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Angel era immerso nei suoi pensieri, fissando assorto fuori dalla finstra.
Il dottore Yang stava cercando di interagire con lui, ma Angel non riusciva a parlargli. Quel giorno, lei non lo lasciava stare. Era nella sua testa e gli stava urlando di dire che era normale.

Chiuse gli occhi sospirando appena.
"Smettila di urlare" pensó esasperato.

« Angel, se non parla con me, i tempi si allungheranno di più. É qui giá da due settimane. E lei non mi vuole parlare. Non vuole tornare a casa?»

Angel aprì gli occhi. Si alzó dalla sedia e andò alla porta. Cercò di aprirla per andarsene da quella stanza, ma la porta non si aprì. Tentò di mettere più forza, ma il risultato non cambió.

« Mi dispiace, ma se non collabora, sono costretto a usare le maniere forti. Sono qui per aiutarla, Angel»

Lui sorrise amaramente continuando a dare le spalle al dottore.

« Tanto prenderà i soldi di mio padre in ogni caso. Anche se non mi vedrá mai perché voglio restare in camera mia. Voglio uscire da qui dentro. Ora.»

« Suo padre l'ha portata qui perchè le vuole bene, perché vuole che lei guarisca»

« Io sto bene»

Sentí Yang sospirare e sfogliare dei fogli.

« Kate Hall» borbottó.

Angel si giró lentamente verso di lui.

« È incinta, vero?» chiese alzando lo sguardo su di lui. Angel rimase in silenzio.

« Suo padre, mi ha detto come sono andate le cose. Le sembra normale?»

Angel si rigirò verso la porta e riprovò ad aprirla con più forza.

« E Daniel James ed Eric Sanders?»

Angel diede un pugno ben assestato con il lato della mano, sulla porta. Yang sorrise soddisfatto.
Angel si girò di scatto e si avvicinò pericolosamente a lui.

« Non ci provi neanche, psichiatra del cazzo!»

« A fare cosa?» chiese innocentemente.

« A metterli in mezzo. Loro, con me, non centrano un cazzo»

« Da quello che suo padre mi ha detto, avete una relazione»

« Io non ho nessuna relazione! Mio padre si sbaglia!»

« Ah, quindi siete solo amici?»

« Le sembra così strano? Solo perchè lei é un asociale, non vuoldire che lo siano tutti!»

Yang annuì tirando fuori dalla cartellina delle foto. Foto di lui, e dei suoi due ragazzi. Ritraevano loro intenti a darsi baci rubati in auto, sotto casa, dietro l'angolo di alcune case.
Angel prese il dottore per il colletto della maglia e lo sollevò senza apparente sforzo.

« Mi sta fottutamente prendendo in giro?! Mi fa seguire?!» urlò. Nella stanza entrarono di corsa due guardie, ma Yang le fermò alzando una mano.

«A me non interessa della vostra relazione. Voglio solo parlare. Aiutarla. Liberarla dalle voci che sente, di sua madre»

Angel lo fissò per un paio di secondi, per poi "riappoggiare" il dottore a terra con un sospiro pesante.

« Sono stanco. Non smette di urlarmi contro da giorni. Mi dia qualcosa, la prego. Ho bisogno di dormire, di non sentirla» sussurrò sedendosi sulla sedia. Le guardie uscirono piano dalla stanza, dopo che Yang fece un cenno verso di loro. Poi guardò Angel. Si sedette vicino a lui e parlò piano, lentamente, scandendo piano le parole.

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