Lezioni private. Parte 1

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Strani cigolii la destarono da quella lunga dormita. Non aveva mai riposato tanto in vita sua e così profondamente. Appena aveva chiuso gli occhi si era assopita, preda di un altro capogiro. Aprì gli occhi lentamente e ci mise un po' a ricordarsi dove fosse e specialmente con chi... decise di concentrarsi prima sul dolore. Si toccò la testa, lì dove, la sera precedente, aveva trovato una ferita. la benda era sporca ma secca, segno che la piccola emorragia si era fermata. Provò a mettersi seduta, ma qualche fitta all'addome le diede del filo da torcere. Quando ci riuscì, si alzò il maglioncino e la camicetta bianca della divisa e scorse i lividi bluastri su petto e pancia. Arricciò il naso per il dispiacere e si risistemò i vestiti. Tese le orecchie per sentire qualche rumore ma non udì niente e nessuno. Si voltò verso il salottino e appisolato in posizione elegante c'era Draco Malfoy.
Un sorriso le increspò le labbra.

Il ragazzo reggeva la testa con il braccio adagiato al bracciolo della poltrona a cui mancava un po' di imbottitura. Chissà quanti decenni aveva quella mobilia. Il biondo teneva le gambe accavallate come in perenne atteggiamento regale ed i lineamenti erano addolciti dal sonno. Aveva le labbra lievemente dischiuse, e Ginny ne udì il respiro pesante e quasi dolce. Sembrava un bambino... così sereno e allo stesso tempo affascinante. La ragazza si scosse appena notò di essere rimasta imbambolata a fissarlo, per di più con un espressione da tonta dipinta sul viso. Fortuna che lui dormiva.

-Buon giorno signorina!!!- trillò una vocina ai piedi del letto. Ginny si lasciò andare ad un gridolino di stupore e si portò una mano al cuore. Una piccola elfa la fissava con un paio di occhioni blu languidi mentre con una mano reggeva un vassoio colmo di manicaretti e bibite, e con l'altra si tormentava l'orlo del vestitino celeste.
-B-Buon giorno a te!- rispose stupita Ginny ma gentile. La piccola creatura si stupì della cordialità e quasi le si riempirono di lacrime i grandi occhi blu.
-Dov'è padroncino Malfoy? Padroncino Malfoy ha detto di portare colazione!!!- spiegò l'elfa trotterellando verso il comodino e adagiando il vassoio. Ginny sentì il profumo del tea caldo e dei biscotti alle mandorle e si levò un gorgoglio di fame dal suo stomaco.
-E' nella stanza accanto! Ti ha detto di portarle qui, per me?- domandò la rossa con i crampi di fame. La piccola elfa annuì vivacemente tanto che le orecchie a punta le sbatacchiarono sonoramente contro le guanciotte. Ginny sospirò ed afferrò un biscotto ficcandoselo tutto in bocca, masticando e sputacchiando qua e là piccole briciole. La creaturina la fissò curiosa. Aspettò che Ginny bevesse la sua tazza fumante di tea al mirtillo e poi sorrise soddisfatta.
-Grazie, piccola...?-
-Ignes!- si affrettò a rispondere l'elfa!
-Grazie Ignes! Ci voleva proprio: mi sento già meglio!- finì di ringraziarla la rossa. Ginny pensò a quanto Draco, nonostante quell'orrendo destino che aveva scelto, fosse lo stesso premuroso e gentile... almeno con lei. Lui probabilmente non se ne rendeva nemmeno conto ma medicarla, metterla a letto, farle portare la colazione a letto, erano piccole dolci attenzioni. Non erano attenzioni che un Malfoy fino a tre anni prima avrebbe mai riservato ad un Weasley. Non erano attenzioni che Draco Malfoy avrebbe mai riservato alla piccola stracciona di casa Weasley.

Un altro sorriso le increspò le labbra.

