Angel rientrò in casa che erano circa le due del mattino. La casa era immersa nel buio. A quell'ora era normale. Cercò di fare il minor rumore possibile. Chiuse la porta alle sue spalle e si avvicinò al suo "letto". Appoggiò il suo borsone da lavoro a terra e si tolse la giacca. La luce del piano di sopra si accese e Angel alzò lo sguardo. Daniel si strofinava l'occhio con il pugno chiuso.
« Cavolo, ti ho svegliato? Mi dispiace»
« Angel.. Ma che ore sono?» chiese scendendo dalla scala.
Angel guardò il suo orologio.
« Le due del mattino»
« Hai fatto tardi» gli disse ovvio prendendo una bottiglietta d'acqua dal frigo.
« Mi dispiace. Sono questi i miei orari»
« Dormi solo qualche ora. Come fai a stare sveglio e attivo in questo modo se dormi al massimo quattro ore a notte?» gli chiese appoggiandosi allo sportello del frigorifero. Angel alzò le spalle avvicinandosi per sedersi su uno sgabello della penisola. Daniel bevve una lunga sorsata d'acqua prima di girarsi nuovamente.
« Ti riscaldo la cena?»
« Non ce n'è bisogno. A quest'ora non ti devi preoccupare. Mangerò domani»
Daniel lo guardò arcuando un sopracciglio.
« Non hai fame?»
« Dan, sono le due del mattino. Vai a dormire. Ci penserò domani. Posso resistere»
« Perchè devi-»
« Ok, fai come vuoi. Vado un secondo in bagno» lo interruppe bruscamente alzandosi dallo sgabello e andando in bagno. Daniel abbassò lo sguardo per qualche secondo, per poi mettersi a riscaldare la cena di Angel e apparecchiargli la tavola. Angel tornò qualche minuto dopo, con uno sguardo che sembrava un misto fra confuso e arrabbiato.
« Grazie» disse solamente incominciando a mangiare, in silenzio.
« Mi dispiace, non volevo essere-»
« No, scusami tu. Non sono abituato a tutto questo» lo interruppe. Daniel si sedette al tavolo insieme a lui.
« A questo, cosa?»
Angel alzò gli occhi nei suoi. Il cuore di Daniel incominciò a battere più velocemente.
« A qualcuno che insista perchè io mangi. Sanno che non mangio, non insistono quando vedono che passo un giorno senza nutrirmi. Ci hanno fatto l'abitudine. Te la farai anche tu. La farà anche Eric»
« Kate si è abituata?»
Angel sorrise leggermente.
« Si. I primi anni dopo l'operazione era molto preoccupata. Mi controllava costantemente. Poi ha smesso»
« Come..» Daniel si schiarì la voce, prima di continuare « Come è successo?»
« Hai visto la mia cicatrice?»
« Cicatrice? No, quale cicatrice?»
Angel lo guardò esterrefatto.
« Neanche un giorno fa mi hai visto mezzo nudo. E a proposito, mi dispiace per essermi fatto trovare in quello stato. Non è nel mio comportamento naturale. Ero appena uscito dal bagno ed Eric usciva dalla stanza. Come hai fatto, comunque, a non aver visto la mia cicatrice?»
« Io.. Insomma, non l'ho vista» balbettò Daniel. Angel posò la forchetta e si mise in piedi. Sbottonò la camicia e alzò la canottiera aderente fin sopra lo stomaco. Si, la cicatrice era lì. Era lunga. Partiva dal torace e lo percorreva interramente fino a sotto la pancia.
« Wao» sussurrò Daniel. Angel sorrise abbassando la cannottiera e risedendosi.
« Esatto. Wao»
« Fa male?»
« Si, ma ho imparato a convivere con il dolore. Gli antidolorifici non fanno più effetto da un bel pò di anni»
« Come è successo?»richiese, avido di informazioni.
« Avevo otto anni. Stavo giocando sul marciapiede della casa in cui abitavo all'epoca. La palla mi è scivolta fra le mani, in strada. Le ho corso dietro come un'idiota. E una macchina mi ha investito in pieno. Tre giorni in coma e metà stomaco spariti nel nulla. I pezzi di vetro tagliano molto più di quello che si pensa» sussurrò passandosi una mano fra i capelli.
Daniel prese un respiro profondo.
« Mi dispiace» espirò. La tensione era alle stelle.
Angel spostò lo sguardo dai suoi occhi e prese il suo piatto alzandosi. Lo posò nella lavastoviglie.
« Allora, visto che sei sveglio, mi fai vedere la tua arte?»
Daniel sorrise annuendo. Finalmente non sentì più quella tensione che si tagliava con il coltello.
Prese una tela e la posò sul cavalletto.
« Questo è uno dei tanti.»
La tela era piena di colore, di luce, di vita.
« Wao. E' bellissimo» disse Angel, senza respiro.
Daniel sorrise orgoglioso.
« L'ho fatto per una serata di benificenza che si terrà fra una settimana circa. Anche Eric ne ha fatta una. Lui è molto più bravo di me. La sua mano è così... Esperta»
« E una mostra quando la farete?»
Daniel scoppiò a ridere.
« Una mostra? Siamo solo al quarto anno»
Angel arcuò un sopracciglio con un sorriso sulle labbra.
« Al quarto anno fai questo, fra qualche anno allora cosa farai?»
« Non sono così bravo. Guarda qui, le ombre sono troppo marcate» disse indicandogli un angolo della tela.
« Ho capito, sei quel genere di persona che non accetta i complimenti, eh?»
« Io li accetto, quando sono meritati» disse con il broncio.
Angel si aprì in un sorriso bellissimo, scuotendo la testa.
« Come vuoi. Adesso è meglio andare a letto, altrimenti domani non riuscirai a svegliarti»
Daniel annuì.
« Hai ragione. Buonanotte» disse prima di salire le scale, e tornare in camera. Gattonò sul letto e si ancorò al corpo del suo fidanzato.
« Ti sei divertito con Angel?»
Daniel lo baciò sulla guancia.
« Gli ho fatto vedere la tela che hanno chiesto alla serata di beneficienza. Mi ha chiesto quando faremo una mostra» disse ridacchiando.
Eric sorrise stringendo ancora di più il corpo di Daniel al suo.
« Vi ho sentiti, amore. Hai una risata bellissima» gli disse baciandolo al lato della bocca.
« Sei geloso?»
« No. Mi era venuta voglia di scendere da voi e scopare. Ma sono riuscito a trattenermi. La voglia di te però l'ho solo posticipata. Ora, voglio entrarti dentro» gli disse sulla pelle.
Daniel ridacchiò salendo sul corpo dell'uomo sotto di sè.
« Mi piace la tua idea»
« Lo so dolcezza» sorrise portando le mani sul suo sedere, palpandolo.
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Amare
RomanceEric vide per la prima volta Daniel quattro anni prima, agli open day dell'università. L'anno successivo, al corso di storia dell'arte incominciarono a parlare, e da allora non si lasciarono più, fidanzandosi ufficialmente l'anno dopo, dopo tanto se...