Capitolo 26

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CHRISTIAN

《Basta, non c'è la faccio più!》Esclama la mia compagna di banco.《Ma che problemi hai?》Lei mi trucida con lo sguardo e sbuffa.《Odio la matematica》Dice incrociando le braccia al petto.《Eh c'è bisogno di questa reazione esagerata?》Inarco un sopracciglio.《Certo, reazione esagerata! Ma che ne capisci tu di noi persone incapaci in questa materia》La guardo tra il confuso e il divertito.《Ma è semplice!》Spalanca gli occhi e si porta una mano sulla fronte.《Tu non sei normale! Oh povera me, ma con chi sono capitata?》Scoppio a ridere e scuoto la testa. Vicky è una ragazza molto divertente. È minuta con i capelli biondi legati sempre in una coda alta, occhi castani e con una montatura di occhiali veramente orripilante.《Smettila di guardarmi gli occhiali》Dice in tono annoiato.《Cosa posso farci se sono davvero brutti!》Esclamo alzando le mani in aria. Lei storce il naso e butta il capo sopra il banco.《Sono bellissimi, invece!》Sorrido, ero convinto che dopo la partenza di Emily mi sarei ritrovato solo, certo c'è li ho gli amici, ma senza di lei non è la stessa cosa.《Prendi gli appunti che sta scrivendo il professore alla lavagna. Poi ti lamenti perché non coprendi la matematica》Volta il capo verso la mia direzione e mi guarda seria in volto.《Non posso》Aggrotto la fronta.《Per quale motivo?》Mi guarda con un'espressione affranta.《La mia mano si rifiuta. È troppo stanca. Sono cinque ore che scrive ed ora, povera destra, ha perso tutte le sue energie》Spalanco la bocca per l'assurdità appena sentita. Scoppio a ridere un'altra volta, rischiando di farci scoprire dall'insegnante.《Sei incredibile!》Ride anche lei.《Non posso farci niente. È nella mia indole》

***

《Sono a casa!》Urlo per farmi sentire da mia madre. Lei esce dalla cucina e mette le mani ai fianchi.《Come mai in ritardo?》Mi interroga.《Ho dato un passaggio a Vicky per ritornare a casa, le si è rotto il motorino》Socchiude gli occhi e mi guarda attentamente.《Passi troppo tempo con questa Vicky》Alzo gli occhi al cielo e sospiro.《Cosa vorresti dire?》Lei fa spallucce ed assume un'aria maliziosa.《Ti piace?》Alza ed abbassa le sopracciglia velocemente. Lo sapevo.《Mamma, è gay!》Dico allargando le braccia.《Eh qual è il problema?》La guardo stupito.《Ma sei seria?》Sbuffa.《Certo! Perché non dovrei esserlo?》Sono senza parole davvero.《Mamma è gay! Non potrò mai piacerle e poi siamo solo semplici amici》Sbuffa contrariata.《Eh quando ti troverai una ragazza?》La guardo male.《Quando deciderò io!》Ci fissiamo negli occhi finché non sento una strana puzza di bruciato.《Mamma, ma cos'è sta puzza?》Lei mi guarda stranita fino a quando strabuzza gli occhi.《Oh mio Dio! La frittata!》La vedo correre in cucina e imprecare contro di me. Ma cosa ho fatto? Non la capirò mai. Mi dirigo in bagno, mi lavo le mani e poi vado verso la cucina per pranzare con mia madre.

Finito di mangiare salgo in camera e mi distendo nel letto. Fisso il tetto per diversi minuti. Senza sapere cosa fare, alzo il busto e appoggio la schiena nella testiera del letto e guardo annoiato la mia stanza, fino a quando noto qualcosa. Mi alzo e prendo una foto mia e di mio padre. Sospiro. Ricordo ancora quel giorno.

《Sono solo pochi giorni Chris!》Disse mio padre.《Si, ma tu partirai oggi ed io tra due giorni avrò la mia prima partita di basket. E tu non ci sarai!》Nel suo volto spuntò un'espressione dispiaciuta.《Lo so, mi dispiace figliolo. Ci tenevo tanto venirti a vedere》Mi cadde una lacrima che cercai subito di nascondere.《Chris! Hai tredici anni. Sei un uomo ormai. E gli uomini non piangono!》Sorrise e mi scompigliò i capelli.《Promettimi che tornerai il prima possibile!》Dissi con un broncio in viso.《Te lo prometto campione. Farò il prima possibile e guarderò tutte le tue partite di basket!》Quella fu l'ultima volta che vidi mio padre.

