suono di una voce inconfondibile, che due minuti dopo percepirono dietro la porta.
"Teme!"
Una smorfia infastidita si dipinse sulle labbra del duca, mentre un sorriso arcuò quelle della duchessa, nel momento in cui Kakashi, aprendo la porta, venne spinto da una parte dal proprietario di quelle corde vocali che causavano suoni tanto fastidiosi secondo i delicati timpani dell'Uchiha.
"Si può sapere cos'è successo nella taverna? Da quando sei stato là dentro non ti ho più sentito. Hai idea di quanto sia stato preoccupato?" gli chiese senza dargli tempo nemmeno di respirare.
"Se eri tanto preoccupato perché ti fai vivo solo oggi?" gli rispose il moro, tentando di tergiversare.
"Ma io volevo venire! Solo che Neji mi ha impedito di venire affidandomi un sacco di incarichi e mi ha ribadito più volte che avrei dovuto darti tempo per digerire qualunque cosa sia successa là."
"E da quando in qua dai retta a lui?" chiese l'Uchiha sorpreso dal fatto che avesse obbedito allo Hyuga.
"Ho provato a fuggire varie volte, ma mi ha messo alle costole Yamato e sai anche tu che non è un tipo facile da seminare. E poi Hinata ha detto che avrei disturbato e che avresti preferito passare il tempo con tua moglie invece che con me."

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