10 Meredith. Facciamo un bel giro sul viale dei ricordi.

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10 Meredith.
Facciamo un bel giro sul viale dei ricordi.












Nella vita di un individuo ci sono forse dieci momenti davvero significativi, in grado di fare la differenza

Sono eventi in grado di cambiarti e condizionare la tua esistenza. Ad alcuni non dai importanza, perché influiscono su aspetti che vengono reputati secondari, altri ti cambiano così profondamente che è impossibile ignorarli.

Questi avvenimenti non hanno un ordine preciso o una data da rispettare. Arrivano senza preavviso e prendono prepotentemente posto nella tua intera esistenza.

Nel mio caso, il primo, è arrivato quando avevo sei anni, manifestandosi come una malattia mortale nel 51% dei casi.

Ci eravamo appena trasferiti a Charleston, nella Carolina del Sud, dal Guatemala, quando mia madre si è accorta che qualcosa non andava.

Avevamo vissuto circa un mese a Cobán, una provincia de Guatemala, ed era l'ultima tappa prima di arrivare finalmente in America e cercare un posto dove far fermare me e mio fratello.

Allora ero una bambina perennemente in movimento e l'intera città era come un parco giochi immenso, pieno di verde, alberi e possibilità.

È stato in una delle mie esplorazioni, nel boschetto dietro casa, in compagnia di alcuni ragazzini della zona, che mi sono ferita, ma ero troppo piccola per capire quanto quel taglio sotto i pantaloni potesse essere pericoloso.

Di lì ad un paio di giorni siamo andati via e, con i preparativi del trasloco, il dolore alla gamba è passato in secondo piano.

Mia madre, che non sapeva nulla, quando mi salì la febbre, si limitò a darmi un antipiretico. La sua non è stata disattenzione, ma non c'era mese senza che mi venisse la febbre e, dopo numerosi, inutili, viaggi in ospedale, sapeva che bastava davvero poco a rimettermi in sesto.

Quella volta fu diverso.

La notte stessa del nostro arrivo a Charleston, mia madre mi portò di corsa in ospedale.

Mentre mi lavava, per cercare di abbassare la temperatura corporea, aveva scoperto la ferita infetta e aveva capito che era qualcosa di piuttosto grave.

Il dottor Archer, il pediatra di turno quella notte, sospettò immediatamente che si trattasse di sepsi, meglio conosciuta come setticemia, e prima ancora di avere i risultati sugli esami del sangue, iniziò a somministrarmi degli antibiotici ad ampio spettro, per cercare di contrastare l'infezione.

Ero troppo piccola per capire e la febbre alta mi confondeva, alternando momenti di lucidità, dove sentivo il corpo gelato e in fiamme allo stesso tempo, a momenti di confusione totale.

So che mi hanno fatto decine di esami, ma di quei momenti io non ho alcun ricordo.

Però ho chiaro in mente il momento in cui mi sono svegliata, quando finalmente il mio corpo ha vinto la battaglia.

Avevo la bocca e la gola riarse, la testa  mi faceva male e  gli occhi mi bruciavano, feriti dalla luce bianca sopra la mia testa. Anche le braccia e le gambe mi facevano malissimo e quella cosa nel mio braccio era fastidiosa, tanto che avrei voluto piangere.

Mia madre, al mio capezzale, si affrettò a farmi bere, dicendomi di non parlare e riposare, che ero stata tanto male, ma che alla fine sarei stata bene.

Non so con esattezza quanto tempo rimasi in ospedale, ma ascoltai tutto quello che il dottore diceva a mia madre, cercando di capire cosa mi fosse successo.

Quelle parole hanno continuato a tormentarmi per anni, anche se mia madre ha cercato di sminuire l''accaduto, io lo sapevo, lo avevo capito, che ero stata ad un passo dalla morte.

Amanti in Segreto. The Colorado Series #3. COMPLETA / REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora