capitolo 1

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Io mi chiamo gloria deliperi, sono una ragazza di 16 anni che frequenta il secondo anno di superiori.
Il mio compleanno e il primo gennaio, non credo sia una coincidenza dato che il mio idolo ha il compleanno lo stesso giorno, peccato che non sia reale.
Almeno per gli altri, si e vero non esiste ma io so che in fondo e vicino me lo sento.

Datemi della pazza o dell'illusa ma io ci credo, credo che anche se non lo vedo lui sia al mio fianco, che capisca cosa provo, cosa il mio destino mi mette davanti.

Passo il resto delle giornate a poltronire a casa, dato che non ho mai compiti e mi rilasso, o e dir poco rilassarsi.
Devo sopportare ogni giorno mio fratello che mette musica truzza ad alto volume, mia nonna che urla e mi parla di morti e mia madre che si lamenta per ogni, singola, cosa.

Piango molto, a scola i miei compagni sono stupidi e maneschi, sono tutti maschi e ci sono 5 ragazze oltre a me, una di queste la detesto.
Alessia, e una stronza che non fa altro che insultarmi e rendermi ridicola e fa la bulla con tutti ma tutti non ribattono.

Ha trovato un osso duro che non si lascia insultare per niente e non accetta ingustizie e ogni volta dimostro di non aver paura, parecchie vomte mi picchia fuori da scuola e quando torno a casa mi chiudo in camera e piango.
Non sopporto che si facviano gli affari mie e non lo dico mai ai miei genitori.

Un giorno mentre piangevo sentii una voce che avevo già sentito e che mi suonò famigliare.
"gloria, perché piangi...per alessia?"

Alzai la testa e mi gurai, trovai al mio fianco sul bordo del letto un ragazzo moro, capelli neri mossi e delle bellissime lentiggini sul volto che riconobbi, un cappello arancione che penzolava sulla schiena, era a petro nudo ma aveva una collana di perle rosse, uguale a quella che indossavo io.
"Tu...sei...sto sognando?"
Avevo davanti il mio idolo, l'angelo a cui tenevo.
Portgast d ace.

"Si sono io gloria, poccola ascuga le tue lacrime"
Mi mette una mano sul volto e mi asciuga le lacrime con un gesto delicato.
"Come sai il mio nome! E...come faccio a vederri..."

Ero abbastanza scioccata nel vederlo ma sorpresa che mi conoscesse, magari era come sognavo.
Magari le mie non erano fantasie.
"Sappi che sono reale e ho passato tutto il tempo al tuo fianco, so cosa devi sopportare, mi spiace."
"Cosa ti lega a me...ace"
Chiesi d'istinto smettendo di piangere.

"Vedi, sostanzialmente io sono il tuo angelo dato che abbiamo la stessa data di nascita.
Sono nato con te e il mio spirito ti e sempre rimasto accanto ma il mio corpo nel mio mondo.
So tutto di te, so che molte cose.
Dato che sono morto ora il mio corpo a raggiunto lo spirito e quindi sono diventato reale in questo mondo.
Non sei più sola piccola mia!"

Il suo sorriso e le sue parole mi fanno capire che sono ricambiata, i miei sentimenti.
"Sai tutto quindi ..."
"Quando ero solo un angelo potevo accedere ai tuoi pensieri e so tutto, le tue marachelle, le bugie che dici, quel che provi per me, ma ora sono qui e starò con te."
Allargò le braccia sorridendo e lo abbracciai.
"Grazie ace, grazie per essere qui. ti amo!"
Mi accarezza la testa e mi stringe tra le sue braccia.
Sentii bussare alla porta.
"E ora? Cosa dico hai miei..."
"Tranquilla, sta a vedere. Tu falla entrare, farò la mia apparizione."
Disse scomparendo schioccando le dita.
"Arrivo"
Apro.
"Glo, c'era alessia al telefono, mi ha detto che oggi lai picchiata.
Mi devi spiegazioni"
"Mamma, non vedi i miei lividi? se mai e lei che ha picchiato me.
Durante scuola lei ha iniziato a insultarmi come sempre e dopo scuola...be si vede no?
Gli altri ridevano e non mi aiutavano!
Solo simone mi ha aiutato ad allontanarla e a portarmi al pulman, e mi ha accopagnato, poi e tornato a casa."
Mi tornarono le lacrime poi chiusi la porta e mi rigettai sul letto.
"Apri gloria!"
"No, lasciami in pace!
Non mi hai neanche guardato quando sono entrata e mi hai attaccato subito credendo alle parole di una stronza di me..."
Sentii suonare il campanello e lei allontanarsi.
Sentivo delle voci, era ace.
"Si e sopra ma chi sei?"
Chiese mia madre poi sentii la voce di ace poi qualcuno che correva per le scale poi bussare.
"So ace, mi fai entrare?"
Ascugai le mie lacrime cercando di calmarmi poi andai ad aprire per poi tirarlo dentro e richiudere.

Lo abbracciai e le mie lacrime tornarono
"Perché piangi adesso, dai ora sono con te dai..."
Disse accanto la mia testa dolcemente.
"Scusa...e per oggi...
Mamma non ha sapeva niente eppure e arrivata chiedendo perché alessia diceva che l'avevo picchiata...dopo gli ho spiegato tutto e non mi ha creduto, neanche vedendo i lividi...non gli importa, non gli è mai importato..."
"No e vero, gli importa solo...dato che non ti crede più...ma capisco quel che provi ma devi stare tranquilla, domani sarò anche io nella tua classe, ci sarò io a difenderti"

Asciugò le mie lacrime e poi mi calmai.
Ci sedemmo sul letto e poi gli sorrisi.
"Ma dimmi, come hai fatto a farti aprire."
Chiedi io curiosa.
"Spero non ti dispiaccia​, gli ho detto che sono il tuo fidanzato.
Che infondo poi e per metà vero.
Mi ami e io pure quindi..."
Sorrise con una mano nei capelli, il suo sorriso era raggiante e mi metteva allegria.
"Certo che non mi dispiace, grazie ace...per essere al mio fianco."
"So quante ne hai passate e so quanto sperassi che ci fossi in quei momenti.
Mi dispiace piccola"
Presi la sua mano.
"Ma ora ci sei e questo mi basta, sei al mio fianco e non posso chiedere di meglio.
Ma una cosa, prima come hai fatto a scomparire."
Lui ridacchiò poi con le mani prese il volto e mi diede un bacio silla fronte

"Non ti serve saperlo, sappi solo che ho dei poteri che la gente non ha"
Rimasi senza parole poi sentii un calore emanato dal suo corpo.
I brividi che avevo per il freddo erano svaniti e stavo meglio, anche se i lividi che avevo mi favevano male e lui sfiorandomi il viso ne aveva toccato uno.
Sopportai il dolore senza lamentarmi ma lui lo capì.
"Ti fanno male vero?
Chiudi gli occhi un attimo"
Feci cime diceva.
Non vedevo quel che faceva ma non sentii più dolore.
Quando riapro gli occhi i miei lividi svanirono.

"Ma...ace...tu"
Mi fece segno di silenzo poi lo abbracciai

 per me sei reale, Angelo MioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora