Il destino trova sempre il modo di tornare da noi. Da bambina Taeyoun, una ragazza di padre coreano e madre cinese, viene salvata da un ragazzino e da quel momento continua a sperare di incontrarlo di nuovo prima o poi. Tutto cambia quando incontra...
-Abbiamo setacciato i piani dell'edificio da cima a fondo, non c'è traccia del signor Ji Bongsoo. -
Taeyoun deglutì. Posó lo sguardo su sua madre, seduta immobile su una sedia, il viso in lacrime. -Scusate.- intervenne la ragazza, -non può essersi dissolto nel nulla no? - -La polizia troverà suo padre signorina.- 'In realtà non è mio padre' ma tacque, non ritenne fosse il caso di specificarlo in quel momento. Che importanza aveva? Era il marito della mamma. 'Dove si è cacciato quello smidollato?' Vedere sua madre così triste e disperata rendeva Youn particolarmente nervosa. La notizia che i Got7 avevano rischiato la vita in un incendio si era espansa in tutta la Corea. Le fan erano sconvolte, i membri erano ancora più perseguitati dai giornalisti. Youn era sconvolta dalla scomparsa di Bongsoo e arrabbiata. Aveva abbandonato la mamma, di nuovo, come aveva fatto suo padre. Era da tanto tempo che non le capitava di pensare a suo padre. Egli era ciò che la rendeva per metà coreana. E lo odiava.
Taeyoun stava lavando i piatti dopo un pasto veloce, la mamma non aveva mangiato nulla, quando sentì suonare al citofono. -Chi è?- chiese. -Jackson.- Il citofono le cadde dalla mano sbattendo sul muro. -Ehi... tutto bene?- sentì dire dall'altra parte della cornetta 'Che cosa? Che diavolo ci fa qua?' Youn si affrettò a riprendere l'oggetto. Ricomponendosi dopo essere stata assalita dall'ansia. -Quinto piano.- disse con tutta la calma che riuscì a trovare. Uscì nel pianerottolo senza fare rumore e fece salire l'ascensore al suo piano, questo le avrebbe fatto guadagnare tempo. Schizzó in bagno come un proiettile afferrando la prima spazzola che le capitó e cominció a pettinarsi nervosamente. Prese la cipria e se la buttó in faccia. 'Oddio adesso sembro un fantasma' si disse vedendosi la faccia biancastra. Provó a sciacquarsi la faccia. Era nel panico più totale. Il campanello della porta suonó. Mentre si dirigeva alla porta correndo scalza si cambió la maglia bucherellata con le papere che teneva per stare in casa, e si mise una canottiera di sua madre. La maglia con le papere venne nascosta nello sgabuzzino. Jackson continuava a bussare. -Arrivo!Arrivo! - Quando arrivò all'entrata, Jackson era già stato accolto dal fratellino di Youn. -Stavi facendo qualcosa ?- chiese il ragazzo notando quanto Youn fosse affannata. -Stavo... facendo ginnastica.- rispose lei. -Non è vero sorellona tu non...- -Caspita che caldo! Entra ti preparo un' aranciata !- esclamò lei impedendo al fratello di parlare e riportandolo nella sua stanza. -Che carino tuo fratello.- -Sì ... è un bambino...- commentò lei con un tono di ovvietà. -Non ti somiglia.- Youn gli fece la linguaccia. -Ti va bene l'aranciata?- chiese lei facendosi seguire in cucina. Lui scosse la testa. -Mi hanno solo mandato a prendere delle cose. Dallo studio di Bongsoo.- -Shhhh! Non dire quel nome ad alta voce.- fece Youn apprestandosi a tappargli le labbra con una mano. Così facendo i due ragazzi erano molto vicini l'uno all'altro. Jackson aveva uno sguardo profondo e serio mentre la scrutava. Finalmente Youn lo lasció andare. -Ti accompagno allora. Con discrezione.- Il ragazzo annuì divertito. Mentre si avviavano nella stanza più remota dell'appartamento di Bongsoo, un rumore sorprese i due ragazzi. Un'ombra grigiastra attraversó il pavimento davanti a loro. Jackson caccio un urlo devastante. Sembrava il grido di una donna. -Sei pazzo? È solo Furin! La nostra gatta!- -Mi-mi-mi sono preso un colpo- balbettó lui. Si era aggrappato al braccio di Taeyoun. -Che cos'è questo baccano?- La mamma di Youn fece capolino dalla sua camera da letto. Era ancora in vestaglia da notte, i capelli spettinati, e l'aria affranta. Appena vide Jackson però, il suo viso si illuminò. -Ah! oh! Capisco! Scusate! Ehm... ci presenteremo più tardi...- -Mamma non è come pensi! Lui è solo...- Ma ormai la donna si era richiusa nella camera. -È molto bella tua madre.- Lei lo guardó di storto. -Stai cercando di infastidirmi o vuoi solo essere odiosamente educato?- -Perché cosa ho detto?-
L'ufficio di Bongsoo era l'ambiente più ordinato di tutta la casa. Era di una precisione e pulizia quasi snervante. Bongsoo prestava molta più attenzione all'ordine del suo studio piuttosto che all'ordine di se stesso. Lo si notava dalle sue camice stropicciate e i suoi capelli fuori posto. Era un controsenso vivente. Taeyoun non lo capiva, lei era precisa e sistematica nell'ordine così come per se stessa: ovvero non lo era per niente. -Cos'è che stai cercando esattamente?- -Bongsoo dovrebbe aver riscritto alcune parti dei testi per addattarli meglio. Ci toccherà provare senza di lui. Mm... comunque mi dispiace molto per ... beh.. ecco la scomparsa del tuo patrigno.- Lei gli disse di non preoccuparsi e si mise ad ispezionare la scrivania di vetro dell'uomo. -In realtà, credo di doverti ringraziare per avermi salvata...- mormorò lei. -Non aspetto altro.- disse lui e appoggiando le mani sulla scrivania si sporse verso la parte in cui stava Youn, avvicinandosi a lei pericolosamente. -Che cosa stai cercando di...- Jackson strinse gli occhi in due fessure. -Ho dimenticato di mettere le lenti a contatto.- dichiaró. Youn si allontanò un poco. E il suo cuore riprese a battere normalmente.
-Bene, credo siano queste. La data coincide.- dichiaró il ragazzo. Avevano cercato per tutto il pomeriggio, lo studio presentava fin troppi cassetti e scartoffie. La mamma di Youn bussó alla porta. -È già quasi ora di cena, perché non rimani con noi.- disse la signora. Era da quando Bongsoo era scomparso che non sorrideva così. Probabilmente pensava seriamente fosse il ragazzo della figlia. -Ah mamma! Ma no, Jackson se ne stava giusto andando, vero ?- si affrettò a dire Youn. -Ah, volentieri signora Ji.- rispose educatamente Jackson. La madre sembrava davvero felice di essere stata accontentata e si precipitò per preparare. Taeyoun era nell'imbarazzo totale. -Ovviamente se vuoi anche tu.- disse ad un certo punto Jackson notando la faccia sconvolta della ragazza. Non poteva dire no o sarebbe risultata scortese, ma nemmeno poteva dire sì o lui si sarebbe montato la testa, o peggio: lei si sarebbe resa conto che la verità era che voleva rimanesse. -Penso che farebbe felice mia madre.- Lui sorrise soddisfatto. -Ti invidio, sai, puoi stare con tua mamma tutto il tempo che vuoi.- disse lui con un sorriso sincero. Poi, inspiegabilmente, le scompiglió i capelli del capo con la mano. -Speriamo solo che il tuo gatto non mi attacchi di nuovo!- esclamò seriamente terrorizzato. Youn si mise a ridere accompagnando l'ospite fuori dalla stanza.
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