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Eric e Daniel, il giorno dopo, quasi corsero in ospedale con il giornale appena comprato. Non lo avevano ancora neanche aperto, e non l'avrebbero sfogliato fino a quando non sarebbero stati con Angel. Salirono sull'ascensore e andarono nel reparto. Era appena iniziato l'orario di visita ed erano fottutamente eccitati e spaventati per quello che ci poteva essere scritto lì sopra. Quelle parole avrebbero cambiato completamente o in negativo o in positivo la loro carriera.

La serata era andata bene. Tre quarti dei quadri erano stati venduti e loro erano al settimo cielo. Non vedevano l'ora di andare dal più grande e raccontargli tutti i dettagli.

Salutarono, come sempre, il personale ospedaliero, che ormai li conoscevano bene, e bussarono alla stanza di Angel.

Era steso sul letto con gli occhi chiusi e il respiro affannoso. Vicino a lui c'era Kate. Vicino a lei c'era un uomo, sulla sessantina, vestito da un evidente costoso soprabito d'alta sartoria.

Era senza alcun dubbio il padre di Angel. Erano due gocce d'acqua. Dagli occhi di due colori diversi, al naso, alle labbra, all'altezza.

« Buongiorno» salutó Daniel, mantenendo il suo tono di voce cosí come si sentiva. Perplesso.

L'uomo e Kate si girarono a guardare Eric e il suo fidanzato.

« Donald, ti presento Eric e Daniel. Sono.. amici di Angel» li presentò Kate. Donald allungò la mano verso di loro.

« Sono il padre di Angel»

« L'avevamo capito. Siete uguali» gli disse Eric, per poi spostare lo sguardo proprio su Angel. Sembrava dormisse ancora.

« Come sta?» chiese.

« La febbre ancora non é passata. C'é una probabilità di rigetto. Ma sono sicura che ce la farà. Ce la deve fare» spiegò Kate, prima di sedersi vicino al letto.

« Ma ieri sera il dottore ci ha detto che non dovevamo preoccuparci, che potevamo lasciarlo... Dio... Sta tanto male?» disse Daniel, evidentemente preoccupato e anche un pò in colpa, per averlo lasciato solo.

« Se dopo un operazione chirurgica subentra la febbre, c'é sempre da preoccuparsi, ma è scesa, rispetto a ieri sera, quindi vuol dire che il suo corpo sta reagendo»

« E voi dove avete conosciuto Angel?» chiese Donald, cambiando radicalmente discorso.

« Mio nonno é entrato in una delle sue strutture. Da allora siamo diventati amici, lo abbiamo ospitato anche a casa nostra, prima dell'incidente.» gli spiegò Eric. Donald annuì sedendosi sul divanetto.

« Comunque, Kate, dovevi chiamarmi prima. Dovevo essere informato»

« Ho tentato di chiamarti. Ma eri in Europa. La tua segretaria ha miriade di mie telefonate. Se tu non mi rispondi, non é un mio problema»

« Chiedo scusa, ma la madre di Angel?» chiese Daniel.

Donald si alzò di scatto dal divanetto, drizzando la schiena e mostrandosi in tutta la sua altezza. Per un attimo il pittore sussultò, pensando di aver detto qualcosa di male, vista l'espressione nera di Donald.

« Angel non vi ha parlato di niente? Da quanto lo conoscete?»

Eric e Daniel si guardarono perplessi.

« Da qualche settimana» rispose il primo.

« Non mi sembra il momento di parlare di certe cose! Se volete farlo andate fuori! Non qui, non in mia presenza, non vicino a lui!» sbottò Kate, cambiando totalmente tono di voce, facendo basire i due ragazzi, e facendo annuire Donald.

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