6. Marchiata

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Mi allontano da lui. Non può veramente pensare che io sia come le altre. Non può pensare che con due moine e una carezza può fare di me tutto quello che vuole.
-Voglio dormire Nick. E non voglio dormire con te. Non sono come le altre, io ho rispetto di me stessa.-
MI guarda non smettendo mai di togliere la sua mano dai miei capelli. Rimane a fissarmi per dei minuti prima di darmi le spalle e dirigersi verso il suo armadio. Si toglie la maglietta come se nella stanza non ci fossi anche io e ne prende una pulita dall'armadio che poi mi lancia.
-Indossala per la notte. Per stare più comoda.-
Guardo la maglietta tra le mie mani e poi guardo lui.
-So che non vuoi fare sesso con me. Ma dormirai ugualmente nel mio letto. Prometto che non ti toccherò.-

Io non voglio dormire qui. Voglio una stanza per me, se proprio non posso tornare a casa mia. Il suo sguardo, che non ammette repliche, è ancora rivolto verso di me. Mi dirigo in bagno dove mi spoglio e poi esco con solo la sua maglia. È troppo corta. Mi arriva al ginocchio. Appena esco lui si trova sul letto steso a dorso nudo che guarda il soffitto. Sono così imbarazzata che sento la faccia andarmi a fuoco. Non appena sente la porta del bagno chiudersi sposta il suo sguardo su di me. Vedo il desiderio. Vedo la voglia che ha di farmi sua. Spero solo che mi lasci in pace che non faccia nulla contro la mia volontà. Più mi avvicino a quel maledetto letto, più mi chiedo come abbia fatto a cacciarmi in tutto questo. Io non volevo questo per la mia vita. Proprio no!
-Ti sta bene.-
Mi ritrovo stesa al suo fianco con le luci soffuse e i brividi su tutto il corpo.
-Avrei preferito un pigiama.-
Mi volto dandogli le spalle. Lui non mi risponde spegne le luci e sento il letto muoversi mentre si volta con il busto verso di me. Allunga la mano e mi prende per il fianco per poi avvicinarmi a lui. Sento il suo torace a contatto con la mia schiena. Non capisco tutto questo. Non capisco il suo comportamento. Non mi torna. Nonostante la posizione non mi muovo, chiudo gli occhi e attendo che un po' alla volta morfeo si impossessi del mio sonno. Nel momento esatto in cui sto per entrare nel sonno più totale sento il suo respiro avvicinarsi al mio orecchio.
-Cosa mi stai facendo bambina? Perché ho disperatamente bisogno di toccarti?-
Sento la sua mano stringermi ancora di più a sè, come se fosse la sua fonte di vita.
-Cos'hai di diverso dalle altre? Perché quando tu mi dici no, io ti rispetto? Perché non riesco a trattarti come le altre? Perché per me non sei una scopata e via?-

Il mio corpo un po' alla volta sta abbandonando quel sonno che stava per catturarmi, sono concentrata sulle parole che mi dice, pensando che io stia dormendo.
-Non puoi essere per me diversa dalle altre. Non puoi tu, pensare di potermi manovrare come un burattino.-
Sento la sua bocca avvicinarsi al mio collo. Ho paura che stia per marchiarmi con un succhiotto ma non è così. Lo sento solo baciare il mio collo più volte, come se stesse cercando il coraggio di marchiarmi. Cosa che per fortuna non fa.

Ormai il sonno si è impossessato di me. È strana come cosa. Non ho mai dormito fuori di casa eppure prendere sonno in una stanza diversa dalla mia, con un puttaniere al mio fianco non è stato poi così difficile. Mi risveglio che è ancora notte fonda. MI guardo intorno, sento che manca qualcosa. Mi basta voltarmi verso la mia sinistra per capire che Nick non è più al mio fianco. Dalla stanza accanto alla mia sento costantemente provenire dei rumori, che inizialmente sono leggeri ma che un po' alla volta diventano sempre più assordanti.
Vorrei rimettermi a dormire. Cercare di prendere sonno e sperare che il sole sorga presto. Ma più guardo il soffitto sperando che Morfeo si impossessi di nuovo di me più i rumori della stanza accanto mi richiamano.
Non dovrei alzarmi e andare a vedere ma è come se quei rumori sempre più assordanti mi chiamassero.
Mi alzo cercando di far scricchiolare il letto meno possibile. Mi avvicino alla porta socchiusa è lentamente la apro. La luce del corridoio è spenta, come anche quelle delle altre stanze. Tutte tranne una, quella da cui arrivano i rumori assordanti. Più mi avvicino a quella maledetta porta, più il mio cuore inizia a martellare nel petto, come se io non dovessi essere qui. Come se quello che potrei vedere in quella stanza potesse distruggermi per sempre. Come la porta della stanza di Nick, anche questa è socchiusa. Non appena mi avvicino percepisco i rumori ancora più vicini, ma questi cessano nella mia mente quando avvicinò l'occhio alla fessura della porta e vedo al suo interno. Nick e Selena che ci danno dentro come tanti conigli. Ogni volta che lui entra dentro spinge così forte da portare il letto a sbattere vicino al muro.
Lei lo tocca, come se volesse avere un contatto più profondo, come se avesse paura di perderlo da un momento all'altro. Lo stringe a sé con le braccia e con le gambe. Respirano entrambi affannosamente. Mi sento pietrificata. Non so se restare qui oppure se scappare in camera. Non so neanche come mi sento vedendo quello che ho davanti. Non dovrei sentirmi nè arrabbiata nè gelosa. Lui non è mio. È solo un puttaniere che sfortunatamente ho trovato nel mio cammino. Eppure sento un macigno sul petto, un masso che mi porta a non respirare. Stringe i suoi capelli e lei sembra non provare dolore, anzi. Sembra che gli piaccia ancora e che la faccia sentire ancora più partecipe. Lei arriva all'orgasmo prima di lui. Lui non si ferma continua a stringersi a lei e a spingere come se non ci fosse un domani. Lei lo chiama per nome, ma come se lui non la sentisse. Lui pensa solo a sé, come sempre. È il suo piacere che gli interessa, è il suo sfogo, è quello che vuole. Poco gli importa della donna che si trova sotto di lui. Per lui le donne sono solo giocattoli sessuali.
Do le spalle alla stanza e ritorno in quella di Nick in cui stavo dormendo. Perché ha insistito a farmi dormire nella sua stanza, se poi doveva lasciarmi da sola e andare a scopare con Selena nella stanza accanto?
Sento ancora quei rumori. E immagini ancora il modo in cui si stringono. Non dovrei provare dolore nè odio ma è quello che provo in questo momento. Cerco di fissare il soffitto per riaddormentarmi il prima possibile. Ma quelle immagini si fanno ancora spazio nella mia testa. Mi giro di lato dando le spalle alla porta. Non voglio che mi veda sveglia nel caso in cui entrasse nella stanza. Vorrei farmi piccola piccola e scomparire. Vorrei non averlo mai conosciuto. Sento dei passi avvicinarsi sempre di più alla stanza chiudo gli occhi e fingo di dormire. So che è lui. Sento che entra in camera e chiude la porta, poi si allontana dalla porta e si avvicina al bagno. Lo sento aprire e chiudere la porta del bagno e questo mi dà il coraggio necessario per aprire gli occhi e guardare davanti a me.

Ricomincio da Qui. || Completa|| CARTACEODove le storie prendono vita. Scoprilo ora