capitolo 5

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Era l'ultimo giorno prima delle vacanze di natale e stavamo facendo festa a scuola, cera musica e cibo e dei giochi, io ero su una panchina in disparte perché avevo ancora il gesso e poi perché non mi piaceva il casino.

"Ei, che ci fai sola qui, dai vieni un po di la ti aiuto io piccola."
Disse ace prendendomi la mano.
"No sto bene qui, sai che sono asociale...resti un attimo con me?"
Chiesi e lui si mise al mio fianco.
Mi sistemò la gamba e mi abbraccia mettendosi dietro di me.
"Perché resti sempre in disparte, non lo mai capito ..."
Sospiro.
"Preferisco stare in pace da sola, lontano dal casino.
Non mi piace il casino, lo so sono asociale."

Sorrido ridacchiando.
"Capisco, ma adesso non sei prorio sola"
"Intendo starmene in disparte, ma se ci sei tu e meglio.
Adoro i tuoi abbracci, e sentirti al mio fianco."
"Ti voglio bene" pensai sospirando e lui strinse l'abbraccio poi mi lasciò un bacio sulla guancia.

Passò un mio compagno che ci sorrise, poi un professore che ci chiede perché non eravamo con gli altri e dissi che stavo bene qui ed ace sorrise ridacchiando.
Erano passate 2 ore e ne mancavano 4.

Avevo deciso di farmi un giro ed ace mi rimase vicino.
Ero passata prima in palestra dove giocavano a pallaschiava, per poco non mi beccavano con la palla, ace la parò poi andammo nell'aula magna dove cera musica e cibo, mi sedetti su una sedia ed ace al mio fianco.

Simone ra passato di li.
"Come va, hai smesso di fare l'asociale?"
"Non per molto."
Lui mise il pugno davanti e li scontrarmmo sorridendo, chiesi di mettere una canzone dei linkin park che can tai tutta d'un fiato.
Quando la giornata finì, ace mi teletrasportò davanti a casa ed entrammo e me ne andai in camera.
Lui venne con me.

Era venuto luffy con mio fratello a rompere.
"Giogio, senti mi puoi prestare il telefono?
S i che il mio e rotto, devo giocare a cles."
"Ma ancheno!
Chiedi a mamma, fila."
Dico io dandogli un occhiata poi al mio schermo.
"Da i gio, dai, dai, glo, dai, dai.
Ti prego dai."
Continuava a stuzzicarmi e iniziava ad urtarmi
"Ti ho detto no, e mio, che petulante santo celo."

Lui poi tentò di strapparmelo dalle mani na gli arrivò solo un pugno in faccia poi se ne andò.
Luffy era rimasto un atimo e sorrideva.
"Ciao ace!"
Ace sorrise.
"Cercate di non far casino, vi prego"
Dissi prima che lo raggiungesse poi chiuse la porta.

Erano iniziate le vacanze e giustamente ero andata con ace e mio padre a farmi togliere il gesso e farmi delle lastre per vedere come andava.

Ero quasi guarita e mi avevano fetro di non sforzare troppo il piede e di tenere me stampelle.
Quando tornammo a casa ace mi prese in braccio e mi portò su."dai so camminare..."

Dissi quando mi posò sulla poltrona.
"Devi guarire completamente, e sai cosa faccio?"
Si inginocchiò e mi mise le mani sui piedi concentrandosi e il male svanì, lo provai a muovere e non faceva male.
"Grazie, ora va meglio"
Li baciai dolcemente e lo fissai negli occhi.
"Sei così bella, la mia piccola inconpresa..."
"Non sai quanto ti ami e quanto desideri le tue labbra..."
Lo baciai appassionatamente e lui si mose sopra di me abbracciandomi.
Questa volta prese lui l'iniziativa e mentre mi baciava la sua mano scivolava sulla mia schiena insieme a un brivido.
"Mi desideri...piccola?"
Chiese sussurrando al mio orecchio ma era ancora presto per me, non ero ancora pronta.
"Ace..."
"Non sono pronta..."
Pensai poi lui annuì poi mi abbracciò ma restò qualche minuto li.
"Mi vuoi bene?"
"Tantissimo, sei la cosa più importante della mia vita.
Il tuo sorriso mi fa sorridere, il tuo abbraccio mi scaldare mi conforto e le tue braccia mi sono pronte a sorreggermi in ogni momento o tenermi per mano per non lasciarti mai"
Sospirai nel sistemandomi tra le sue braccia.

Dopo mi fece sedere su di lui orizzontalmente.
"Essere il tuo angelo e la cosa più bella che mi sia capitata, nell'altro mondo non  credevo che qualcuno potesse tenere a me,  ero convinto che nessuno mi amasse e che nessuno lo avrebbe mai fatto ma quella volta a marinford mi ha fatto capire molte cose..."

Sospira poi mi da un bacio sulla guancia.
"Non sei mai stato solo, sai che ci sono io, che ti amo da impazzire e anche un solo minuto senza te sembra eterno, saremo sempre l'uno al fianco dell'altro in quelsiasi momeno e situazioni.
Sempre vicini..."

"Mai lontani..."
Continuò con un sorriso stringendosi a me.
Mi girai appoggiando la mia testa alla sua e sorridendo​ per poi ricevere un bacio e ricambiarlo.

"Come stai, meglio?"
Chiede per il piede.
"Tutto bene, non mi fa più male. Grazie per tutto"

Mi alzo per accedere lo stereo e collego il telefono per mettere musica.
Metto una pleylist degli skillet su spotifay e poi mi metto al pc a fare dei compiti poi mi ributto tra le braccia di ace che era comodo sul mio letto.

Ridacchiavo cime una cretina mentre lo baciavo e sfiorava i mie fianchi tenendoli.
"Ti diverti a provocarmi?"
Chiede con uno sguarda beffardo.
"Un po!"
Lo bacio poi mi siedo al suo fianco ma mi tira giù ridacchiando mettendosi sopra di me.
" ti dispiace se faccio il pirata per un po?"
"Capitano pugno di fuoco!"
Ora era meno dolce, non avevo mai visto questo suo lato e un po mi piaceva.
"Oltre il cuore vuoi rubare qualcos'altro?! Ace...te lo già detto..."
Cercai di allontanarlo mettendomi seduta.
"Dai ace..."
"Scusami.
Io... perdonami"

Ora si era spostato ma era demoralizzato e per farlo sorridere gli misi le mani intorno alla vita da dietro appoggiandomi alla sua schiena.
"Non sentirti in colpa, sono ancora giovane ed è troppo presto capiscimi... ho 16 anni e tu 20"
" l'età non conta...
Non e che lo fai per i tuoi?
Ti hanno detto di non..."
Lesse nei miei pensieri.
"Devi smetterla di leggere nei miei pensieri...
E non e solo per quello.
Ma hanno ragione e presto per la mia età.
Ace non è che non ti voglio..."
"Capito..."
Faceva l'offeso e non mi guardava.

"Non fare così, ti prego...
Ace..."
Dopo lui scomparì nel nulla.
"Scusa voglio stare da solo"
Disse prima di scomparire.

"So che sei qui, scusami se ti ho ferito sai che non è mia intensione.
Ti prometto che quando sarà ora non ti fermerò...
E una promessa"
Una lacrima scese poi mi nascosi sul cuscino.

Sentirlo distante in quel momento mi feriva.
Le lacrime bagnavano il cus ino anche se le nascondevo, sapevo che mi guardava anche se non lo vedevo ma era come se non ci fosse in quel momento come se fossi rimasta sola veramente.

"Sei arrabbiato con me...
Scusami..."
"Non piangere...so che non volevi ferirmi.
Ti aspetterò, sono io che o torto. Non piangere..."

Mi giro e non cera sentivo la sua voce ma non lo vedevo.
"Ace...ti prego fatti vedere...ho bisogno di te"
Pensai.
Poi apparse, aveva la mia stessa espressione e mi abbraccio poi ci asciughiamo entrambi le lacrime.

Spero vi piaccia, e un po noioso ma non sapevo cosa scrivere.

 per me sei reale, Angelo MioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora