Furin dormiva sulle gambe di Youn facendo le fusa. Fuori minacciava di piovere. Ottobre era cominciato come un mese umido e piovoso. Ogni giorno il cielo era grigio e Youn, pensando al cielo sereno e terso, si accorse di quanto avesse preso sottogamba il fatto di poterlo vedere azzurro.
Quella cappa di nuvole scure la faceva sentire quasi in trappola, nonostante fosse il tempo migliore per studiare.
-Youn, tesoro, ti va di prepararmi un tè.- chiese la madre dal salotto.
La ragazza si piegó ad abbracciare la sua gatta grigia per poi spostarla delicatamente sul letto e andó in cucina. Alla mamma piaceva il tè al lampone. Lo preparò in una tazza di porcellana e glielo porse.
-Grazie.- la ringraziò la signora Ji con un debole sorriso.
-Mamma... pensi che Bongsoo sia davvero stato sequestrato?-
-Che altra spiegazione ci potrebbe essere?-
-Forse, potrebbe essersene andato di sua spontanea volontà.-
La madre sospirò.
-Bongsoo è un uomo d'oro. Non avrebbe mai potuto abbandonare di proposito la sua famiglia.-
-Ma se ad esempio, l'avesse fatto per una buona causa?-
-Allora sarei felice perché almeno so che sta bene.-
La mamma era una donna che non perdeva mia fiducia negli altri. Youn la ammirava e invidiava la sua incondizionata capacità di vedere il lato buono in ognuno. Si chiese se l'avesse visto anche in suo padre vent'anni prima quando lo aveva conosciuto.
-Mamma, mi parleresti di mio padre?-
La donna sgranó gli occhi. Era la prima volta che, dopo l'adolescenza, la ragazza le chiedeva del proprio padre.
Era capitato spesso da bambina, quando ancora erano ad Hong Kong. Taeyoun chiedeva alla madre che cibo piaceva al papà, quale animale e se era triste di non poter stare con lei.
Ma la mamma tutte queste cose non le sapeva.
'Il kimchi, come a tutti' diceva 'i cani, come alla maggior parte delle persone', 'ma certo amore'. Rispondeva vagamente perché non l'aveva conosciuto poi così bene. Però poteva dire fosse bello.
'Il tuo papà aveva gli zigomi alti, i capelli neri e folti, lucidi come la graffite. Aveva gli occhi grandi e luminosi. La bocca sottile e bella. Era un ragazzo bello'.
Nonostante fossero passati molti anni il viso del primo amore della madre era rimasto vivido in lei, così come nella figlia anche se non l'aveva mai visto. Da piccola di metteva davanti allo specchio e si chiedeva se ci fosse qualcosa in lei che aveva ereditato dal padre.
Forse la rigidità, e la compostezza. Forse gli zigomi.Nel pomeriggio un uomo sulla cinquantina fece visita alla famiglia Ji. Parló a lungo con la madre di Youn a proposito del lavoro di Bongsoo.
Le disse che la casa discografica aveva trovato un nuovo insegnante di canto e che quindi Bongsoo era stato sostituito definitivamente.
Youn si chiese come avrebbe fatto la famiglia ad andare avanti senza Bongsoo. Un suo possibile ritorno la inquietava, quindi stava cominciando a fantasticare sulla loro vita futura senza un capo famiglia. Però probabilmente sia lei che sua madre avrebbero dovuto cercare un nuovo lavoro.
Quando l'uomo se ne fu andato la madre parló con Taeyoun.
-Dobbiamo cominciare a pensare a come faremo senza Bongsoo.- incominciò lei.
-Mamma, posso trovare un lavoro anch'io. Ce la faremo.-
-Tesoro, devo anche darti un'altra notizia che spero ti renda felice anche se in questo modo sarà più difficile per noi.-
-Che cosa mamma? Mi devo preoccupare.-
La madre si alzó in piedi avvicinandosi alla figlia seduta dall'altra parte del tavolo. Le prese una mano e se la posó sulla pancia.
Il piccolo Taehyung si sporse per vedere meglio.
-Aspetto un fratellino o una sorellina, ormai da tre mesi.-
Youn sgranó gli occhi. Un misto di felicità e sorpresa la invase.
-Dobbiamo prepararci ad una nuova nascita, quindi penso che dovremmo trasferisci.- continuó la donna.
-Trasferisci...a Seoul vero?-
-No amore, torniamo dai miei parenti in Cina.-
Fu come morire.Doveva vedere Jackson. Doveva guardarlo per l'ultima volta e chiedersi se poteva farcela a vivere in una città così lontana da lui.
Un ragazzo che le aveva dimostrato tanta premura ingiustificata, quando l'aveva aiutata a cercare Bongsoo o a salvare il suo fratellino, era stato anche in grado di farle battere il cuore. Inoltre doveva scoprire se era davvero lui il ragazzo che la salvó da bambina.
-Jackson.- il ragazzo era affacciato sul terrazzo della casa discografica.
Youn agitó le braccia per farsi notare e finalmente il ragazzo la vide e le fece segno di andare sul retro dell'edificio per sfuggire alle sasaeng appostate davanti alla casa discografica.
-Che ci fai qui? -
Lei scosse la testa.
-No, io... devo dire una cosa a Jb.- disse in fretta e furia.
Chissà se ci avrebbe creduto.
-Ah... Jb. Te lo vado a chiamare. Aspettami qua.-
Youn si sedette su un divano posto accanto alla finestra. Era tutto molto luminoso in quell'ala dell'edificio. Collegava le sale prove con gli uffici.
Jb fece capolino da dietro l'angolo.
-Taeyoun-si! Come stai?-
Youn si alzó per salutarlo.
Fece un piccolo inchino e gli sorrise.
-Non sapevo proprio che fare... scusa Jb...- mormorò la ragazza a bassa voce.
-Per cosa? Che succede?-
-Sono... sono venuta qui... ma non ho nulla da dirti... sono pessima a mentire.-
-Aspetta. Fammi indovinare. Sei qui per un bel biondo che di cognome fa Wang.- indovinó il ragazzo.
-Shhhh! Sei impazzito! Ti sentirà.-
-Nah, quello è troppo tonto. Mi inventerò una scusa per farti parlare con lui. Ma tra poco avremo delle prove quindi... non posso prometterti troppo tempo.-
Jb era un vero tesoro. Youn era commossa. Lo ringraziò con discrezione e lo guardò sparire di nuovo dietro l'angolo.
Jackson la fece aspettare svariati e snervanti minuti.
Poi arrivò con uno sguardo interrogativo.
-Non sono stato io ad aver dimenticato la felpa con le ciambelle a casa tua.- disse.
'Felpa con le ciambelle?' Youn fece una faccia perplessa.
-Cosa?-
-La felpa... Jb ha detto...-
Taeyoun capì. Quindi era questo lo stratagemma di Jb... particolarmente originale.
-Jackson, tu... sei nato ad Hong Kong vero?-
Lui annuì.
-Penso che dovrò ritornarci.-
-Vai a fare visita ai tuoi parenti? O me lo dici perché vuoi portare i miei saluti ad Hong Kong?-
Jackson sorrise. Non capiva perché invece Youn lo scrutava in quel modo serio.
-Penso che mi ci dovrò trasferire. Per sempre.- disse lei.
Questo spiegava tutto.
-Sei... venuta a dirmi addio?-
-Ancora no. Non andrò via subito. Ma non so se ci rivedremo. Quindi volevo chiederti una cosa.-
Lui la guardò. Il modo in cui lo faceva la metteva sempre a disagio, ma la ragazza cercó di non farci caso, almeno per quella volta.
-Dimmi.-
-Jackson... è il tuo vero nome? Cioè è il nome che avevi anche da piccolo?-
-No, Youn.
Allora non era lui. Il ragazzo che da piccola l'aveva salvata si chiamava Jackson. Se quello non era il suo vero nome, ma il nome che gli era stato dato al momento di diventare un idol, allora non era la persona che lei aveva cercato.
Però lei voleva esserne ancora più sicura.
Abbassó lo sguardo, dietro di lei la finestra mostrava una Seoul d'autunno biancastra e pallida.
-Quand'ero piccola a Hong Kong. Un bambino mi salvó da un malintenzionato. Mi sono sempre chiesta chi fosse. Ma l'unica cosa che so di lui è che si chiamava... Jackson.-
Nemmeno dopo averlo finalmente detto la ragazza riuscì a sollevare lo sguardo.
Non voleva vedere che tipo di espressione il ragazzo aveva assunto. Forse gli era tutto indifferente.
Ci sperava con tutto il cuore che lui le dicesse che ricordava.
'Ti prego, fa che ricordi, ti prego!'. Le sue speranze erano riposte tutte in lui, in ciò che avrebbe detto. Se fosse stato davvero lui avrebbe fatto i salti di gioia. Giuró a se stessa che se lui era davvero il ragazzino che la salvó da piccola lei avrebbe fatto di tutto per restare a Seoul. Era il suo lancio della moneta.-Youn. Io... non ricordo di aver mai salvato una bambina da piccolo.
Non sono io.-Non sono io.
Fu come se una fiamma, che aveva guidato Taeyoun fino ad allora, si spense lasciandola al buio.
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MUL [Jackson Wang]
FanfictionIl destino trova sempre il modo di tornare da noi. Da bambina Taeyoun, una ragazza di padre coreano e madre cinese, viene salvata da un ragazzino e da quel momento continua a sperare di incontrarlo di nuovo prima o poi. Tutto cambia quando incontra...