23 Meredith. Inevitabile.

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23 Meredith.
Inevitabile.







Mi manca il fiato.

Non so che cosa dire e non so perché ho iniziato questo discorso.

Le parole di Logan mi hanno paralizzato, ma allo stesso tempo mi hanno fatto battere forte il cuore.

Effettivamente, non so cosa mi aspettassi.

Forse speravo mi dicesse che lo fa per amicizia, che si comporta così perché, oltre ad essere una con cui scopa, sono anche la sorellina del suo migliore amico.

Così dicendo, mi avrebbe rimessa al posto, avrebbe spento la sensazione di calore e benessere che mi ha pervaso quando ho aperto la porta e me lo sono trovata davanti.

Ho cercato di mandarlo via, perché tutto volevo, tranne che vedesse lo stato pietoso in cui mi trovavo, ma non c'è stato verso.

È venuto verso di me e ha tolto quella fragile maschera che mi ero messa addosso, spingendomi a dare completamente sfogo a tutta la mia impotenza e frustrazione.

Mi ha tenuta stretta e, sebbene mi vergognassi da morire, ho pianto disperatamente.

Mi sentivo così incredibilmente impotente che, per la prima volta in tanti anni, mi sono aggrappata a qualcuno, lasciando che mi sollevasse dal dolore e mi consolasse.

Certo, non mi aspettavo che quel qualcuno sarebbe stato Logan, ma pensandoci bene, non riesco ad immaginare di affidarmi a qualcun altro.

Le sue parole, sebbene fossero le stesse che continuavo a ripetermi da sola, non hanno avuto lo stesso, misero, risultato. Si sono infilate dentro di me e hanno un po' placato il senso di colpa e la sofferenza.

Vedere Chelsea ridotta quasi ad un vegetale, mi ha fatto davvero male. Non impaginavo che avrei sentito così nitidamente il suo dolore.

All'inizio mi sentivo di merda, perché continuavo a pensare che avrei dovuto trovare il modo di convincerla, ma poi, vedendo lo stato miserabile in cui si stava riducendo, ho iniziato ad avvertire tutto il suo dolore, la sensazione di perdita e di smarrimento che vedevo ogni volta che si tirava su dal letto per mangiucchiare qualcosa.

È come se qualcosa, dentro di lei, si sia spezzato. So che non ha nessun'altro al mondo e so bene di non poter sostituire suo padre o cancellare la ferita che le è stata inferta, ma posso cercare di non farla sentire sola.

Chelsea è più forte di quello che pensa, basti pensare al modo in cui ha tenuto testa a suo padre negli ultimi mesi. Sono sicura che riuscirà a venirne fuori, ma non sarà da sola. Io voglio esserci.

Non so, forse perché, sebbene abbiamo la stessa età, mi sembra psicologicamente più piccola, e la sento un po' come una sorellina minore e questo mi ha spinto a volerle incondizionatamente bene.

Non sopporto di vederla star male e farò tutto ciò che è in mio potere per aiutarla.

Ovviamente, nello stato pietoso in cui mi trovavo, non sarei potuta essere di aiuto a nessuno.

Ora mi sento meglio. Essermi sfogata, aver espresso la mia decisione di essere una seconda famiglia per Chelsea, mi ha fatta sentire come se stessi facendo qualcosa, come se non fossi semplicemente impalata in mezzo alla stanza in lacrime.

Logan mi ha tenuta stretta e, invece che andare in pezzi, come accade ogni volta che piango, mi sono sentita libera, come se, finalmente, il pianto fosse servito a qualcosa.

Ho sempre pensato che piangere non servisse a nulla, ma a furia di tenerti dentro le cose, ad un certo punto scoppi, ma non aiuta molto quel genere di sfogo, perché mi lascia ancora più vuota e impotente di quanto non mi sentissi prima. Inoltre si aggiunge anche l'amarezza, proprio perché non avevo mai pensato che piangere servisse a qualcosa.

Amanti in Segreto. The Colorado Series #3. COMPLETA / REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora