capitolo 3

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Ero sul pullman per andare a scuola e quando scesi mi trovai Fabio.
"Uffa..."
Pensai io ingnorandolo andando avanti ma mi fermo dal polso.
"Chi era quello..."
"Non ti interessa, se non ti dispiace vorrei andare a scuola, e comunque buon giorno."
"Chi è! Ti tratta bene?"

Dopo mi lasciai ma fa la.sua comparsa ace e io me ne vado con lui prendendolo per mano.
"Cosa vuole, ti vedo irritata.
E geloso di me?"
Disse leggendo nella mia mente.
"Grazie per ieri."
Continuammo a camminare e quando raggiunsimo la scuola io mi misi su una panchina abbracciata a lui ascoltando musica.
Avevo una canzone in ripetizione, una di lowlow, il sentiero dei nidi di ragno.
"Sai...in teoria io sono ancora il tuo Angelo perché quando non mi vedi sono comunque al tuo fianco."
"Non mi lasci mai...quindi no usi il teletrasporto..."
"Si quello si, solo se c'è ne bisogno. Ma dimmi...ti vedo sempre con un alone di tristezza..."
"Oltre a te non ce niente di felice nella mia vita, solo tu mi fai sorridere...detesto questo mondo"
Mi strinsi più a lui sospiramdo.
Mi mise una mano sulla fronte, avevo freddi e mi girava un po la testa.
"Non stai bene, vuoi tornare a casa?"
Scossi la testa
"Ce la faccio, tranquillo puoi scaldarmi un po, ho freddo"
In un attimo ci trovammo davanti a casa mia.
"Meglio che resti qui, resto con te tranquilla"
"Ma..."
Lui suonò alla porta e mia madre ci aprì.
"Voi che co fate qui. Non dovreste essere a scuola?"
"Non sta bene e meglio che resti a casa, posso restare con lei?"
Ci fece entrare e posai la cartella e la giacca e io e lui andammo di sopra.

Ero a letto con lui che mi abbracciava scaldandomi col suo potere.
"Sai che sei bellissima?
Per tutti quelli che ti dicono il contrario, non sanno che sei fantastica."
Mi esaminò con lo sguardo e mi sentii un po a disagio.
"Dai ace, per favore..."
"Che ce, ti ricordo che sono sempre stato al tuo fianco e quando dico che so tutto e perché ho visto e sentito tutto.
Non vergognarti"
Arrossii ancor di più poi sui sorrise per poi baciarmi.

"So che tuo fratello ha il compleanno il 4 maggio, quindi probabilmente come angelo avrà"
Lo interruppi"luffy?! Bello"

Bussò alla porta mia madre ed ace si spostò e quando aprì io feci finta di dormire.
"Digli che dormo"
Pensai e sentii la sua mano stringere la mia poi la voce di mama.
"So che fingi di dormire, non hai la febbre"
"La lasci riposare..."
Sospirò poi sentii che se ne stava andando.
"Vuoi qualcosa ace?
Chiedi pure"
"No non si disturbi, sono a posto io."

Il giorno seguente era sabato, stavo bene ma ace non si fece vivo, io sapevo che quando non lo vedevo era al mio fianco, poteva sentire i miei pensieri e io ero preoccupata, volevo vederlo.

"Ti prego, ho bisogno di vederti ace...anche per un minuto ..."
Pensai mentre ero su una poltrona nella mia camera ad ascoltare musica.
Dopo un po lui comparve , era vicino a me e mi stava abbracciando, non sembrava essere tanto in forma.
"Scusami piccola, non sto tanto bene...anche io ho bisogno di te..."
"Ma ace...dai vieni."
Sorrisi debolmente e gli feci spazio sulla poltrona lo feci appoggiare a me e accarezzai la sua testa.
"Com'è meglio?"
Chiesi dopo un po lui annuì e fece un leggero sospiro.
"Grazie glo..."
Fummo interrotti da mio fratello che bussò alla mia porta.
"Glo?!apri!"

"No aspetta resta, torno subito"
Mi alzai e andai ad aprire tenendo la porta chiusa ma quel che bastava per vederlo.
"Che ce?"
"Tu mi devi spiegare perché cazzo e aparso vicino a me quel tizio di gomma di one piece!
Come si chiama...come cavolo e possibile?"
Chiese indicando il ragazzo.
Io guardai un secondo ace. Pensando.
"Em... problemino...
Come si fa?"
Lui si alzò debolmente.
"Ecco be non e strano, be se non te fossi accorto il mio fidanzato e il fratellone di cappello di pagnia."
Aprì la porta ed ace si appoggiò alle mie spalle con la testa sulla mia.

"Ace...Non ti vedo in forma."
"Non hai niente si meglio da dirmi?
Piuttosto, se sei qui vuol dire che sei..."
"Colpa di hakainu, ma dettagli, be almeno posso vivere in questo mondo.
Dato che sarei il suo angelo"
"Angelo? Di che parlano glo"
Disse confuso mentre quei due parlavano.
"Si, ecco...be lui e il mio, dato che siamo nati lo stesso​ giorno in due mondo diversi, e conolicato.
Ma non lo devi dire a nessunaltro.
Lui ti dirà che fare, ora se non ti dispiace io vorrei riposare e penso anche ace, vero?"
"Fratello, parliamo dopo."
Lui annuì e noi ci chiudiamo in camera.

Tornò a sedersi al mio fianco e lo coccolai e ci addormentammo l'uno nelle braccia dell'altro.

 per me sei reale, Angelo MioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora