32 Logan. I tuoi occhi.

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32 Logan.
I tuoi occhi.







Sono completamente scombussolato.

Ancora non riesco a credere di aver perso interi mesi di vita.

Non ricordo molto del mio risveglio in ospedale.

Un momento prima c'era il buio, spezzato solo a tratti da momenti di coscienza, accompagnati da quel fastidioso e ritmico BEEP, il momento dopo, ero sveglio, confuso, ma cosciente di quello che mi circondava.

Ricordo di aver pensato che era una stanza strana quella in cui mi trovavo. Le pareti erano completamente bianche, un colore così candido da farmi bruciare gli occhi già delicati, che tenevo aperti a stento. Una lunghissima tenda beige teneva lontana la luce del sole, per qualche strano motivo ero convinto fosse mattina, e una sedia imbottita si trovava nell'angolo alla mia destra.

Dalla mia sinistra arrivava un fastidiosissimo BEEP, che ho scoperto, con grande fatica, provenire da un macchinario con un piccolo schermo, dove si poteva vedere il battito del mio cuore.

Ero talmente confuso da quella situazione, che non mi sono reso conto di avere un tubo giù per la gola fino a quando non ho provato a deglutire.

Ammetto di essermi spaventato, perché non riuscivo a capire dove fossi, cosa fosse successo.

L'ultima cosa che ricordavo, era di essere andato a letto, consapevole che il giorno dopo avrei rivisto il mio vecchio amico Ryan.

Invece mi sono svegliato in un letto d'ospedale, senza sapere come c'ero arrivato e con un dolore sordo al petto ogni volta che si espandeva durante un respiro artificiale e l'altro.

Non ero io a respirare, ad incamerare aria, eppure sentivo i polmoni dilatarsi e ritirarsi come se invece fossi io a farlo.

Non so per quanto tempo sono rimasto immobile su quel letto, in attesa di risposte. Avrei voluto muovermi, spostarmi, ma avevo l'impressione che il mio corpo non volesse ubbidirmi.

Dopo un tempo infinito è entrata una ragazza. Aveva i capelli neri raccolti in una treccia laterale, il viso dai lineamenti delicati completamente struccato. Indossava la classica casacca delle infermiere, rosa pallido, e ha sorriso quando ha visto che ero sveglio. Gli occhi scuri, contornati da folte ciglia, erano allegri come possono esserlo solo quelli di qualcuno che ama il proprio lavoro.

"Bene, è sveglio, signor Devenport. Vado immediatamente a chiamare il medico. Si rilassi e non si preoccupi. È stato molto fortunato."

Non ho capito esattamente il senso delle sue parole, ma in qualche modo, sapere di essere stato fortunato, per usare le sue parole, mi ha un po' tranquillizzato.

Dopo essere stato visitato dal dottore, che a quanto pare è anche lo stesso che mi ha operato, ero molto meno felice.

Mi ha detto di non potermi ancora togliere il tubo che mi permetteva di respirare, perché avevo avuto un incidente e prima dovevano farmi un paio di esami, per stabilire se fosse o meno il caso di lasciarmi respirare da solo.

Hanno dovuto operarmi per chiudere il polmone e aprirmi la testa per cercare di allentare la pressione del sangue sul cervello.

Non so quanti esami mi abbiano fatto. Ho perso il conto delle volte in cui sono venuti a prelevarmi il sangue. Alla fine mi hanno messo dentro un macchinario cilindrico. Le pareti sembravano volersi chiudere sopra di me e ho ringraziato il cielo di non essere claustrofobico.

Alla fine, gli esami hanno dato un buon esito, perché mi hanno tolto il tubo dalla gola. Non è stata una bella esperienza, per nulla. Sentire qualcosa che ti scorre nel collo mi ha fatto schifo, provocando anche brutti conati di vomito.

Amanti in Segreto. The Colorado Series #3. COMPLETA / REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora