12 Meredith. Preghiamo la divinità dei bugiardi.

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12 Meredith.
Preghiamo la divinità dei bugiardi.








Doveva essere uno scherzo innocente e non avrei mai pensato che Logan se la sarebbe presa tanto.

Ovviamente, aveva ragione, perché proprio non avevo pensato a cosa avrebbe pensato del mio atteggiamento.

Volevo provocarlo e anche mostrargli che, se decidevo di stare con lui, non era perché non avevo alternative, ma perché era una mia scelta.

Un atteggiamento piuttosto infantile, perché, per quante cazzate io mi sia raccontata, alla fine credo che fosse solo un mero dispetto.

Per qualche motivo, mi fa sentire bene sapere di avere così tanta influenza su di lui e non avevo affatto pensato alle conseguenze.

Vederlo con un'altra non mi è piaciuto, ma più la seconda volta che la prima, perché so che è inevitabile che le ragazze gli si avvicinino, quindi, una volta attirata la sua attenzione, mi sono completamente dimenticata che esistesse, anche perché non l'ho più nemmeno intravista.

Ciò che mi ha ferita, quando ha invitato quella tipa al MIO tavolo, è che dovevo essere io la star della serata ed essere liquidata in quel modo, ignorata, mi ha fatto più male di quanto voglia ammettere.

Nonostante stia ottenendo comunque quello che volevo fin dall'inizio, mi sono dovuta ridimensionare ed è una cosa a cui non sono per nulla abituata.

Logan aveva tutte le ragioni per essere arrabbiato, perché non è stato per nulla rispettoso da parte mia, e mi sono scusata, per quanto mi bruciasse ammettere di aver sbagliato.

Nonostante tutto,mi ha sempre trattata con considerazione e non come se fossi una sgualdrina, anche se, lo ammetto, a volte mi sento proprio così.

Solitamente non devo rendere conto a nessuno dei miei errori. Le cazzate che faccio, sono solo mie, e con la mia famiglia mi sforzo di essere praticamente perfetta, per cui non mi ero mai trovata nella posizione di dovermi scusare.

Fino ad oggi.

Logan è un osso duro, anche se ha "ceduto". Non penso proprio che, se non avessi ammesso l'errore, mi avrebbe portata a casa sua.

Ebbene sì. Stavolta niente macchina scomoda e la cosa mi ha sorpresa non poco.

Vive in quello che credo fosse, un po' di anni fa, una specie di deposito, poi riportato a nuovo.

Dopo essermi scusata e aver visto la resa nei suoi occhi, ha rimesso in moto e ha guidato i silenzio fino in periferia. Pensavo che ci saremmo appartati da qualche parte e mi ha davvero presa alla sprovvista quando ha parcheggiato di fronte ad un vecchio capannone.

È sceso dalla macchina e ha aspettato che lo seguissi per farmi strada, tutto senza nemmeno pronunciare una parola. Al buio e con i tacchi a spillo, non è stato facile camminare sul terreno privo di cemento, soprattutto perché non si è diretto verso i battenti chiusi, ma ha aggirato la costruzione, fino ad una porta di legno intagliato, messa in evidenza dal faretto sopra lo zerbino.

Ha fatto scattare la serratura, facendosi di lato per lasciarmi entrare per prima.

Gli occhi ancora mi bruciano, perché quando ha acceso la luce sono rimasta accecata dall'improvviso chiarore, ma ora che riesco a guardarmi attorno, devo ammettere che è un Open Space niente male.

La prima cosa che si nota, entrando, è il soffitto di metallo, sostenuto da una semplice impalcatura di metallo. Due pali a meno di tre metri di distanza l'uno dall'altro sostengono la parte centrale. La zona cottura è divisa da quella relax da una libreria alta un metro e mezzo, su cui poggia una semplice lampada. Due poltrone, poste in modo che chi si sieda possa guardarsi in faccia, sono vicino alle grandi finestre, da cui si intravede appena la notte. Altre due poltrone formano, disposte allo stesso modo, creano una specie di quadrato, con al centro un tavolino basso.

Amanti in Segreto. The Colorado Series #3. COMPLETA / REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora