« Non pensare minimamente che ti abbiamo perdonato, scordatelo» borbottò Daniel, continuando a lavarlo con la spugna intrisa di schiuma, mentre Eric, dietro Angel, faceva la stessa cosa.
« Lo so» mormorò ad occhi chiusi, beandosi delle loro attenzioni e dell'acqua calda della doccia che scorreva su di lui.
« Lei é ritornata, vero?» chiese Eric.
« Lei ritorna sempre» disse prima di chiudere gli occhi e bagnarsi la faccia sotto il getto d'acqua.
« Ma non c'é stata per un bel pò di tempo, o no?» gli chiese Dan.
« Si» rispose pacato.
«Beh, prima della notizia di Kate»
Angel lo guardò.
« Che c'é?»
« No, tu che c'é.»
Eric alzò gli occhi al cielo.
« Non incominciate» li ammoní, insaponandosi.
« Stavo solo parlando. Anche se quello di cui vorrei parlare è altro!» sbottò Daniel, ignorando Eric.
« Smettila, ascolta il tuo ragazzo» gli disse guardandolo con sfida, serio e forse un pò arrabbiato.
« Ma insomma! Che pensi? Che solo perchè sei un gran figo, come Eric tra l'altro, ed hai un corpo da favola, e che scopi da Dio, io ritorneró da te senza una fottuta spiegazione o parola? Beh, non succederà. Scordatelo. Non sono cosí dipendente da te. Hai capito?» sbottò uscendo dalla doccia e mettendosi il suo accappatoio. Volente o no, la maggior parte delle sue cose era ancora lì. Prima di uscire dal bagno si girò di nuovo verso di loro e urlò.
« E anche tu sei il mio ragazzo, stronzo!»
Angel ed Eric lo guardarono perplessi per qualche secondo, e, quando uscì dal bagno, non riuscirono a non scoppiare a ridere.
***
« Ma guarda che macello» borbottó Daniel raccogliendo i cuscini da terra e sbattendoli fuori dalla finestra, cercando di sistemare i danni del tornado Angel Carter. Dev'essere stato molto violento. Daniel non se lo poteva neanche immaginare. E non voleva farlo. Angel era una persona tranquilla, e di conseguenza - secondo lui - quando si arrabbiava era meglio scappare a gambe levate. Lo stato in cui era la casa, ne era una prova.
Mentre Eric cercava di tirare su il tavolo da terra, e il divano, Angel sistemava la cucina. Daniel prese un paio di guanti, in modo stizzito, sotto lo sguardo dei suoi ragazzi, e si abbassó a prendere i tanti cocci di vetro da terra. Ma uno lo ferí al pollice e si lamentò.
« Ti sei fatto male?» gli chiese immediatamente Angel, tirandolo in piedi.
«Lascia stare»
« Sta' zitto» ordinó togliendogli il guanto delicatamente. Il pollice era intriso di sangue, ma la ferita era piccola.
« Dio, quanto sangue» sussurró guardandolo. Eric li raggiunse.
« La ferita é piccola. Adesso ti vado a prendere qualcosa» disse incominciando a salire le scale.
« Ma c'è tanto sangue!»
Angel si giró verso di lui sospirando.
« Per prima cosa, non ti saresti tagliato se avessi preso un tovagliolo, o lasciato fare a me. Secondo, la mano è piena di vasi sanguigni» disse girandosi e ricominciando a salire le scale. Daniel alzó gli occhi al cielo.
« Ma sei tremendo» gli disse con biasimo, Eric.
« Io? E lui?»
« Siete senza speranza entrambi! Lascialo un pó tranquillo, senza ribattere sempre su ogni cosa»
« Tranquillo? Ti devo ricordare che cos'ha fatto?»
« Ma perfavore! Non ci pensi più neanche tu» disse alzando gli occhi al cielo e ritornando a fare quello che stava facendo. Daniel mise un leggero broncio, che scomparse quando vide Angel con i capelli legati in un codino e con la cassetta del pronto soccorso. Possibile che dovesse essere così bello anche quando faceva la parte dell' uomo professionale?
« Eccomi qui. Dammi il dito che te lo medico come si deve»
***
« Cos'hai provato dopo essere stato con Kate?» chiese Daniel, passando le sue dita sulle labbra di Angel, stando steso sul letto al suo fianco. Eric era nella stessa posizione, solo all'altro fianco di Angel. Lui, d'altro canto, stava fissando il soffitto della loro stanza, in silenzio da minuti che sembravano ore.
« Niente» rispose atono.
« Come niente?» chiese scettico, Eric.
« Da quando tutto incominciò, non ho più sentito niente. É stato come se fossi stato in una bolla nera, per cui non riuscivo a vedere niente. Il mio corpo faceva quello che voleva lei. Mi sono fatto schifo per tutto il tempo, e anche dopo» mormorò chiudendo gli occhi.
« La mia mente é rovinata, marcia, per mano sua. Sono rovinato. E non posso guarire. Voi siete di nuovo da me, perché non lo so. Siete strani»
Daniel scosse la testa mettendosi a cavalcioni su di lui.
« Non voglio mentirti. Ho pianto per giorni. Non riuscivo a smettere. E pensavo, pensavo, pensavo. Mi chiedevo: perchè ci ha fatto questo? Perché non mi ha neanche fermato mentre scappavo? Perché è così stronzo? Avrá mangiato? Avrà preso le medicine? Come starà? Insomma. Ero incazzato nero con te, e non facevo altro che avere paura»
« E non sei rovinato» gli disse Eric prima di baciarlo sulla spalla.
« Esatto. Adesso parliamo delle cose importanti: quel bambino»
Angel alzò gli occhi al cielo.
« No. Ne abbiamo giá parlato»
« Devi parlarle. Ci devi provare. É anche tuo»
« Non posso costringerla.»
« É comunque anche tuo» ribadì Eric sospirando. Angel lo guardò per qualche secondo.
« A che pensi?» gli chiese Daniel.
Lui alzò le spalle.
« E se dovesse decidere di tenere il bambino?»
« Staremo insieme. Io non ho nessuna intenzione di lasciarti» rispose prontamente Eric. Angel chiuse gli occhi per un secondo.
« Non-»
Le sue parole vennero interrotte dal proprio cellulare che aveva preso a squillare. Sbuffando si alzò, nella sua nuditá di cui non si vergognava minimamente, e prese il cellulare dai suoi pantaloni. Eric e Daniel sospirarono appena, estasiati da quella vista.
« Pronto... Hey.... Tu come stai.....Vuoi che ti accompagni dal dottore?.... Va bene... Si, sono qui... Non lo so... Smettila»
Eric guardò Daniel e lo baciò piano sulla spalla.
« Sará Kate» sussurrò.
« L'avevo intuito» mormorò.
« Sarai anche incinta ma rimani la solita stronza.... Certo! Adesso é colpa mia?.... Ma vaffanculo» sbottó.
Eric e Daniel lo guardarono perplessi.
« E vacci da sola!... Ciao!» sbottò chiudendo la telefonata e passandosi una mano fra i capelli, ringhiando.
« Ma che é successo?» chiese Eric peplesso.
« Vuole tenere il bambino. E fa la stronza! »
« Che ti ha detto?» chiese Daniel.
« Non é importante. Mettiti in ginocchio e incominciate a baciarvi» disse sospirando.
Daniel lo guardò allibito.
« Ma che...» mormorò prima di essere preso per le spalle da Eric ed essere baciato senza troppi complimenti. Angel sospirò guardandoli.
« Ora si ragiona» mormorò ragiungendoli.
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Amare
RomanceEric vide per la prima volta Daniel quattro anni prima, agli open day dell'università. L'anno successivo, al corso di storia dell'arte incominciarono a parlare, e da allora non si lasciarono più, fidanzandosi ufficialmente l'anno dopo, dopo tanto se...