Chissà se le cose fossero andate diversamente... chissà cosa sarebbe successo se quella mattina si fosse svegliata con lui al suo fianco. Se lo avesse svegliato con un bacio e lui le avesse sorriso e le avesse detto che rinunciava a tutto per stare con lei. Forse adesso non si sarebbe trovata a camminare per i lunghi ed affollati, corridoi del castello, a passargli accanto, giorno dopo giorno, senza guardarlo, senza parlargli. In fondo loro non si conoscevano, non era stato reale... era stato solo un sogno. Forse un dolce e terribile sogno ma pur sempre irreale. Chissà cosa fosse successo se quella mattina lui fosse stato sveglio e l'avesse fermata...
Ma le cose erano andate diversamente: quattro giorni erano trascorsi da quella notte e non l'aveva più cercato, e anche se con difficoltà tanto da annodare la gola, non lo aveva pensato. In fondo era vero: che si era messa in testa? Non potevano stare insieme due come loro. Due persone così diverse non sono fatte per stare insieme. In un mondo del genere poi?! Non era affatto possibile. Non c'era alcuna speranza per due come loro.E così ora era sulla sua scopa, a sfrecciare, fianco a fianco, ancora una volta, alla cercatrice più brava degli ultimi anni, Cho Chang. E stava perdendo campo. La mora sfrecciava molto più veloce di lei sulla sua scopa nuova e per Ginny l'idea di prendere il boccino si stava facendo un altro sogno... oramai Cho aveva allungato il braccio, decise così di spintonare il retro della scopa della ragazza con il manico della sua. Cho iniziò a vacillare, perdendo campo. Ginny allora le diede una gomitata nel fianco, facendole anche perdere la giusta direzione. Adesso era lei in testa, mentre Cho si stava risistemando sul manico di scopa per non cadere rovinosamente da quell'altezza. La sentì insultarla come se stesse ringhiando un lupo famelico. Ma in quel momento la rossa sentiva il vociare dello stadio come ovattato, si sentiva dentro una bolla, con l'adrenalina che le scorreva nelle vene come delle piccole scosse, a fissare quella pallina dorata sfuggente. I cori rosso-oro la euforizzavano e le sembrò che la sua scopa stesse volando più veloce di quanto potesse per l'eccitazione. Abbassò la testa, chinandosi sul manico con tutto il busto, sentendo un bolide sfrecciare contro di lei. "Dannato Inglebee!" pensò a denti stretti. Percepì la presenza di Cho alle sue spalle, che nel frattempo l'aveva raggiunta. Ma oramai era troppo tardi: Ginny aveva afferrato il boccino e il boato nello stadio le perforò i timpani, portandole entrambe alla realtà. Aveva vinto e per la seconda volta aveva superato se stessa! Si girò verso l' asiatica che aveva arrestato la picchiata, e la guardava astiosamente. Se avesse potuto l'avrebbe cruciata lì, davanti a tutti. Ginny alzò un sopracciglio, sventolandone il boccino con la mano, in segno di vittoria, proprio sotto il naso.
-Al prossimo anno... chissà magari sarai più fortunata!!- cinguettò Ginny con un sorriso di scherno. Non sentì nemmeno, con tutto quel putiferio di schiamazzi e cori, la risposta della Corvonero, e scese giù, in campo, verso il resto della squadra. Katie e Demelza si abbracciavano e saltellavano per il prato fangoso, a causa della piogerella che aveva accompagnato lo svolgimento della partita. Peakes, Coote e Ron si spintonavano scherzosamente facendosi complimenti per aver giocato tutti egregiamente. Quando con i piedi toccò terra, lasciò cadere la scopa e si mischiò ai festeggiamenti.
-GINNY!!! SEI STATA GRANDE!- ruggì euforico suo fratello, mentre si liberava dalla stretta di Coote e la abbracciava forte, tanto da soffocarla. Da quell'abbraccio, si ritrovò, come l'anno precedente, sollevata da una cinquantina di studenti rosso-oro, che la scortarono, sollevata per aria, tra canzoni e complimenti, fino al Castello. Tra la folla, una volta giunti alle scale che conducevano alla torre Grifondoro, incrociò gli occhi nocciola di Dean, guardarla tristemente. Il suo volto, dispiaciuto e triste, era una nota stonata, che le fece scomparire il sorriso per un attimo. Quando però entrarono nella Sala Comune, scoppiettarono in mezzo alla stanza, parecchi fuochi d'artificio danzerini, direttamente dai Tiri Vispi dei Fratelli Weasley. La scia dipinse una ragazza rosso-oro, dai lungi capelli vermigli, che sfrecciava su una scopa e poi scoppiava per divenire un enorme boccino afferrato da una mano. L'immagine euforizzò ancora di più i Grifondoro che cominciarono ad urlare e cantare a squarcia gola. Poi partì una musica assordante ed iniziarono a circolare bottiglie di whisky incendiario. La festa era assordante. Ginny poté giurare che sino ai sotterranei e alle cucine elfiche, potevano sentire le loro urla di gioia. Nella confusione non si accorse dell'arrivo di Harry, giunto solo in quel momento dopo aver passato due ore in punizione con Piton. Ma lo aveva cercato con lo sguardo per tutto il tempo, sperando che fosse tornato prima, sperando che se lo ritrovasse davanti per dirgli che ce l'aveva fatta, che lo aveva reso di nuovo orgoglioso di lei. Perché Harry non era mai stato geloso dei suoi risultati, anzi la incoraggiava sempre. E gli era grata che nonostante quell'anno lo avesse trascurato, lui per lei c'era sempre stato. Le era grata perché le infondeva sicurezza e con le sue parole le faceva pensare di poter essere capace in ogni cosa.
STAI LEGGENDO
La ragazza dagli occhi ambra ~ Drinny
FanfictionHarry è davvero il principe azzurro di Ginny? E' davvero il cavaliere senza macchia ne paura? Oppure è solo un sogno di bambina che si infrangerà alle prime avversità? Draco è solo un Mangiamorte senza scrupoli o sotto la nera armatura si nasconde u...