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« Angel?» si sentì chiamare da dietro dalla voce di un uomo, girandosi insieme a Daniel ed Eric.

Erano arrivati in Mississippi da qualche ora. La casa di Angel era bellissima, ubicata su due piani, con un giardino bellissimo. Tutta circondata da una recinsione di staccionate bianche. Insomma, Daniel si aspettava una villa con i contro fiocchi. Invece era una casa normalissima, da normalissimo cittadino americano. Eric, quando lo trascinarono in aereo non stava più nella pelle. Voleva sapere tutto. Poi esultò quando arrivarono. Era contentissimo di passare il compleanno in quel modo, con i suoi due compagni. Ma adesso, che stavano facendo una passeggiata nella piccola cittadina, un uomo veniva a disturbarli.

« Mark? Sei proprio tu?» chiese Angel strabuzzando gli occhi. Si abbracciarono molto, molto, calorosamente e si guardarono.

« Dio, non ti vedo da secoli. Dove ti eri cacciato?»

« Lavoro.» disse Angel alzando le spalle.

Eric prese Daniel per un gomito, avvicinandolo a sè, e lo guardò.

« Chi cazzo e quello?» sussurrò.

« Mark» disse sarcastico.

« Non smette di toccarlo. Dobbiamo fare qualcosa. Mi da fastidio»

« Anche a me» bisbigliò.

« Mark, ti presento Daniel ed Eric. Ragazzi, lui é Mark»

I due ragazzi lo salutarono con un sorriso tirato.

Poi Daniel gli appoggiò una mano sul braccio e lo guardò.

« Non mi sento molto bene, mi accompagni a casa?» gli chiese. Angel drizzò subito la schiena, entrando subito nel suo ruolo preferito: quello della persona esperta che aiutava le persone con la sua enorme conoscenza. E se si trattava di Eric e Daniel e Kate, allora era l'apoteosi.

« Certo»

Salutò il suo amico e tutti e tre salirono in macchina.

« Allora, che cos'hai? Che ti senti?» gli chiese allacciandosi la cintura di sicurezza.

Daniel alzò le spalle.

« Niente»

Angel lo guardò perplesso, guardo per un paio di secondi anche Eric, seduto dietro di loro.

« Come, niente?»

« Niente. Quel tipo ti stava toccando un pò troppo per i nostri gusti»

Angel li guardò esterefatti.

« Hai finto di stare male, perchè siete gelosi?»

Daniel lo guardò fisso negli occhi, con uno sguardo che non prometteva niente di buono.

« Quindi se un ragazzo viene da me o da Eric e incomincia a toccarmi un pò troppo, tu non faresti niente?»

Angel fece una smorfia, accendendo il motore della macchina.

« E va bene. L'avete ancora vinta voi. Contenti?»

Daniel guardò Eric attraverso lo specchietto, che sorrise soddisfatto come lui.

***

Angel uscì dal box doccia, passandosi le mani fra i capelli lunghi e bagnati, portandoli indietro, proprio quando la porta del bagno si aprì, entrando Eric con il telefono di Angel in mano.

« Eric! Ti dimentichi un pò spesso di bussare a quella dannata porta» sbottò, prendendo un telo di spugna bianco, legandoselo intorno ai fianchi. Eric, dal canto suo, non si perse di guardare - e cioè fare una radiografia completa - il corpo di Angel, centimetro per centimetro. Voleva leccare ogni fottuta gocciolina d'acqua che percorreva quel corpo da svenimento, tanto era bello. Angel lo guardò, e lo vide praticamente con la bava alla bocca, e sorrise leggermente, sventolandogli una mano davanti al viso.

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