Epilogo

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"Dopo che mio padre tornó a casa, da quel giorno, sembró rinascere

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"Dopo che mio padre tornó a casa, da quel giorno, sembró rinascere. Sembrava totalmente un'altra persona. Aveva una luce più bella negli occhi. É vero, continuò la terapia con Yang due giorni a settimana, continuó ad avere sua madre nella testa. Ma com'è che si dice? Al cuor non si comanda? Beh, forse é proprio vero. Nel suo cuore c'erano quei due uomini. E forse era per questo motivo che non si lasciò più andare alle crisi che quella donna voleva fargli avere.

Angel Carter é una persona forte, perchè vicino a lui aveva persone che lo amava, che lo sostenevano.

Non mancavano le discussioni e le liti, perché l'amore non é bello se non é litigherello. Ma fare pace era la cosa migliore del mondo. Si vedeva quando era felice, e quando era arrabbiato.

Quando sono nata, mi teneva in braccio e non faceva che piangere e baciarmi sul viso e sulle mani.

Eric e Daniel non facevano altro che fargli foto su foto, e poi ancora foto e filmati.

Pultroppo non seppi mai di mia madre. La conoscevo solo attraverso le foto che avevo in casa. Morì durante il parto per delle complicazioni.
Ogni volta che ci pensavo - anche ora - mi venivano gli occhi lucidi e un groppo in gola.
Per un pó di tempo, dopo che papá me lo disse, pensai che la colpa fosse stata mia. Se non fossi nata, forse lei a quest'ora sarebbe qui con noi.. Qui con me.
Non fu facile convincermi del contrario, e sinceramente? Ancora ci pensavo, in fondo. Come avrei potuto non pensarci? Prima c'era, dopo no.

Non ce la facevo proprio a pensare che non fosse colpa mia.
Quando sono nata si chiesero se avessero dovuto nascondere il fatto che loro tre stavano insieme. Papá Angel si arrabbiò parecchio. Non voleva nascondersi, soprattutto con me. Sua figlia. Giá stava soffrendo tantissimo per la morte della sua migliore amica.

Quindi, con una forte insistenza di papà, Daniel ed Eric si identificarono fin da subito come i miei papá.
Papá Angel li fece legalizzare come miei tutori, oltre a lui stesso.

Nonno fu più titubante. Lui è sempre stato molto protettivo con me. Io lo adoro. Gli voglio un bene dell'anima.

Era sempre in prima fila alle mie recite scolastiche, le mie vacanze le passavo con lui, nei miei compleanni, quando presi la patente, alla mia prima delusione d'amore...

Non ero molto fortunata con le storie d'amore, ma questa é un'altra storia.

Questa, l'ho dedicata agli uomini della mia vita e al loro amore.

Fine"

Mio padre Eric mi abbracciò da dietro, dandomi un sonoro bacio sulla guancia proprio quando scrivevo l'ultima parola.

« Chi vuole un gelato al gusto stracciatella, bello fresco?»

Io ridacchiai. Era il mio gusto di gelato preferito. Lo adoravo. Mi tolse gli occhiali dal viso e li appoggiò sul tavolo.

« Lavori troppo»

«Smettila papá»

« Stanotte hai scritto tutta la notte»

« Non biasimarmi! Anche tu lavori notti intere quando hai l'ispirazione per i tuoi quadri»

« Mmh» mormorò.

« Vengo subito papà»

« Hai finito, per adesso, di scrivere?» mi chiese appoggiandosi vicino alla mia macchina da scrivere.

Annuii togliendo l'ultimo foglio e riponendolo sotto il mio manoscritto.

« Per ora, si»

« Hai scelto un titolo?»

Io mi alzai e lo baciai sulla guancia.

« Penso di si» mormorai trascinandolo in cucina.

« E qual'è?» chiese curioso entrando in cucina.

Mio padre Angel stava leggendo il giornale e mio padre Daniel stava mettendo il gelato nelle coppette. Baciai sulla guancia prima lui, poi andai a sedermi vicino papà Angel. Lui chiuse il giornale e mi trascinó sulle sue gambe, facendomi restare seduta su di lui. Io l'abbracciai e lui sorrise.

« Qual'é, cosa?» mi chiese proprio lui.

« Papá vuole sapere il titolo del mio nuovo libro»

« Hey, anche io lo voglio sapere» borbottò papá Daniel.

« Lo saprete a tempo debito. Come ogni volta» mugolai incominciando a mangiare il mio gelato.

« Brava la mia bambina. Tienigli testa» mi mormorò mio padre all'orecchio facendomi sorridere.

« Cosa state complottando voi due?» ci chiese papá Dan.

Alzammo le spalle all'unisono e loro borbottarono qualcosa di incomprensibile.

Sorrisi guardando i miei due papá "adottivi".

Finito il gelato mi alzai dalle gambe di papá e posai la coppetta nel lavabo. Poi mi avvicinai a papá Dan.

« Papá, sei sporco di tempera»

« Ah, come al solito» borbottò pulendosi la guancia con il dorso della mano.

« Sei sempre il solito distratto» gli disse mio padre Eric, prima di dargli un bacio a stampo sulle labbra. Sorrisi prima di incamminarmi verso l'uscita della cucina quando papá Angel mi raggiunse.

« Ivy»

« Dimmi papà»

« Stasera perché non ti prendi la serata libera? Scrivi ininterrottamente da tre giorni. Non voglio che ti stanchi troppo»
« Non ti preoccupare papá, ho finito di scrivere il libro. Devo chiamare il mio editore»

« Va bene. Ti voglio bene, amore» mi disse abbracciandomi. Sorrisi ricambiando l'abbraccio.

« Anch'io ti voglio bene»

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