Capitolo 18

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EMILY

Mio Dio, cosa ho fatto per meritarmi questo? 

<<Allora, stai finendo?>> Sono nella stanza di Shawn, a fargli i compiti di matematica. <<Smettila di mettermi pressione, sono esercizi abbastanza lunghi e complicati. Quindi, stai nel tuo>> Sento la sua presenza dietro di me. Appoggia le braccia ai lati delle mie spalle, appoggiando le mani sulla scrivania. Si avvicina con il viso e si posta al lato sinistro del mio orecchio, sfiorandomi il lobo con le sue labbra. <<Come vuoi, ed io che ti volevo dare un aiuto con questi stupidi esercizi>> Sussurra. Alza una mano e sposta i miei capelli dietro la mia nuca per poi accarezzarmi la scapola.

Ma che cavolo fa? 

Ma che ne so. 

Divento seria e gli do una gomitata sulla costola. <<Ehi bambolina, così mi fai male. Sei impazzita per caso?>> Mi dice con lo sguardo dolorante. <<Numero uno, stai lontano da me. Numero due, non mi toccare. Numero tre...>> Lo guardo rimanendo in silenzio. <<Numero tre?>> Mi sprona lui a continuare, tenendosi una mano sulla costola. <<Numero tre, adoro quando soffri.>> Concludo con un finto sorriso. <<Sei una scema>> Incomincia a ridere di gusto ed io lo guardo confusa. Cosa cavolo ride? Vedendo la mia espressione sul viso, da' risposta ai miei pensieri. <<Scusami, e che eri troppo convinta, e poi lo sanno tutti che non vorresti vedere soffrire nessuno>> Come può essere certo delle sue parole? 

Beh, non ha tutti i torti.

Oddio, avevo capito torta... mi è venuta fame.

Ma che cazz? Tu non sei normale.

<<Ne sei sicuro?>> Dico alzando un sopracciglio. <<Sicurissimo>> Mi risponde serio in volto. <<Beh, ti sbagli. Vedere soffrire te, rende felice me>> Si avvicina e quando mi arriva davanti, si ferma. Mi guarda e si abbassa reggendosi sulle ginocchia. <<Non è vero, anche se dici così, io so per certo, che non vorresti mai vedermi soffrire. E' vero, ci siamo dichiarati la morte, ci siamo disprezzati. Ma niente di tutto ciò che abbiamo detto, vorremo fosse reale>> Lo guardo sbalordita, sta dicendo un mucchio di bugie, io lo odio. <<Bugiardo, noi ci odiamo>> Lui mi sorride. <<E' questo il problema, noi non ci odiamo. Semplicemente siamo in continua lotta, per sfidarci, per renderci migliore dell'altro. Ogni volta che parliamo, litighiamo. Come può una persona, odiare l'altra per una stupidaggine accaduta molti anni prima?>> 

Oh mio Dio, gli si è sviluppata la scienza in una volta!

Harmony, ti prego. Non ora.

<<Quindi mi stai dicendo che non mi odi?>> Non capisco come siamo arrivati a questo discorso. <<No Emily, io non ti odio, ho capito che il mio comportamento era sbagliato e da bambino immaturo>> Mi sorride un'ultima volta.<<Bene, sto scendendo sotto, vuoi dell'acqua?>> Mi risveglio dal mio stato di trans e rispondo. <<Si grazie, e per favore che sia presa dal frigo>> Lui ghigna e dice. <<Aspetta un momento. Ma non dovresti essere tu a servire me?>>. Sbuffo, capendo cosa voglia insinuare. <<Si, eh quindi?>>.

<<Quindi devi andare tu a prendere dell'acqua. La voglio bella fredda e mettici anche due cubetti di ghiaccio. Grazie>> Mi fa l'occhiolino e mi apre la porta della stanza, facendomi segno di uscire. <<Col cavolo che non ti odio!>> 

Scendo sotto e vado verso la cucina dove trovo una Sarah tutta sorridente. <<Ehi>> Lei si gira a guardarmi. <<Emily!>> Corre nella mia direzione e mi abbraccia. E' troppo tenera. <<Hai finito di studiare con mio fratello?>>

Io Ci SaròDove le storie prendono vita. Scoprilo ora