-Vuoi che svegli Draco?- l'elfa assunse un'espressione impaurita e Ginny rimase un attimo senza parole. –Perché hai paura?- poi le domandò dolcemente per tranquillizzare la creaturina.
-Ignes... Ignes non sa se Padroncino Malfoy... v-vuole essere svegliato!- balbettò spaventata l'elfa. Ginny scosse il capo ricordandosi di come le grandi famiglia nobili e ricche trattassero i piccoli elfi domestici e ricordandosi dello stato in cui versava Dobby, prima che Harry escogitasse il modo di liberarlo dalle grinfie di...Lucius Malfoy. Il solo pensare a quell'uomo le faceva venire i brividi di ribrezzo.
-Sta tranquilla! Gli dirò io che sei stata qui! E comunque piacere Ignes- e Ginny le porse la mano, -io sono...-
-NO!!!- Draco piombò nella stanza infuriato. –Zitta!- le intimò il biondo. Ignes aveva iniziato a blaterare complimenti al suo padrone e a fare una sfilza di inchini ossequiosi tanto da toccare con il naso adunco il pavimento.
-Ma che accidenti urli?!- lo rimproverò Ginny. Draco la fulminò con gli occhi in tempesta e poi si girò verso Ignes. –Così la terrorizzi!!- aggiunse con le orecchie in fiamme.
-Ig-Ignes non voleva fare arrabbiare il Padroncino... Ignes era... era s-solo v-venuta ad eseguire gli or-ordini!- balbettò preda di una crisi di panico, tanto era spaurita.
-IGNES PIANTALA CON QUESTO "PADRONCINO!" TI HO DETTO UN MILIONE DI VOLTE DI CHIAMARMI PADRONE!!!- le urlò livido di rabbia.
-PIANTALA DRACO! LA STAI SPAVENTANDO A MORTE!- urlò alle sue spalle Ginny, agitandosi sul letto. Ignes scoppiò a piangere. –Ringraziala per aver portato la colazione e dille di andare e basta!- continuò la rossa appena Draco si voltò a guardarla furioso di averlo attaccato davanti ad una dei suoi servi. Ma Ginny, senza timore, lo esortò con le braccia a fare quello che gli aveva appena detto. Draco fece una smorfia di disappunto e tornò a fissare Ignes che si soffiava il naso con sonore pernacchie, servendosi della gonna del suo stesso vestitino celeste.
-Gr...grazie Ignes... puoi andare ora! VAI!-
-Grazie ancora Ign...- PLOP –es!- terminò Ginny quando già l'elfa si fu smaterializzata.
-Sei più sciocca di quanto pensassi! Si vede proprio che sei la sorella di Lenticchia! Ma perché le stavi dicendo il tuo nome?- sciorinò arrabbiato mentre gesticolava per la stanza.
-Che vuoi dire?!- ringhiò Ginny cercando di alzarsi dal letto.
-Se i miei genitori dovessero domandarsi perché mi sono trattenuto più del dovuto ad Hogwarts... e notare che Ignes ha portato via del cibo, le chiederebbero con chi io mi sia trattenuto e dove! Ti rendi conto che se venisse fuori che ho maledetto Amycus per salvare la pelle ad una Weasley sarei un uomo morto?!- le spiegò quasi preda di un attacco isterico. Ginny si lascio andare ad una sonora ma amara risata. il biondo gemette avvilito, ancora una volta confuso dalla reazione della rossa.
-Sei e resterai sempre un bugiardo! Ed io che credevo di potermi fidare ancora... avevo quasi pensato di darti una seconda possibilità!!- lo accusò con astio e con gli occhi in fiamme.
-E perché, di grazia, sarei un bugiardo?! Cosa centra adesso?- ringhiò avvicinandosi a lei minacciosamente.
-Solo io e te, giusto?! Non dovevi più mentirmi, non dovevi più nascondermi nulla, giusto?! Già... perché adesso sono io la cosa da nascondere! Perciò cos'è cambiato? NULLA!- urlò quell'ultima parola. –Io e te non esiste! Perché ci sarà sempre qualcosa o qualcuno che ti impedirà di scegliere me!- Draco si paralizzò. Gli occhi di Ginny erano diventati lucidi, ma non piangeva. La cosa lo destabilizzò ancora di più, almeno si sarebbe sfogata. E invece lo guardava con quell'aria affranta, e cosa ancora più dolorosa, lo fissava con un'espressione delusa. Non riusciva a sopportarlo.

La ragazza dagli occhi ambra ~ DrinnyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora