Il compenso

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La locanda sembrava ospitasse tutta Storybrooke ma la verità era che, quelle poche persone, valevano per cento. Emma, Killian, Mary Margaret, David e il piccolo arrivato erano tutti insieme seduti a un tavolo. Shar era distesa a terra e teneva gli occhi chiusi, ma riusciva a controllare la situazione dalla posizione in cui si trovava, infatti, non perdeva di vista il piccolo Neal. Shar aveva sviluppato un forte senso materno e di protezione per i bambini, questo soprattutto grazie a Sean, dopotutto era stata proprio lei ad accudirlo. Qualche tavolo vicino c'erano Regina e Robin che brindavano tranquilli mentre Sean e Henry stavano giocando a scacchi. Henry sorseggiava la cioccolata calda, invece il ragazzo beveva una birra. L'atmosfera era piena di amore e tranquillità, infatti, tutti cercavano di godersi quei rari momenti di pace. La partita di scacchi era appena iniziata e Sean osservava l'atteggiamento di tutti. Persino Henry era felice, sorrideva come non aveva mai fatto.

"Hai ragione, Sean." Disse il ragazzo improvvisamente rivolgendosi all'amico.

"Vedo che hai preso in considerazione il mio consiglio, ne sono felice." disse sorridendo dopo aver capito a cosa si stesse riferendo.

"Sono tutti felici. Forse, ero troppo preso dal preoccuparmi per non riuscire a vedere tutto questo." Commentò Henry muovendo i pedoni sulla scacchiera. Sean sorrise e guardò sul tavolo.

"Allora hai anche capito il senso della mia ricompensa."

"Credo di sì, vedere felice tutti coloro a cui vuoi bene, è una ricompensa che non ha limiti." Sean gli mise una mano sulla testa mettendo i capelli in disordine.

"Bravo ragazzo, impari in fretta." Sorrise.

Nel frattempo, dopo poche mosse, Sean gli fece scacco matto senza che se ne rendesse conto.

Ho perso! Non è possibile! Sono bravissimo con gli scacchi!" esclamò il ragazzo sconsolato.

"Dai, ti concedo la rivincita." Gli fece un occhiolino facendo un sorso dal boccale di birra. Vide che Emma si avvicinò ai due e non tardò un suo commento sarcastico:

"Vedo che il secchione è il tuo nuovo amico di giochi Henry." La donna sorrise. In quel momento si avvicinò anche Regina che guardava silenziosamente la partita.

"Lo scopo del gioco non è quello di proteggere la regina, ma il re." Commentò osservando la tattica utilizzata dal cacciatore.

"Grazie per la breve lezione sugli scacchi, ma conosco le regole. La regina è il pezzo più forte della scacchiera."

"Con questo? Non è lo scopo del gioco, il suo compito è di sacrificarsi per proteggere il re."

"Non esattamente. La regina deve essere protetta almeno quanto il re. I pedoni sono tristemente sacrificabili, non la regina."

"Tu che pezzo saresti?" chiese Henry interro pendoli mentre guardava il cacciatore.

"Non ho mai pensato a questo, credo di essere la torre."

"No, tu sei il cavallo." Disse Regina guardandolo.

"Perché proprio il cavallo?"

"Il cavallo è imprevedibile. Il suo movimento a "L" è completamente diverso dagli altri, infatti, è l'unico a muoversi così.."

"..Già, ma non è questo il motivo. Il cavallo, o in questo caso il cacciatore, è un pezzo che bisogna avere cervello per muoverlo e il nostro amico ne ha abbastanza. Sbaglio o è grazie alle sue deduzioni che si è arrivato alla mia liberazione." S'intromise una voce maschile:

"Signor Gold! Belle!" esclamò Emma.

"Buona sera a tutti." Disse la dolce fanciulla avvicinandosi.

Il Cacciatore Di Streghe - Prima ParteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora