Capitolo 13

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EMILY

Oggi è sabato. Dovrò uscire con i ragazzi per andare al centro commerciale. Sono le 10:00 del mattino e ieri abbiamo deciso di rimanere tutto il giorno fuori. Scendo dal letto e mi preparo. Ho imparato che la mattina dovrò lasciare le ante della porta-finestra chiuse, finché io non uscirò dalla stanza. Non vorrei che quell'idiota di Shawn guardi quello che io stia facendo.

Perché, secondo te ha tutto questo amore di guardarti?

L'altra volta l'ha fatto.

L'altra volta eri mezza nuda.

Vado dritta in bagno e mi faccio una doccia, lavandomi anche i capelli, tanto dobbiamo incontrarci alle 12:30. Mi lavo i denti ed esco dal bagno con l'accappatoio. Prima, di mettere un piede in camera, guardo attentamente che le tende fossero chiuse per bene. Quando ho finito di controllare prendo l'intimo nero di pizzo coordinato e mi vesto. Opto per un pantaloncino di jeans con dentro una canottiera grigia e sopra una giacca leggera nera, e come scarpe metto le superstar argentate.

Mi asciugo i capelli e faccio dei boccoli. Mi trucco mettendo una matita all'interno occhio, nella parte bassa, il mascara, blush e un rossetto che va sul viola. Scendo le scale ed incontro mio fratello. Guardo il telefono e vedo che sono le 12:00. Dobbiamo incontrarci nel parco, quello vicino al centro commerciale.

<<Allora andiamo?>>

<<Si, aspetta un attimo, quanto saluto i nostri genitori>>

<<Va bene, ma muoviti, perché Sarah e Shawn ci stanno aspettando fuori>>

<<In che senso ci stanno aspettando?>> Domando io corrucciando la fronte.

<<Nel senso che sono tutti e due fuori ad aspettarci?>> Dice come se stesse parlando con una scema. <<Dai su muoviti, saluta mamma e papà>>

Mi dirigo in cucina dai nostri genitori sbuffando. Da un lato sono contenta perché potrò passare un po' di tempo con Sarah, dall'altro lato mi scoccia il fatto di stare con Shawn. Dopo quello che è successo ieri, non ci siamo rivolti la parola. Abbiamo utilizzato parole così pesanti... avrò pure esagerato, ma non m'importa. Di certo non stavo zitta a farmi dire quelle cose come una stupida. Non lo sopporto.

Però hai detto che ha dei bellissimi occhi...

Eh allora? Che problema c'è? Ha un bel colore d'occhi, ed è pure un bellissimo ragazzo se per questo, devo essere coerente, e sull'aspetto fisico non posso dirgli nulla. Addominali scolpiti, labbra carnose, alto, bellissimo. E' un Dio Greco.

Non pensi di starlo elogiando un po' troppo?

Sto dicendo soltanto la verità. Sarei un'ipocrita se dicessi che sarebbe brutto.

Viva la sincerità.

<<Mamma, papà, io esco, ci vediamo stasera>> Li saluto con un bacio sulla guancia.

<<Con chi esci?>> Domanda mio padre.

<<Con i miei compagni di classe>> Rispondo io.

<<Li conosciamo?>>

<<La maggior parte si>>

<<Come si chiamano?>> Stavolta è mia madre a formulare la domanda.

<<Ma quanto siete curiosi? Siamo: io, Mark, Lydia, Emma. Le ragazze che vi ho appena nominato non le conoscete, poi infine, ci sono Sarah, Aaron e Shawn>> Dico io smettendo di contare sulle dita delle mie mani i nomi dei miei amici.

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