《Bugiardo》Ho gli occhi pieni di lacrime, ma non piangerò.《Bugiardo!》Ripeto, alzando il volume della mia voce. 《Mi hai mentito! Me l'avevi promesso. Mi avevi promesso che saresti ritornato!》Stringo la cornice che ho tra le mani e stringo i denti.《Io credevo in te》Dico, infine, sussurrando. Mio padre era il mio raggio di luce. La mia fonte di energia e lui se n'è andato via, lasciandomi solo al mondo con mia madre. Lo avevo pregato in tutti i modi a non andare per quel contratto di lavoro. Essendo il segretario del capo dell'azienda in cui lavorava, doveva seguirlo in molti "luoghi del mondo".《Dovevi ascoltarmi. Se mi avessi ascoltato tu non saresti morto!》Non resisto e piango, ma trattengo dentro tutto il dolore che provo.《Christian》Sento la voce tremante di mia madre e mi giro verso di lei. Ha il volto rigato dalle lacrime. Corre e mi abbraccia, mi stringe forte.《Doveva ascoltarmi! Doveva darmi retta!》Urlo in preda al rancore. Singhiozzo, non riesco nemmeno a respirare, ma non posso farci nulla. La sua morte mi ha segnato in modo indelebile.《Stai tranquillo, ci sono qui io. Stai calmo, respira》Mi prende il volto tra le mani.《Guarda così》Mia madre inspira e ispira ed io la imito.《Bravo, continua》Procedo fin quando mi calmo.《Mi dispiace...》Mi accarezza il volto.《No tesoro, hai tenuto per troppo tempo questo dolore, dentro di te, e dispiace a me per non esserti stata sempre accanto》Si asciuga una lacrima e tira su con il naso.

Dopo aver parlato per un po' con mia madre sono andato in bagno e sono entrato sotto il getto dell'acqua bollente, cercando di rilassare i miei nervi. Mi sono fatto vedere troppo debole. Ha bisogno di me. Se crollo io, crolla anche a lei. Quello che è successo oggi, non dovrà più ripetersi. Esco dalla doccia e mi avvolgo l'asciugamo intorno ai fianchi, entro nella stanza e mi metto il pigiama. Siamo ad inizio novembre e già incomincia a fare freddo.《Christian, è pronta la cena!》Metto le pantofole ed esco dalla camera.《Arrivo!》Mia mamma ha cucinato la cotoletta con patatine fritte.《Ma tu non eri contro la frittura?》Le dico sorridendo.《Una volta ogni tanto non fa male a nessuno》Mi fa l'occhiolino e si siede.《Domani lavori?》Domando. Lei sospira e mi guarda triste.《A proposito di questo, dobbiamo parlare》Corrugo la fronte.《Sei stata licenziata?》Lei mi guarda sbalordita.《Cosa? No, perché hai pensato una cosa del genere?》Faccio un sospiro di sollievo.《Maldestra come sei può capitare di tutto》Mi da un calcio sotto al tavolo e mi rimprovera.《Ehi, non è affatto vero!》Alzo le sopracciglia come per dirle: "Perché vuoi dire di no?" Sbuffa ed alza gli occhi al cielo.《Si ok, senti quello che ho da dirti. Allora...》Si agita nella sedia e vaga lo sguardo su tutta la cucina.《Dai parla!》Mi guarda dritta negli e occhi e dice.《Sono una professoressa di matematica》La guardo sconcertato.《Si, abbiamo fatto la scoperta dell'America e quindi?》Si mette un pezzo di cotoletta in bocca per prendere tempo.《Beh, ecco. E quindi...》Prende il bicchiere d'acqua e lo beve lentamente.《Muoviti a parlare e dimmi cosa c'è da dire! Mi stai facendo innervosire》Prende un profondo respiro e parla a raffica.《Mihannospostatoinunascuoladiversainunaltracittà!》Non ho capito niente di quello che ha detto.《Cosa? Parla più lentamente》Chiude gli occhi e prende una boccata d'aria.《Mi hanno trasferito in un'altra scuola》Continuo a mangiare non capendo dove vuole arrivare.《In un'altra città!》E quello è stato il colpo di grazia. Rimango con la bocca aperta e con la forchetta sospesa in aria.《Cosa?》Lei mi guarda preoccupata.《Mi dispiace, ma ho dovuto accettare, sennò avrei perso il lavoro》Le metto una mia mano sopra la sua.《Mamma, stai tranquilla. Io andrò dove tu andrai》Le sorrido amorevolmente. Non m'importa di partire. Anzi, respirare una nuova aria sarà migliore.《Eh dove siamo diretti?》Lei dopo aver preso un altro sorso d'acqua parla.《Andremo a San Francisco》A quelle parole i miei occhi si illuminano e un sorriso si fa strada sul mio volto!

Amica mia, sto arrivando!

Io Ci SaròDove le storie prendono vita. Scoprilo ora