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In poco meno di tre ore, Minjeen e famiglia avevano raggiungo Busan, grazie alla linea ferroviaria ad alta velocità, la KTX Gyeongbu.
Joonil stava aspettando la sua famiglia alla stazione. Aveva un sorriso radioso stampato sulle labbra e appena vide le sue sorelline venirgli incontro non poté fare altro che correre ad abbracciarle.
Stringendole provò un'immensa gioia e pensò a quanto gli erano mancate quelle due pesti.
Minsun si aggrappò al braccio del fratello stritolandolo,!mentre Minjeen reggeva la valigia anche della sorellina.
Joonil abitava in un distretto nella parte sud di Busan, la contea di Seo.
In un appartamento quasi affacciato sul mare. Esso infatti appariva come una linea bluastra in lontananza, che si confondeva col cielo al calar della sera.
Era proprio così che Minjeen ricordava Busan, immersa in colori come il blu, l'indaco e il viola, luci brillanti che si riflettevano nell'acqua del mare, la quale si increspava sulla costa e attorno ai moli del porto. I grandi grattacieli sembrano colonne di vetro leggero che reggevano il cielo. E in mezzo: lei, una piccola bambina sperduta con gli occhi colmi di quelle luci meravigliose.
Busan era una città così grande e affasciante, tanto da aver portato Joonil a trasferirvici.
La famiglia finalmente riunita, mangiò in abbondanza ciò che Joonil aveva cucinato. Era bravo a cucinare come sempre. Gli affari del suo ristorante andavano a gonfie vele e Joonil era felice nella città portuale di Busan.
I genitori e le sorelle non potevamo far altro che accettare che il giovane uomo abitasse distante da loro.
-Joonil, la tua casa è così bella.- si complimentava la madre.
Era una donna molto bella. Alta, con la pelle chiara e levigata, gli zigomi alti e pronunciati. Minjeen adorava quando da piccola la mamma le raccontava di come aveva scelto di sposare suo padre, un uomo invece basso, tarchiato e con un inizio di calvizie.
Nonostante avesse molti spasimanti, era sempre stata innamorata di lui, un uomo infinitamente buono e intelligente. Quella storia per Minjeen era come 'La Bella e la Bestia', e lei si sentiva quindi una principessa.
-Grazie mamma, è stata la mia fidanzata ad aiutarmi ad arredarla.- disse Joonil.
-Cosa?- per poco il padre non si strozzò con un boccone di carne.
-Tesoro non ci avevi detto nulla!- esclamò la madre stupita.
-Fratellone! Hai la ragazza! - esultò Minsun alzandosi in piedi gioiosa.
Minjeen invece rimase imbambolata a fissarlo con un pezzo di patata tra le bacchette.
Perché li non ne sapeva nulla ? Da quando Joonil non le raccontava più nulla?
-Si, volevo farvela conoscere domani, per farvi una sorpresa.- ammise lui arrossendo un poco.

Tsunemori era una ragazza giapponese di ventisette anni, due in meno di Joonil. Non era propriamente bella né attraente, lá si poteva considerare solamente 'graziosa'.
L'impressione che ebbe Minjeen fu che quella ragazza non era abbastanza per il fratello, da lei ritenuto bellissimo e fantastico. Si sentiva un po' tradita anche perché non sapeva l'esistenza della ragazza, così dopo averla conosciuta decise di chiudersi in sé stessa e di occuparsi della 'missione' segreta che doveva svolgere a Busan: trovare Jiho.
Non ricordava molto bene come arrivare nel distretto di Yeongdo, quindi si affidò ad un pullman e agli abitanti a cui chiedeva spesso indicazioni.
L'indirizzo la portò davanti ad un edificio molto alto che però non raggiungeva l'altezza vertiginosa dei grattacieli maggiori di Seoul.
In tasca teneva l'indirizzo, scritto su un post it e la foto di Jiho.
'La signora Woo ci ha dato questa foto per riconoscere il figlio, ma non credo proprio di averne bisogno per questo.
Ovviamente lo avrebbe riconosciuto subito.
'Bene, ora? Che faccio?'
Min cominció a mordicchiarsi le unghie e a fare due passi per il marciapiede. Talvolta si sedeva su una panchina, poi si alzava e riprendeva a camminare.
Ad un certo punto inciampò su una vecchietta, rimase impigliata con il giubbotto alla panchina, perse l'equilibrio stando ferma e venne fermata da più persone che chiedevano indicazioni, alle quali ovviamente non seppe rispondere.
-Mi hanno presa per un agente di pattuglia o una guida turistica.- disse fra sé.
Poi finalmente, il portone dell'edificio si aprì. Cigolava in modo fastidioso. Ne uscì Jiho.
Il ragazzo si guardò intorno, non accorgendosi di Minjeen nemmeno per sbaglio, si mise un lecca lecca in bocca, gettando la carta per terra, e se ne andò, con la sua camminata tipica.
Minjeen si precipitò a tenere il portone di vetro aperto, ma si rese conto di quanto fosse pesante, così si ritrovò a spingerlo con tutto il corpo spiaccicandovici contro.
Improvvisamente la porta le sembrò più leggera.
Qualcuno la stava aiutando.
Min alzò la testa, sopra di lei un viso familiare.
Jiho?
Sentiva il corpo del ragazzo contro la sua schiena mentre spingeva con lei la porta, ed era bloccata dal suo braccio che la sosteneva senza difficoltà .
I due riuscirono ad entrare.
-Grazie.- mormorò Min completamente rossa in faccia e agitata come non mai.
-Guarda che non l'ho aperta per te, sono io che devo entrare.- rispose lui. La prima frase che le aveva mai rivolto.
Detto questo si rimise il lecca lecca in bocca e si avviò verso l'ascensore.
Minjeen doveva scegliere tra: uscire discretamente dall'edificio oppure fiondarsi nell'ascensore con lui.
Scelse la seconda anche se le venne quasi un infarto quando quasi andó a sbattere contro Jiho.
Il ragazzo sembrava scocciato dal fatto di dover condividere l'ascensore.
'Almeno non si ricorda di me... ma che pensavo di fare?' Pensò la ragazza fissando il vuoto.
-Che piano?- chiese lui svogliato.
-Ah, ultimo.- fu la prima cosa che le venne in mente.
-Non ci abita nessuno all'ultimo piano.-
-Ah allora penultimo.-
-Lì ci abito io.-
-Terzultimo?-
Minjeen si stava agitando sul serio, temeva di essere scoperta. Se Jiho era coinvolto in affari loschi probabilmente avrebbe potuto farle qualsiasi cosa se avesse scoperto di essere seguito.
-Ma tu non sei l'amica di Taeyoun? Che ci fai qui?-
'Maledizione mi ha riconosciuta! La morte è vicina!'
-Ah, io... temo di non...-
Lui la guardava.
Oddio, era la prima volta che l'imperturbabile Jiho la stava guardando direttamente.
I suoi occhi, erano così... belli, fu tutto ciò che le venne in mente.
La ragazza sentiva il cuore che le batteva fortissimo, così forte che istintivamente si portò la mano al petto temendo che Jiho potesse scoprirlo.
-Ti senti bene?-
Lei continuava a fissarlo con gli occhi sgranati.
'Andiamo Min! Sei imbarazzante! Dì qualcosa! Salvati!'
-Non sto molto bene.-
Jiho schiacciò immediatamente il tasto per aprire le porte.
Spinse la ragazza fuori dall'ascensore tenendola per le spalle.
'Gli ascensori ce l'hanno con me ogni volta che incontro Jiho.'
-Perché ti ostini a prendere l'ascensore?- disse lui.
Allora ricordava anche di quel giorno.
-Mi dispiace... io...- rispose lei terrorizzata.
-Mi stavi seguendo?-
-No! Come ti è venuto in mente?-
-Dal fatto che ti sei fiondata nell' androne del palazzo in cui abito e in seguito nell'ascensore con me.- spiegò lui come se fosse ovvio.
-Non ti stavo seguendo per niente!- rispose sulla difensiva, mettendosi una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio  - non fare conclusioni affrettate.-
Lui non sembrava convinto.
-Tornatene a casa.- disse infine, anche se la ragazza non lo convinceva del tutto.
Minjeen non se lo fece ripetere due volte, corse fuori a tutta velocità e se ne tornò dritta a casa. Aveva la pelle d'oca.
Forse doveva tornare indietro e spiegarsi meglio, ma non riusciva a pensare a nessuna scusa plausibile. Le era già andata bene e se voleva startene al sicuro doveva stare più attenta la prossima volta.
Ma quando fece per mettersi una mano nella tasca non vi trovò più la sua preziosissima foto di Jiho.
Probabilmente l'aveva persa da qualche parte vicino casa di Jiho. Doveva trovarla prima che lui la vedesse.
La ragazza perlustrò il marciapiede, la panchina su cui si era seduta, il punto in cui era inciampata sulla vecchietta, ma niente. La foto era scomparsa.
-Cerchi questa?- era sempre Jiho che, dopo essere tornato a casa a prendere lo zaino che aveva dimenticato, era riuscito di casa.
In mano, un rettangolo di carta lucida. La foto di Jiho.

Se non l'avete ancora fatto guardate il trailer pt2 ( rifatto ) :

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MUL [Jackson Wang]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora