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Per la prima volta in diciannove anni, Taeyoun aveva espresso un parere contrario a quello di sua madre.
Le due si guardavano cercando di capirsi, ma un muro altissimo si contrappose tra di loro.
-Youn, non puoi dire sul serio.-
-Mamma sono seria. Non ci vengo ad Hong Kong. Ormai la mia vita è qui.-
-Dicevi così anche quando ci siamo trasferiti qui. Cambierai idea, se solo mi dai la possibilità...-
-No! Per tutta la vita io ho fatto ciò che mi dicevi di fare. Ho accettato ogni decisione che prendevi per noi. Ma adesso finalmente mi sento felice a Seoul. Io sono anche coreana e la mia vita ormai è in Corea. -
Youn era determinata come non mai. Non avrebbe lasciato Minjeen la sua migliore amica, nè il ragazzo che le piaceva così tanto e che si occupava tanto di lei.
-Youn. So che sei sconvolta, ma riflettici. È l'unico modo.-
Non  era l'unico modo, era solo l'unica soluzione che la mamma riusciva a vedere e che andava solo a suo favore.
-Dovrai chiudermi in un sacco per riuscire a portarmi in Cina.- affermò, detto questo uscì di casa.
Aveva bisogno di prendere un po' d'aria fresca. Ma aveva dimenticato che stava piovendo a dirotto.
L'ombrello era rimasto a casa e non aveva nessuna intenzione di tornare.
Cercó di camminare lungo i bordi dei palazzi dove la pioggia era meno intensa, ma sì inzuppò completamente lo stesso.

La casa discografica era abbastanza alta da perdersi verso l'alto tra la pioggia che cadeva fitta.
Il cielo era grigio scuro e l'acqua era fredda.
Youn rabbrividì.
Prese in mano il cellulare in mano e lo chiamò.
Mentre aspettava la sua risposta notò che alcune sasaeng avevano sfidato la pioggia per restare appostate sotto la casa discografica.
Poco prima Jackson l'aveva chiamata. Oltre ad assicurarsi che stesse bene le disse di non stare sotto la pioggia ma di raggiungerlo, così avrebbe ricambiato il favore del giorno prima.
Le bastava evitare le sasaeng e avrebbe raggiunto con facilità il retro dell'edificio.
Prima di inoltrarsi dietro l'angolo le parve di vedere un uomo accanto ad un palo della luce. Era sprovvisto di ombrello ma indossava un largo cappello nero.

Jb l'accolse per primo.
-Ecco Taeyoun-si la nostra mascotte.- scherzò sorridendole.
-Ciao Jb!- lo salutò lei. Anche gli altri si riunirono per salutarla.
Oramai si erano abituati alla presenza della ragazza. Quando ancora Bongsoo non era sparito, lei girava sempre per le sale prove a pulirle e loro l'avevano sempre accolta con entusiasmo. Infondo le ragazze carine non passavano molto spesso dalla casa discografica.
Jackson non era con loro in quel momento, vedendo lo sguardo di Youn, Jb le sussurrò che stava facendo un set fotografico e che sarebbe arrivato entro pochi minuti.
Nel frattempo Jb rimase a tenerle compagnia sul divanetto mentre gli altri ritornavano a fare ciò che stavano facendo.
-Come procede la situazione con il nostro Jackson?- chiese il ragazzo mettendosi comodo.
-Non molto bene direi.-
-Perché?-
Youn abbassò lo sguardo.
-Certe volte sembra che mi eviti o che si scordi di me, altre volte invece è stranamente premuroso. Mi manda in fumo il cervello.- sospirò.
-Posso dirti che Jackson non smetterà di esserti amico anche se tu gli dicessi cosa provi per lui.-
Lei alzó le spalle. Era troppo rischioso. E poi le serviva un coraggio che sapeva di non avere per dichiararsi a lui.
-Sono una ragazza troppo comune per azzardarmi a fare una cosa simile. Non ho niente in più di loro.- disse indicando le sasaeng postate sotto l'edificio.
Jb scoppió a ridere.
-Ma cosa dici, tu non sei una fanatica degli idol! Sei una ragazza normale per fortuna e anche Jackson lo è. Sei la figliastra del nostro ex insegnante di canto. Quindi sappiamo chi sei, non sei una ragazza venuta dal nulla per farci foto di nascosto.-
Jackson comparve da dietro l'angolo.
-Di che parlate voi due così a bassa voce.- disse e andó a sedersi in mezzo a Jb e Youn.
Lei si guardò intorno imbarazzata e questo fece insospettire il ragazzo ancora di più.
Jb capì di essere di troppo quindi fece per alzarsi ma venne fermato da Jackson.
-Se te ne vai adesso che sono arrivato io, sembra proprio che la tua unica intenzione fosse quella di stare solo con Youn.-
-E se fosse?- lo sfidò Jb senza dargli il tempo di rispondere.
Jackson rimase a lungo in silenzio. Anche Youn, seduta accanto a lui non si azzardò a parlare. Il ragazzo era seduto così vicino a lei che le loro gambe si toccavano.
-Vado a prenderti del latte e cioccolato in lattina.- decise il ragazzo.
Lei lo fermò. Se si fosse alzato, non si sarebbe più riseduto così vicina a lei, e senza che potesse controllarsi la sua mano l'aveva bloccato toccandogli la gamba. Non aveva mai pensato a quanto muscolosa potesse essere. Il muscolo si era contratto per alzarsi ma ora lo sentiva rilassarsi per stare seduto.
-Youn, perché ho sempre la sensazione come se tu voglia dirmi qualcosa.- disse con un filo di voce.
-Perché ...- cominció lei. Ma non sapeva se era il caso di terminare la frase.
'Posso dirti che Jackson non smetterà di esserti amico anche se tu gli dicessi cosa provi per lui.' Ricordò le parole di Jb.
-Prima il latte al cioccolato.- rispose.
Forse questo le avrebbe fatto guadagnare un po' di tempo.
Jackson si allontanò verso il distributore automatico.
Youn si prese la testa fra le mani.
'Devo essere impazzita. Glielo dico? Non lo faccio? Lo faccio? No, non posso. Se non lo faccio mi merito di essere chiusa in un sacco da mia madre ed essere portata ad Hong Kong!'
-Va tutto bene?- chiese Jackson perplesso, reggendo due lattine calde tra le mani.
'Ma è già tornato? Che figura.'

La lattina si aprì e Youn prese un lungo sorso.
Jackson si era seduto vicino a lei come prima, anche se c'era tanto spazio sul divano.
-Allora dicevi?-
Lei si voltò. Lui la scrutava intensamente. I suoi capelli pallidi erano ben pettinati all'indietro quel giorno, la ragazza ebbe voglia di passargli una mano tra quelle ciocche bionde. Ma ovviamente rimase perfettamente immobile.
-Sei tra noi? -
Youn lo fissava. Non sapeva nemmeno da dove cominciare.
'Jackson tu mi piaci' soltanto a pensarci le veniva mal di pancia.
Non poteva dirlo così, aveva bisogno di una premessa prima.
'Premetto che non mi strappo i capelli per te, ma mi piaci!' Nemmeno così andava bene.
Jackson si sporse in avanti verso di lei, Youn sentì la testa girarle e il cuore batterle al mille.
Lui le passò un dito sulle labbra.
-Avevi del latte.- disse. Ma rimase così parato di fronte a lei, non si mosse per allontanarsi.
-Jackson.- disse lei.
-Io...- balbettò.
Glielo stava per dire. Lo sentiva. Solo così avrebbe potuto cambiare le carte in tavolo.
-La persona che...- continuò.
Ebbe il desiderio di cambiare discorso. Poteva dirgli qualsiasi cosa a questo punto, così si mise a scegliere qualcosa per sviare il discorso dal suo repertorio.
-Youn,- l'anticipò il ragazzo,- Jb ha detto che io ti piaccio.-
Il latte e cioccolato di Youn cadde a terra sparpagliandosi sul pavimento.



Cari lettori e care lettrici! Trovo che a forza di scrivere questa Fan fiction, Jackson mi sembra sempre più bellino :3

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Cari lettori e care lettrici! Trovo che a forza di scrivere questa Fan fiction, Jackson mi sembra sempre più bellino :3

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