Bongsoo, anche quella notte, era salito in auto per dirigersi verso il locale notturno in cui giocava d'azzardo abitualmente. In realtà non lo faceva per dipendenza, non gli piaceva particolarmente giocare, ma partecipava alle partite per lo più per passare il tempo mentre aspettava di parlare con il Mae, il quale lo attendeva nel seminterrato dell'edificio, arredato come un salotto privato.
In quell'ambiente aleggiava sempre odore di fumo e di profumo da uomo, mentre alcuni rapaci sbattevano le loro ali nelle proprie gabbie.
Era lì che il Mae gestiva i suoi affari.
-Mi aspetto che quel Bongsoo si presenti sta sera. Non mi piace aspettare.- disse l'uomo posizionando una pietra nera sul goban.
-Zero è andato a controllare di sopra.- disse Hyunjae, grattandosi l'orecchio.
Nel gioco del baduk, meglio conosciuto come go, il ragazzo dalla pelle scura, non era molto bravo. Ma il Mae lo costringeva a giocare ancora e ancora per istruirlo sulla strategia.
Il Mae tirò un lungo sospiro gutturale scuotendo la testa.
-Figliolo, sei negato in questo gioco. Ho vinto di nuovo.-
-È lei troppo bravo, signore.-
Nella stanza irruppe Zero, seguito da un titubante Bongsoo.
Il Mae si raddrizzò sul divano facendo segno a Hyungjae di levarsi di turno.
-Ecco i soldi, ti darò una settimana per portarmi il mio premio, altrimenti ti faccio strappare le interiora e ti strozzo con quelle. Ci siamo capiti? Sono stato fin troppo buono l'altra volta e odio doverti dare i miei soldi.-
-La ringrazio infinitamente signore. La ripagherò, lo giuro sul mio onore. -
Il Mae sbatté il pugno violentemente sul tavolo davanti a sé.
Le pietre sul godan volarono giù dal tavolo e due bicchieri di vetro caddero a terra frantumandosi.
Bongsoo sussultò.
-Di quale onore parli? Tu non hai nessun onore! Sei uno scarto, una pustola, un cane.- sentenziò.
-Sparisci. Mi disgusti profondamente e ho appena mangiato.- aggiunse.
Zero prese per il colletto l'uomo e lo trascinò fuori dalla stanza. Mentre Hyungjae gli gettava addosso una valigia contenente i soldi.
Nel suo cuore Bongsoo sperava con tutto se stesso che quelle sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe dovuto vedere il Mae di persona.
Ma c'era qualcuno che lo spaventava ancora di più di lui. Qualcuno a cui doveva dei soldi.Bongsoo vagò nella notte finché non giunse in un parco giochi in disuso.
Le altalene erano immerse nel verde delle erbacce, mentre gli altri giochi erano stati distrutti dai vandali e dal tempo.
Bongsoo si sedette su una panchina scrostata.
In lontananza il suono delle sirene, il rumore del traffico, il frusciare dei pipistrelli, tenevano compagnia a Bongsoo, il quale stringeva la propria valigetta come se fosse l'unica speranza della sua vita.
Un uomo lo raggiunse.
Aveva un lungo cappotto nero e lucido, e portava un cappello largo che gli copriva il viso.
Si avvicinò quasi senza far rumore a Bongsoo sorprendendolo da dietro.
Bongsoo si girò lentamente. Non vedeva l'individuo in faccia benché sapesse di chi si trattava.
-Leon, mi stupisci.- disse.
L'uomo non rispose.
-Non pensavo avrebbe mandato te a prendere i soldi.- aggiunse.
-Ora dammi i soldi e smettila di blaterare.- finalmente l'uomo misterioso parlò. Aveva una voce bassa, rauca e a tratti debole. Come se non riuscisse a parlare bene.
Il suono della sua voce era agghiacciante. Bongsoo trattenne il respiro.
Se avesse dato i soldi a Leon, sarebbe stato come vendere definitivamente Taeyoun al Mae.
Non che gli importasse di qualcuno che non sarebbe mai stata la sua vera figlia, però quel poco di umanità che gli era rimasto lo faceva esitare.
Alla fine adagiò la valigia sulla panchina, incapace di consegnargliela con le sue stesse mani da vigliacco.
-Controlla pure, se sarai soddisfatto me ne andrò e non mi farò più vedere.- disse Bongsoo alzandosi in piedi.
-Non sei così sciocco da volerti prendere gioco di lui... non con la situazione di tua figlia di mezzo.- commentò Leon.
-Chungsin é l'unica cosa che ho. Mia figlia è tutto per me.-
-Ancora non capisco perché l'hai mandata a vivere vicino alla tua vecchia famiglia.-
-L'ho mandata da sua madre.- rispose Bongsoo.
-Parli della signora Woo?-
L'altro annuì.
-Ma non sono affari che vi riguardano. Questi sono i soldi che gli dovevo per il 'favore'. Non voglio avere più niente a che fare con voi.-
Leon non disse nulla, ma sembrava stesse ridendo di Bongsoo.
Prese la valigia e sparì, permettendo a Bongsoo di tirare un sospiro di sollievo.
Mancava un solo debito da saldare.

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MUL [Jackson Wang]
FanfictionIl destino trova sempre il modo di tornare da noi. Da bambina Taeyoun, una ragazza di padre coreano e madre cinese, viene salvata da un ragazzino e da quel momento continua a sperare di incontrarlo di nuovo prima o poi. Tutto cambia quando incontra...