Angel si chiese come si fosse ritrovato Eric e Daniel ai suoi fianchi, stesi vicino a lui -e cioè attaccati come due koala al loro eucalipto- con le loro mani addosso. Eric lo accarezzava sugli addominali tesi e Daniel gli passava la punta del naso sul collo, sotto l'orecchio. Angel era un fascio di nervi. Sentiva pulsare ovunque. Le loro attenzioni erano così calde, così belle!
Nessuno stava guardando la televisione, anche se accesa. Erano stesi nel letto king-size della camera da letto di Angel, in casa sua.
« Quando abbiamo deciso che sareste stati sul mio letto, su di me, quando invece vi ho dato una bella camera proprio qui affianco?»
« Nella camera che ci hai dato, non ci sei tu» gli disse Eric, continuando ad accarezzarlo. Sentiva un calore anomalo in tutto il corpo, dalla testa ai piedi, e profondi brividi.
« Vi amo» gli sussurrò Daniel, direttamente nell'orecchio, facendolo mugolare come se fosse infastidito, ma era tutt'altro. Il cuore gli batteva fortissimo nel petto.
Successivamente però il suo cellulare prese a squillare, infastidendo un pò tanto soprattutto i due ragazzi. Angel li ignorò prendendo il cellulare, liberandosi dalle loro mani calde ed invitanti, e dalle loro gambe, troppo vicino al suo inguine.« Angel Carter... si.. si... Domani... Capisco... Facciamo cosí, domani mattina sul tardi, lei mi fa uno squillo, ci mettiamo d'accordo e facciamo un colloquio, va bene?... A domani»
Chiuse la chiamata e ritornò al suo posto, così come le mani e le gambe dei due ragazzi.
« Chi era?» gli chiese Daniel.
« Un uomo che vuole portare sua madre in una delle mie strutture»
« Hai posto?»
« Si. Ma devo prima vedere la paziente.»
« Ti sei innamorato prima di incontrare noi?» gli chiese Eric, cambiando radicalmente argomento. Angel arcuò un sopracciglio.
« Ma guarda che sei terribile!»
Eric ridacchiò.
« Eh dai, rispondi»
Angel sbuffò appoggiando la testa al cuscino.
« Una specie. Circa tre anni fa. Insomma, era un mio dipendente. Mi faceva ridere, scherzavamo, passavamo molto tempo insieme. Ma non si é mai spinto oltre, tantomeno io»
« Lavora ancora con te?» chiese Daniel.
« No, si é trasferito fuori dal Paese»
Entrambi sospirarono, facendo sorridere Angel.
*********
Daniel si svegliò che era ancora notte fonda. Vicino aveva Angel, addormentato, con Eric al suo fianco. Il pittore dormiva a pancia in giù, e il suo braccio era proprio sul collo di Angel. Non sapeva come poteva stare comodo, ma non gli importava; era una scena troppo bella. Poi però sentì lo stomaco di Angel fare rumore, e quella si che era fame!
Il più grande fece una smorfia di fastidio e si girò su un fianco, mettendo un braccio sul fianco di Daniel cercando di trascinarlo verso di sè. Ma non poteva lasciarlo affamato.«Angel» sussurrò.
Niente.
« Angel» lo richiamò, scuotendolo piano.
« Sto dormendo» borbottò. Daniel ridacchiò, baciandolo sul mento.
« Svegliati, dai»
Angel aprì gli occhi guardandolo molto male.
« Che vuoi a quest'ora, Dan!?»
« Ho fame»
« Ho un frigorifero pieno di cibo, scendi in cucina e mangia»
« Ma non voglio farlo da solo. Dai, vienimi a fare compagnia»
« Che cazzo di voglie» borbottò alzandosi con lui. Daniel sorrise vittorioso, portandoselo dietro fino in cucina. Scaldarono della pizza e si sedettero intorno alla penisola.
« Avete lezioni importanti questa settimana?»
« Perché?»
Angel alzò le spalle guardandolo fisso negli occhi.
« Era per chiedere»
« Tu non dici mai niente per dire. Dai, che hai in mente?» gli chiese con il sorriso. Angel alzò gli occhi al cielo, mordendosi il labbro inferiore.
« Tra due giorni é il compleanno di Eric. Volevo portarvi in montagna. Ho una casa lì. La vista è stupenda, è in una piccola contea. E le persone si fanno gli affari propri. Però dovremmo prendere l'aereo perchè è in Mississippi. Che ne pensi? Potrebbe piacergli?»
Daniel lo guardò perplesso, finendo di masticare.
« Perché mi guardi così?»
« Non capisco come ho fatto a non innamorarmi prima di te»
« Che c'entra?» borbottò abbassando lo sguardo, sentendosi in imbarazzo. Finì di mangiare e, alzando lo sguardo su Daniel, lo trovò ancora con i suoi occhi a dosso.
« Che c'è?»
« Sei arrossito»
« Sono un essere umano, Daniel. Smettila di considerarmi qualcosa di diverso»
« Per me sei un Adone» disse con la faccia di uno che parlava seriamente. Angel si alzò in piedi, guardandolo fisso negli occhi, serio.
« Smettila. Prepara le vostre cose in due borsoni e domattina mettili in macchina. A lui ci penso io. Ora andiamo di sopra»
Daniel si alzò di scatto, seguendolo. Ma gli prese la mano, intrecciando le loro dita. Angel alzò gli occhi al cielo, e nascose un sorriso. Arrivati in camera Eric ancora dormiva. Angel si stese, prese le mani di Eric e se le portò intorno al corpo, così come quelle di Daniel.
Eric mugolò, strusciando la sua punta del naso sul collo del più grande, per poi stringersi di più intorno a lui, mentre Daniel copriva tutti e tre con la coperta.
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Amare
RomanceEric vide per la prima volta Daniel quattro anni prima, agli open day dell'università. L'anno successivo, al corso di storia dell'arte incominciarono a parlare, e da allora non si lasciarono più, fidanzandosi ufficialmente l'anno dopo, dopo tanto se...