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Angel si chiuse nel bagno per fare la doccia e Kate, Daniel ed Eric rimasero soli e sul divano davanti alla tv accesa, ma nessuno dei tre stava seguendo il programma sintonizzato.

« Quindi..» incominciò lei «.. Da quanto provate gli stessi sentimenti nei confronti di Angel?»

Daniel ed Eric sbiancarono e la guardarono scioccati dopo essersi scambiati uno sguardo tra loro.

« Scusa, come?» chiese Eric.

« Andiamo ragazzi. Guardate il mio amico come se gli vorreste saltare addosso. Non è nudo, ma lo guardate come se lo fosse. Ammetto che è un gran figo, Angel»

« Non.. Non sappiamo di cosa tu stia parlando» balbettò Daniel, rosso in viso.

« Lui è eccitante, lo so. Ma se pensate che sarà facile, vi sbagliate di grosso» disse guardandoli seria negli occhi. Poi Kate si alzò, prese le sue cose, e se ne andò, dopo aver lanciato un'occhiataccia minacciosa ai due ragazzi.

**

Angel scese dalle scale con una corsa blanda.

« Dov'è Kate?» chiese guardandosi intorno.

« Se n'è andata circa dieci minuti fa»l'informò Eric cercando  di cucinare qualcosa di commestibile. 

« Capisco..» sospirò l'altro avvicinandosi ai due.

«.. Vi posso aiutare in qualcosa?» chiese appoggiando un fianco alla penisola.

« Mangi con noi?» gli chiese Daniel.

Angel sorrise annuendo. Eric si aprì in un bellissimo sorriso. Angel posò lo sguardo su di lui ed Eric perse di scatto il sorriso facendo finta di tossire un paio di volte. Si passò una mano dietro il collo e sospirò.

Angel lo guardò perplesso.

«Bene! Perchè abbiamo - o per meglio dire che ho - cucinato qualcosa che spero ti piacerà. E stai tranquillo, niente cannella»

Angel sorrise.

« Quindi, vai a sederti a tavola» disse Eric sorpassandolo.

Una volta seduti, l'atmosfera già un pò di per sè tesa, venne ancora più disturbata dallo squillo di un cellulare.

« E' il mio, scusate» disse il più grande, alzandosi per prendere il suo cellulare nelle tasche del suo cappotto appeso vicino la porta d'ingresso.

« Angel Carter... Si?.. Che cosa?» chiese in tono sorpreso. Eric e Daniel si guardarono perplessi.

« Non credo di aver capito.... Perchè?... Emh, arrivo subito»

Angel chiuse la telefonata e restò fermò un paio di secondi prima di girarsi nuovamente verso i due ragazzi seduti a tavola.

« Io..» si schiarì la voce « ..Devo andare»

« Fantastico» borbottò Eric.

Angel sospirò.

« E' un'emergenza in una delle strutture che gestisco. Non ti dovrei dare spiegazioni, ma è ok, avete cucinato anche per me, mi dispiace, ma hanno bisogno di me. Vorrei andare? No, ma è quello che devo fare» gli spiegò come se fosse un bambino, infilandosi il cappotto e prendendo le chiavi della macchina. Uscì dall'appartamento senza salutare nessuno. Daniel guardò Eric confuso.

« Perchè gli hai risposto in quel modo?»

« Non sei incazzato? Ci eravamo seduti a tavola tutti insieme, poi lui riceve una chiamata e se ne va come se niente fosse! Dovresti incazzarti anche tu.»

« E' il suo lavoro, Erik. Non dico che ciò lo giustifica, ma se tu fossi al suo posto? Se succedesse qualcosa, é lui a metterci la faccia, per ogni cosa»

«Non dico che non sia così! Ma guarda che ore sono! Non si ferma mai, e quando si sta per fermare, ecco che squilla quel maledetto telefono!»

«Pensi che a me non dia fastidio? Anche io ci tengo a lui! Ma è il suo lavoro. E allora, se fosse un medico che faresti? Cerca di ragionare, per favore»

AmareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora