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Il giorno dopo Angel non stava per niente bene. Era subentrata la febbre alta, e questo fece preoccupare i dottori, che lo visitavano ogni ora e valutarono anche il fatto di metterlo in isolamento, cercando di fare in modo di ridurre il possibile il rischio di rigetto. Daniel ed Eric non lo lasciarono mai solo, restando al suo fianco, mentre il più grande ansimava per l'elevata temperatura e a volte era più scontroso di altri momenti. Nonostante tutto, loro erano lì, a tenergli la mano, a bagnarli la fronte con teli bagnati. A prendersi cura di lui.

Daniel non sapeva che il giorno prima il suo fidanzato aveva confessato tutti i loro sentimenti ad Angel, nè che il padre di quest'ultimo avesse parlato con Eric, nè tantomeno che Angel ed Eric avessero litigato.

Era all'oscuro di tutto. 

« Amare» sussurrò Angel.

Daniel spostò lo sguardo su di lui.

« Cosa?» chiese Eric, seduto al suo fianco.

« In latino. Amore si dice "amare"»

« Ah si?» chiese Daniel sorridendo. Gli spostò una ciocca dalla fronte. Angel chiuse e riaprì gli occhi un paio di volte, ansimando. 

« Sto delirando. E voi siete al mio cazzo di capezzale. Sto morendo» disse dopo qualche secondo di silenzio.

« Non dire così» gli disse Eric, portandosi la sua mano vicino le labbra.

Dagli occhi del più grande scesero un paio di lacrime.

« Non voglio morire»

Daniel si alzò in piedi e gli prese il viso fra le mani.

« Guardami!» disse alzando la voce. Lui lo guardò.

« Tu non morirai! Hai capito?! É solo un pò di febbre! I dottori ti stanno curando. E quando starai bene, andremo a casa e-»

« Vi amo» sussurrò spiazzando tutti e due, che sgranarono gli occhi e si guardarono un attimo. 

Spostò lo sguardo su Eric. 

« Non fa niente se mi odi. Non fa niente se non mi ami, io ti amo comunque»

Poi guardò Daniel.

« E anche te. E lo so che voi siete fidanzati e che vi sposerete. E...»  prese un respiro «.. siete bellissimi, dentro e fuori. E... E... E adesso mi odierete. Ma... Ma non fa niente. Ora.. Ora però sono stanco... Sono così stanco» mormorò per poi chiudere gli occhi. Dan guardò il fidanzato ad occhi sgranati, per poi tornare a guarda Angel.

« No! Aspetta! Cosa?! Come.. Come puoi dire una cosa del genere in questo modo? Parliamone» sbottò Daniel.

« Dan» lo richiamò Eric. Lui spostò lo sguardo sul suo fidanzato.

« E tu non dici niente?!»

Lui gli appoggiò una mano sul braccio.

« Guardalo, è sfinito. Lasciamolo riposare»

« No! Dobbiamo chiarire questa cosa! Tu non lo odi, lui.. Lui ci ama! Eric, ci ama!»

Eric sospirò e, quasi spingendolo con la forza, lo portò fuori da quella stanza. Daniel era basito. 

« Ma che ti prende?! Hai capito quello che ha detto?!»

« Cerca di stare calmo un secondo!»

« Come posso stare calmo? Anzi, come fai tu a stare calmo!?»

Eric sospirò passandosi una mano fra i capelli.

« Ok, non ti ho detto alcune cose» incominciò  dire, mandando la curiosità di Daniel al picco massimo. Lo portò fuori dall'ospedale. Si sedettero su una panchina nel giardino interno, in un posto un pò meno ricco di persone, e gli parlò. Gli raccontò tutto ciò che Donald aveva detto a lui e la sua confessione ad Angel. Gli raccontò tutto. E Daniel ne rimase scioccato. 

« Oh mio Dio... E io che ho detto quelle cose! Mi odierà, cazzo!» sbottò sgranando gli occhi. Eric lo prese fra le braccia e lo strinse a sè.

« Calmati. Nessuno lo sapeva. Ma ora possiamo capire meglio perchè fa e dice cose che, magari, prima ci sembravano strane. Ora possiamo capirlo»

***

Daniel bussò alla porta di casa di Angel ed Eric, dietro di lui, era stranamente silenzioso.  Dopo quasi un minuto ancora nessuno era andato ad aprire la porta.

« Forse non c'é» mormorò Daniel.

« La macchina é sotto»

Daniel alzò le spalle e ritentò.

« Arrivo!» sentirono dopo qualche secondo da dentro casa, proprio qualche secondo prima che il più grande aprisse la porta. Gli sguardi di Eric e Daniel scesero in contemporanea sul corpo nudo di Angel, coperto da un misero telo di spugna bianco e dalla fasciatura sullo sterno.

« Che ci fate voi due qui?»

« E che cazzo» borbottò Eric passandosi una mano fra i capelli e chiudendo gli occhi.

« Che c'é?» gli chiese Angel.

« Cioé, tu apri la porta così?» gli chiese indicandolo.

Lui si guardò, e si sbatté il palmo della mano in fronte.

« Cazzo! La fasciatura!» sbottó allontanandosi velocemente dall'ingresso.

« Sta scherzando, vero?» chiese Dan continuando a guardare davanti a sé.

« Evidentemente no»

« Altro che amore platonico» mormorò entrando in quella casa. Videro Angel scendere le scale vestito con una maglietta bianca e pantaloni della tuta nera.

« Toglimi un dubbio. Apri la porta a chiunque, in quel modo?» gli chiese Daniel, un pó alterato.

Angel sorrise. Andó in cucina, una moderna cucina open space, e aprì il frigorifero guardandoci dentro alla ricerca di qualcosa.

« Cos'é, sei geloso?»

« Dal momento che sono innamorato di te, si, sono geloso»

Angel sbatté l'anta del frigorifero chiudendolo con forza. 

« Che cazzo siete venuti a fare qui? A dirmi le vostre cazzate?! »

« Non ti abbiamo mai detto cazzate!» sbottò Eric.

« Venite qui e vi permettete di fare scenate di gelosia? Siete ridicoli! Non potete venire qui e comportarvi in questo modo! Siete proprio dei ragazzini» sbottò, prima di aprire una bottiglietta di acqua e berne lunghe sorsate. 

Eric sospirò. 

« Non c'è bisogno di usare certi toni. Trattarci come due sconosciuti, quando non lo siamo, non ti farà sentire meglio» 

« Noi vogliamo solo te» disse Daniel avvicinandosi a lui. E di specchio, Angel si allontanò.

« Stavo delirando dalla febbre alta quando ho detto quelle cose. Io non sono come voi. Sono etero, a me piacciono le donne. E ora, andatevene via!»

AmareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora