Un angelo caduto

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Quella vocina dentro la sua testa non la lasciava in pace. Rimuginava sulle parole di Harry da giorni. Ma a renderla tesa, come una corda di violino, era il fatto che non riusciva mai ad incontrare Draco se non per i pasti. Di certo non si poteva permettere di alzarsi e sedersi al tavolo dei Serpeverde. Minimo sarebbe venuto in infarto ad uno o tre persone e lui l'avrebbe uccisa. Non lo mostrava a nessuno, ovviamente, ma era in pensiero per lui e voleva avere un'occasione per parlarci. Sapeva già che Draco Malfoy l'avrebbe mandata al diavolo in senso letterario forse, ma doveva mettere fine ai suoi dubbi, doveva scoprire la verità, anche se ci sarebbe voluto tutto l'anno. Davvero non capiva dove scompariva Draco... le seccava ammetterlo ma lo seguiva, poi il biondo Serpeverde si disperdeva tra la folla, era come se si volatilizzasse. Un momento lo vedeva quello dopo la sua testa bionda e perfettamente in ordine, scompariva. Sapeva che frequentava le lezioni dopo aver sentito parlarne Dean, qualche volta, di lui e di come fosse particolarmente suscettibile anche contro Tiger e Goyle, i suoi due gorilla dal primo anno. Seamus diceva che non torturava più i primini come un tempo e spesso Zabini era da solo con la Greengrass e la Parkinson. Inoltre Ginny aveva perfino seguito le selezioni dei nuovi giocatori di Serpeverde, ma lui non aveva partecipato, e per giunta aveva sentito dire che non avrebbe fatto il Capitano quell'anno da due ragazze che piagnucolavano di volerlo vedere fasciato da quella bella tuta verde di Quiddich. Sembrava aver abbandonato ogni attività ricreativa ed extracurriculare. Non lo avvistava per i giardini, al Lago, in Biblioteca ne allo Stadio. E stava cominciando a dare troppo nell'occhio il suo atteggiamento da investigatore privato, tanto che Dean le chiese più di una volta dove si cacciava da un momento all'altro. Ma spesso si allontanava dal gruppo di amici, presi dal chiacchiericcio, per tentare di seguirlo. Ogni volta era un fiasco. Dopo due settimane decise di gettare le spugna. Ma non sapere dove si cacciava non faceva altro che terrorizzarla. Temeva, ogni giorno di più, che Harry avesse ragione.

-Ti aspettiamo al Lago Ginny! Non fare tardi!! La pergamena della Sprite non si finirà da sola...- le disse Lorie categorica, mentre si recava con Anna e Betty fuori dal Castello. Ginny annuì e corse a recuperare il libro di Erbologia. Doveva tentare di prendere una E in quella materia, quest'anno. Mentre a passo svelto attraversava il lungo corridoio notò con la coda dell'occhio, una figura nell'ombra, seduta nella rientranza di una finestra del Castello. "Per Morgana, ma quello è...Draco?". Lentamente si avvicinò al ragazzo, riuscendo a distinguere il suo viso contratto e serio, e lo sguardo rigido e fisso in punto nell'infinito spazio dei suoi pensieri. Giaceva con la schiena poggiata al muro di pietra delle colonne della finestra. Le gambe distese sul davanzale di marmo perlato. Decise di annunciare il suo arrivo, per non infastidirlo prima ancora di iniziare una conversazione.

-Ehm ehm...- si annunciò. Draco batté le ciglia e corrucciò il viso, come se si fosse appena svegliato da un lungo brutto sogno. Con un' espressione seria e rigida si voltò nella sua direzione e quando la vide sembrò sorpreso. –Draco...- disse Ginny con un filo di voce, adesso visibilmente colpita dal deperimento del ragazzo, rispetto all'anno scorso. Ma lui non rispose, si voltò e poggiò nuovamente la testa sul muro. Ginny sbuffò spazientita e si avvicinò ancora di più. Il sole del tramonto filtrava delicato dalla vetrata in mosaico, che mostrava un disegno di un Cavaliere trafitto dalla lama di un demone, mentre cadeva da cavallo. Draco non indossava la divisa come la ragazza, ma un altro dei suoi completi scuri, uno blu notte a collo alto, che lo fasciava rendendolo ancora più magro.

-Weasley lasciami in pace, per favore...- disse atono. "Per favore?! Questa mi è nuova!" pensò la rossa. Ma nemmeno se Pix in quel momento fosse sbucato a lanciarle Caccabombe, si sarebbe mossa di lì. Draco alzò un sopracciglio irritato e tornò a guardarla. –Sei sorda adesso?-
-Sono preoccupata per te, è ben diverso!- rispose con tono fermo e deciso, incrociando le braccia al petto. Parlava come se davvero fosse affar suo quello che frullava nella testa del ragazzo. Ma proprio perché no lo era, il biondo fece una smorfia assumendo un cipiglio di chi avesse appena ingurgitato un uovo marcio.
-Cosa? Tu, Ginevra Weasley, preoccupata per me, Draco Malfoy?- chiese con una risata amara, senza ne gioia ne divertimento. Ginny inclinò la testa di lato con l'espressione di chi è stata appena definita una che se ne infischia. –Non farmi ridere, Weasley... ti prego non ho tempo per i tuoi scherzetti e battutine da bambinetta... voglio restare solo!- concluse riprendendo a fissare un punto nel vuoto, di fronte a se.
-Ti sbagli... ti ho pensato quest'estate! Specialmente dopo quello che mi hai detto su tuo padre... non ci crederai ma mi è dispiaciuto...-
Draco si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito -Ovvio che non ci credo! Lo odiavi e lo odierai per sempre... l'hai detto tu: è un mostro per averti dato il diario quell'anno.... Non prendermi per sciocco Weasley, non ti riesce! Non voglio nemmeno la tua pietà falsa!- sciorinò arricciando il naso disgustato.
-Non sono falsa! E smettila di chiamarmi per cognome se non ti dispiace...- il biondo si voltò confuso. Notò in quel momento che non lo aveva chiamato neanche una volta Malfoy da quando era arrivata. Si mise seduto sul davanzale e la fissò nei grandi occhi ambra, rischiarati dall'arancione del sole. –Mi piacerebbe che mi chiamassi per nome...- aggiunse addolcendo il tono di voce. E si avvicinò talmente tanto a lui da incastrare il suo corpo tra le gambe, lasciate a penzolare, di Draco.
-Mi hai pensato?- domandò scioccato. Ginny annuì tranquillamente, dov'era la ragazza orgogliosa e acida che combatteva Malfoy? Stava agendo d'istinto e comandata da quello che gli dettava il cuore. La mente era offuscata, non rispondeva più. –E perché...Ginevra?- sottolineando divertito il suo nome con il tono della voce.
-Sono stata in pensiero per te... non so come ti sei dovuto sentire dopo l'arresto! Ti sarai sentito solo e confuso... e magari avresti avuto bisogno di un'amica vicino... non so cosa hai fatto quest'estate...- Draco sussultò e si irrigidì, deglutendo. Ginny se ne accorse e trasalì, smettendo anche di parlare. –Ho detto qualcosa di sbagliato?- Draco si grattò la spalla come se qualcosa lo avesse punto e scosse la testa bruscamente.
-No continua...- sibilò rauco come se avesse appena incassato un pugno allo stomaco. Ginny cercò di capire cosa potesse essere successo ma non riuscì a venirne a capo.
-Avrei voluto scriverti... poter parlare con te... ma...-
-Ma non si può! Vero Ginevra? Come può il figlio di un Mangiamorte poter parlare con la Principessa dell'Ordine della Fenice?- gli chiese ancora dolorante ma sforzandosi di punzecchiarla malignamente.
-Piantala Draco... ho pensato a te, come un ragazzo, nient'altro... come il figlio di nessuno! Qui siamo solo io e te... non c'è la famiglia Malfoy, né la Weasley... solo Draco e Ginny...- rispose seccata. Draco ghignò scettico e con un balzo elegante la sovrastò con la sua altezza, restando vicini, quasi a sfiorarsi.
-Draco e Ginevra, suona meglio...- disse suadente –Ginny è rozzo e popolano... Ginevra è elegante e raffinato! Si accosta meglio al mio nome!- continuò avvicinandosi al lobo del suo orecchio per bisbigliarglielo piano per poi scostarsi ed osservarne la reazione. Ginny lo guardò negli occhi, di nuovo luccicanti dopo due settimane. La rossa si morse il labbro ed annuì. Le faceva un effetto strano... le girava la testa, si sentiva scombussolata quando l'odore di rose la investiva con quella ferocia elegante. Sentiva lo stomaco rivoltarsi quando la sfiorava e tutto intorno diveniva superfluo. C'erano davvero solo lei e lui?!

La ragazza dagli occhi ambra ~ DrinnyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora