Io non amo cercare le persone, o meglio, preferisco di gran lunga essere cercata, un po' come tutti del resto.
Dopo quella chiacchierata anonima, difatti, passarono due settimane. Io l'avevo cercato per un consiglio, lo avevo ottenuto, perché mai dovevo parlarci ancora? Non mi era passato nemmeno per l'anticamera del cervello, non c'era un preciso motivo per farlo. Non nego che però, ogni tanto, ripensavo alla discussione intrattenuta per ore e ore quella notte, era normale, cioè, forse non lo era, ma mi aveva stupito così come io ero riuscita a stupire lui. A parole. Sapete in che senso? Vorrei farvi capire in maniera esatta cosa intendo.
Immaginate di essere fuori, in giro con amici e di incontrare improvvisamente un ragazzo che viene a chiedervi un accendino. Glielo date e lui, anziché andarsene dopo averlo ricevuto, rimane lì a parlare per tutta la durata della sigaretta. Quando della sigaretta resta solo un mozzicone, vi ringrazia e scappa via. Ci sarà qualcuno di voi che per i giorni a venire si ricorderà di quella persona e dei suoi discorsi. Ne sono certa. Ma a nessuno importerà più di tanto lì per lì.
Continuai la mia vita normalmente. La mattina università, il pomeriggio studio, in mezzo a tutto questo pulizie domestiche e palestra. Solita routine di sempre. La sera, stanca dopo giornate così movimentate, ero solita rilassarmi a letto ascoltando un po' di musica e usando qualche social. Quello su cui avevo incontrato Chicco io non lo avevo. Accedevo da internet, giusto per vedere come andava la sua carriera da psicologo incompreso, perché vi giuro, era bravissimo nel capire le menti e i comportamenti umani, eccellente anche nel dare consigli.
"Musa, ma come fai ad usare un social che non hai? Svelaci il segreto" starete probabilmente pensando.
Anni addietro una mia ex compagna di scuola me lo aveva scaricato, ma come vi ho già detto prima, non ero molto fan di tutte queste applicazioni, usavo quelle indispensabili, giusto per dire a mamma: "sto bene, sono a scuola, torno alle due e mezza, fammi trovare della pasta per pranzo" o alle amiche "i compiti per domani sono questi: italiano da pag. X a X2, matematica equazioni di secondo grado, etc.." o al massimo per accordarci su qualche uscita, ma quest'ultima accadeva di rado. Avrete capito che sto parlando di tantissimi anni fa, quando ero ancora una bambina praticamente. In ogni caso, quel social non lo digerivo, dopo due giorni lo disinstallai immediatamente dal mio cellulare. Ma allora? Allora niente, ho utilizzato le credenziali di Facebook e in un batter d'occhio avevo effettuato l'accesso. Feci così quel 18 Ottobre. Ma mi disconnessi subito. Continuai a seguirlo da internet, non dal mio account, anche a rischio di prendere mille virus, sì. Non so perché la testolina di Musa rifiutava così tanto quell'app. Fatto sta che una sera lessi una piccola conversazione che abbracciava temi interessanti, non riuscì a restare nel mio, erano passate due settimane cavolo, perché non potevo riparlarci? Chi lo vietava? Chi me lo impediva? Sì, gli scrissi di nuovo. Lo sapete quando la mia "copertura" fallì? Quando dovevo postare delle foto di un mio vecchio post e non possedendo l'app non ne ero per niente capace. Lui, estremamente disponibile, mi invitò a mandargliele su qualsiasi altro social. Molto probabilmente mi prese per una cretina o pensò che fosse un pretesto per cercarlo. È un cinquanta e cinquanta vergognoso in entrambi i casi, ma mettiamoci una pietra sopra che è meglio.
La mia copertura era saltata definitivamente, non eravamo più anonimi. Dopo le foto del post mi fece i complimenti e iniziò a pormi le classiche domande, i classici convenevoli. Il nome lo vedeva già, ma io volli aggiungere qualcosa: "sono la stessa Musa di tempo fa, ricordi?"
Ricordava perfettamente.
***
Quel giorno sanciva l'inizio del nuovo mese, Novembre, ma al contempo l'inizio di un grande viaggio infinito. I giorni monotoni ed uguali erano finalmente terminati. Mi stava capitando qualcosa di inaspettato, qualcosa che di certo non avevo previsto né astrattamente immaginato.
Parlammo come se ci conoscessimo da una vita. Si fece subito tardi. Le sveglie suonavano presto per entrambi, così decidemmo di andare a letto.
Pensai sarebbe stata l'ultima volta, lui si sarebbe dimenticato di me, così come io mi sarei dimenticata di lui. Non eravamo più anonimi, ma temevo saremmo ricaduti nell'anonimato. Non andò così. Il giorno dopo mi cercò. Il giorno dopo ancora mi lasciò il suo numero. Ero incredula, non potevo credere ai miei occhi. Successe davvero. La storia stava realmente iniziando a prendere forma.
Siamo solo al 3 Novembre.
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Sconosciuti amanti come in tela di Magritte
ChickLitQuesta è la storia infinita di due ragazzi che da sconosciuti, in quanto inizialmente anonimi, a distanza e in poco, pochissimo tempo, si sono presi l'uno dell'altra. È una storia fuori dagli schemi, assurda e paradossale, bellissima e tristissima...