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TaeTae andava ancora alle scuole elementari, era un bimbo dolce, solare con due guance enormi e le orecchie un po' a sventola.
Youn lo aspettava fuori dall'edificio scolastico. La ragazza non aveva avuto più molte occasioni di andare a prendere il fratellino a scuola, ma adesso che ne aveva la possibilità si sentiva felice. Ricordava di quanto contenta potesse essere quando, finita la scuola, scorgeva il viso della mamma in mezzo alla folla di genitori fuori dai cancelli.
Così sperava che anche il suo fratellino provasse la stessa gioia nel vederla.
Ma Tae, scendendo gli scalini dell'entrata principale, sembrava invece triste.
Camminava dietro gli altri in disparte con il bel visino corrucciato in un'espressione malinconica.
A Youn le si strinse il cuore.
Era quel tipo di sorella che amava il proprio fratello come un figlio e che sentiva il bisogno di proteggerlo da qualsiasi cosa.
Tae si avvicinò alla sorella senza dire nulla e le diede la mano.
-Tae? Che ti succede? Come mai quel broncio?-
Lui non rispose.
Continuarono a camminare per un po' mentre Youn rifletteva sul da farsi.
-Taehyung. Come è andata la scuola?-
'Pessima scelta di parole'.
Lui alzó appena le spalle.
La risposta era ovvia: era andata male.
-Cucciolo, sai anch'io a volte a scuola passavo delle brutte giornate, però poi il giorno dopo tutto si risolveva.- gli disse.
-Mhmh.- fu la risposta del bambino.
'Forse soffre di adolescenza precoce... ma che gli succede?'
Un compagno di scuola di Tae sfrecciò davanti a loro, si fermò un secondo a guardarlo poi se ne andò via come spaventato.
-Tae... che sta succedendo? Quello non era un tuo amico?-
Youn sentì che il fratello le strinse più forte la mano.
Lei capì che sarebbe stato meglio lasciare la zona della scuola il prima possibile.
Prima di tornare a casa lo portò a mangiare una ciambella calda in caffetteria.
-Allora, mi dici cosa è successo? A me puoi dirlo, non lo dico a nessuno.-
-Lo prometti?-
-Certo.-
Tae posò la ciambella morsa per metà e cominciò a parlare, con la sua vocina tenera.
-Oggi volevamo giocare ad un gioco, Kyungho voleva giocare ai 'rapimenti'. Così hanno fatto finta di rapirmi. Mi sono arrabbiato e ho spaventato tutti.-
Youn non poteva crederci. Per quale motivo a volte i bambini volessero fare questo tipo di giochi poteva capirlo vedendo il comportamento degli adulti.
'I bambini sono come delle spugne, assorbono tutta la cattiveria o la bontà che sta accanto a loro'.
-Tae, hai fatto bene ad arrabbiarti. Devi insegnare ai tuoi compagni ad essere rispettosi per le altre persone. Sono sicura che tra qualche giorno si saranno già dimenticati e tornerete amici. -
-Ma, la maestra ha detto che non dovevo arrabbiarmi, era solo un gioco.-
-La maestra ha detto così? Sul serio?-
Taeyoun non si era mai sentita così furibonda in vita sua.
Sapeva per certo che suo fratello era un bambino, educato e dolcissimo, non si sarebbe mai arrabbiato per nulla. E sapendo il trauma che aveva subito di recente, la maestra sarebbe dovuta essere la prima a difenderlo.
-Non esiste.- disse. Le prudeva già il naso, come ogni volta che doveva trattenersi dall' arrabbiarsi.
Aveva già deciso di andare a parlare con l'insegnante, Visto che ci mancava solo che suo fratello minore venisse anche escluso dai compagni dopo tutto quello che aveva dovuto passare.
Malediceva più di tutti Bongsoo, quell'inutile padre che si ritrovava suo fratello.
Inutile... come il suo.

-Ciao.- disse una voce.
Youn stava tornando a casa tenendo per mano il piccolo Tae.
Si girò. Una ragazza. Sembrava essere poco più grande di lei, aveva dei lunghi capelli ramati, ovviamente tinti, e gli occhi e la bocca truccati.
-Ci conosciamo?- disse Youn, che come al solito faceva la diffidente con gli sconosciuti.
-Ah ecco, mi sono appena trasferita nel palazzo.-
Indicò il palazzo poco più in lá, dove abitava anche Youn.
-Sei una nuova vicina. Quale piano? Non sapevo ci fosse un appartamento in vendita.-
-Sono parente della signora Woo. Mi sono trasferita da lei.-
-Sei la sorella di Jiho?-
Non sapeva nemmeno Jiho avesse una sorella.
-Non proprio.- affermò sorridendo.
-Questo è il tuo fratellino?-
-Sì.-
La ragazza sembrava molto interessata al bimbo, sembrava le piacessero molto i bambini o che avesse una specie di 'istinto materno' nascosto in lei, perché da quel momento non si interessò più a Youn. Nel frattempo erano arrivati al pianerottolo di casa.
-Spero che andremo d'accordo.- disse infine la ragazza.
-Si, ci vediamo.- rispose Youn.
Entrarono in casa.
-Youn, non mi sta simpatica quella ragazza.- disse Tae.
-Posso assicurarti che non sta simpatica nemmeno a me.-

Ogni mattina, la nuova arrivata nel palazzo usciva alla stessa ora di Youn, anche se non sembrava frequentare alcuna università. Youn la vedeva più spesso di quanto vedesse la propria ombra, e la cosa la irritava profondamente.
Lei si chiamava Chungsin.
D'altra parte la signora Woo sembrava essersi segregata in casa e non ne usciva più nemmeno per innaffiare le piante sul proprio balcone.
Se Youn chiedeva alla portinaia, questa non sapeva risponderle, e se suonava a casa Chungsin rispondeva che la donna non era in casa.
Anche la mamma cominciava a preoccuparsi per la buona vicina di casa.
Un pomeriggio Youn tornó a casa prima del solito, fortunatamente non incontrò la nuova inquilina per le scale o in ascensore, quindi entrò tranquillamente nel suo appartamento tirando un sospiro di sollievo.
Ma lei era lá, nella loro cucina ordinata, insieme alla mamma.
-Mamma?-
Stavano bevendo tranquillamente del tè sedute al tavolo e sembravano conversare amabilmente.
-Ah ciao Youn! È rimasta dell'acqua calda, Chungsin ha portato del tè dall'Inghilterra, ne vuoi?- disse la madre come se nulla fosse.
'Non mi piace questa ragazza, né lei né questo stupido tè inglese.' Pensò.
-Volevo presentarmi come si deve, così ho portato un pensiero.- disse quella in modo fastidiosamente educato.
Chingsin dovette aver notato come Youn la guardava con sospetto, quindi sostenne il suo sguardo.
Fu come averle dichiarato apertamente guerra, benché fosse estremamente sorridente e cordiale.
-No, grazie. Bevo del latte caldo.- rispose Youn alla madre.
In cucina giunse anche Tae, stava giocando con un nuovo giocattolo.
-Guarda Yu! È stata Chungsin a regalarmelo!- esclamava tutto felice.
Chungsin se ne andò solo quando si fece sera, finalmente.
Taeyoun l'accompagnò fino alla porta.
La ragazza stava per uscire quando Youn la fermò di colpo prendendola per il braccio.
-Che cosa stai facendo? Cos'hai preso?- disse con tono severo.
Chingsin la guardó con noncuranza.
-Niente! Mi stai dando della ladra?-
-La tasca! Ti ho visto.- disse Youn senza mollarle il braccio.
-Potresti lasciarmi il braccio?- protestò l'altra.
-Cos'hai nascosto in tasca?- insistette Youn.
-Sei scortese a darmi della ladra! Come ti permetti! -
Chungsin si liberò dalla presa agitando il braccio furibonda, e scappò nel proprio appartamento.
Ma Youn notò subito cosa mancava, tra le numerose foto della famiglia, sparse nel mobile dell'ingresso, ad una cornice, molto piccola, mancava una foto. Una soltanto, di Tae, che lo ritraeva il giorno in cui aveva perso il suo primo dentino.
Chi era quella ragazza in realtà e cosa voleva dalla sua famiglia?

Siccome ho notato di star commettendo parecchi errori di battitura o di distrazione, a causa della fretta di aggiornare, impiegherò del tempo per correggere i capitoli vecchi

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Siccome ho notato di star commettendo parecchi errori di battitura o di distrazione, a causa della fretta di aggiornare, impiegherò del tempo per correggere i capitoli vecchi... quindi non preoccupatevi se non pubblico due capitoli al giorno come cerco di fare di solito!
Grazie per aver letto questa storia fin qui :)

A causa di alcuni problemi tecnici abbiamo dovuto riprogettare il trailer pt2, quindi ne abbiamo uno nuovo:

MUL [Jackson Wang]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora