Era un continuo on ed off, accensione del cuore e spegnimento della mente e viceversa. Quando uno lavorava, l'altro stava a riposo. Quel 27 Novembre il turno toccava alla mente. Il cuore aveva già dato abbastanza la sera prima, si era affaticato troppo, quindi passò il testimone. Prima pensò bene di sdebitarsi con Chicco chiedendo un aiutino alla mente, di modo che esplicitasse più lucidamente le ragioni del no della sera prima. Sarebbe stato un gioco da ragazzi senza il cuore di mezzo. Lavorò senza sosta per qualche ora e ciò che gli disse non deluse nessuno dei due cuori, anzi, fece davvero un ottimo lavoro. Ascoltate e ditemi se non ho ragione.
"Uno dei pochi insegnamenti del mio professore di matematica che mi porto ancora dentro, nonostante l'odio profondo che nutro verso la matematica, è quello di non pensare mai al futuro, bisogna vivere il presente perché è lo stesso che un secondo dopo diventa futuro. Ce lo ripeteva ogni giorno ed è merito suo se adesso affronto la vita diversamente, gradino per gradino, abbattendo pian piano ogni mattone di quei muri che mi ritrovo davanti. Le illusioni sono la fonte primaria delle delusioni, ma la fonte madre per eccellenza da cui dipendono entrambe è la tendenza dell'uomo a fantasticare con la mente, in cerca di un'immagine che possa prefigurare ciò che verrà, non sapendo che tutto questo sarà frutto, prima, di una mera illusione, non essendoci dato sapere anticipatamente, a priori, ciò che appartiene alla sfera del futuro; e una grande delusione, dopo, quando il corso degli eventi non seguirà il percorso tracciato, prefissato e da noi immaginato. Ecco perché va vissuto il presente. Alle volte, però, il presente spaventa più del futuro, perché è decisivo, sancisce in maniera evidente un passaggio che può avvenire positivamente o negativamente. Dipende tutto da noi, dalle nostre azioni, dalle nostre scelte. Mi piace la parola "scelta", è breve ma profonda. In primis mostra come solo chi sa scegliere vive bene la vita e la gioca pienamente; in secondo luogo, come sostiene Kierkegaard, perché la scelta è dubbio verso il carattere paralizzante del possibile. Ci troviamo perennemente di fronte ad incroci, bivi, sta a noi saper decidere e scegliere che strada prendere, se svoltare a destra o a sinistra, o continuare ad andare dritto, lasciando ogni cosa immutata, improntando la nostra vita alla noia più totale e alla monotonia, dandole un'impostazione poco aperta al rischio, al cambiamento, all'anormalità di tutti i giorni. Sta a noi. Siamo noi i fautori del nostro destino e il nostro destino è frutto, esito, delle nostre scelte.
Susanna Casciani scrive così:
"Tra una cosa che ti aspettavi e una che desideravi, spesso, accade l'impensabile. Un giorno, per esempio, il meteo dava pioggia invece poi c'era un bel sole. E viceversa. Vorresti tenere tutto sotto controllo, poi ti scappa di regalare un bacio a qualcuno a cui pensavi non avresti nemmeno prestato una penna. È come quando non hai voglia di uscire, ma ormai hai dato la tua parola. Poi esci, ti diverti un sacco e ti maledici per avere anche solo pensato di non andare."
Adesso, probabilmente, arrivato a questo punto della lettura, ti starai chiedendo fra te e te: 'ma perché Musa mi sta facendo una premessa del genere? È pazza.' Bene, espliciterò da adesso la motivazione. L'avventura, il viaggio, l'esperienza, la conoscenza, il sogno permeati da un crescendo continuo, CON TE, è vivere alla giornata senza curarsi del futuro, è SCELTA allo stato puro. Io ho scelto di conoscerti, ho scelto di legarmi, ho scelto di non bagnarmi prima che piova. Sto vivendo il presente, consapevole del fatto che migliori, secondo dopo secondo, minuto dopo minuto, il mio futuro. Era veramente da moltissimo tempo che non mi batteva più il cuore, linfa vitale che non può mantenerci in vita se incapace di svolgere la sua funziona principale: amare. Tu sei capace di farmi venire delle fitte, anche con delle semplici frasi banali, ma ricche di significati nascosti. Non so se pensi davvero quello che dici, ma quando me lo dici io sono felice e fino a qui, comunque vada, sono felice. Questo è l'importante, perché io, io no, non mi curo del futuro, vivo il presente e il mio presente, attualmente, sei TU. Arrivato a questo punto della lettura starai continuando a chiederti fra te e te: "ma questa, ancora, cosa vuole da me, che trip mentali si sta facendo?" Ed ecco che continuerò con l'esposizione del mio pensiero, della mia paura. Ieri mi hai messo di fronte al fatto compiuto, all'emozione che si può provare anche solo immaginando di stare insieme, di incontrarci, di toccarci le mani anziché toccare con le mani la tastiera di un cellulare che usiamo per comunicare (e grazie al cielo, mi vien da dire, che esiste questo telefono, per quanto io alcune volte odi la tecnologia). Ho detto di no per vari motivi ieri: mia mamma, l'orario, il costo dell'aereo prenotato all'ultimo secondo, l'impossibilità di venirti a prendere a Palermo e così via dicendo. Senza una situazione problematica di questo tipo, però, non so cosa avrei detto. Ho una paura assurda di perderti, che tutto questo svanisca una volta visti, perché non credo possa scattare quel quid in più che dovrebbe esserci necessariamente. Questa paura potrebbe essere traslata in paura del futuro, quindi ciò che fin qui ho detto sarebbe una bella e buona contraddizione. Ma no, io non ho paura del nostro futuro perché, come dici tu, sono molto razionale e pertanto so perfettamente che tutto ciò che inizia ha anche una fine, non sempre, ma non è detto che non possa succedere. La mia è piuttosto una voglia a vivere il più possibile, ancora, in questa dimensione fantastica con accanto un ragazzo altrettanto fantastico. Se fra quattro giorni venissi qui e le cose andassero male, io e te torneremmo a disconoscere la felicità, o almeno, io tornerei a farlo. A Gennaio tutto questo potrebbe succedere, ma si concluderebbe diversamente sia perché sarebbero passati tre mesi, sia perché faremmo un viaggio insieme in Spagna che rimarrà, indipendentemente, come ricordo scolpito in noi.
Arrivato a questo punto, mi odierai e possibilmente sarai anche confuso, ma lasciando il tutto nel dubbio e nell'incertezza, senza spiegare o esplicitare altro, ti dico solo che se potessi berrei una pozione magica per diventare invisibile, verrei da te e proverei a capire cosa si può provare a stare accanto ad una persona meravigliosa come te. Mi manchi e diventi sempre più speciale, ricordalo!"
Confermate? Direi di sì.
<<Okey, mi hai lasciato senza parole. Non mi era mai successo. Sei incredibile davvero. Io ti posso dire una cosa: comunque vada dopo il viaggio, anche se non scattasse la tua fantomatica scintilla, non cambierebbe nulla. Se non potrò averti come ragazza, di certo non ti perderò come amica. Sei davvero fantastica, non so come fai. Non so neanche cosa dire. Non lo so giuro, mi hai stupito. Beh, non avevo dubbi sulle tue capacità comunicative, ma con questo messaggio sei riuscita a farmi sorridere. Una cavolata penserai tra te e te. In realtà no. Non sorrido da una vita, non incontro una persona così da una vita, e non ho mai desiderato espormi così tanto per una persona, da una vita. >>
STAI LEGGENDO
Sconosciuti amanti come in tela di Magritte
Literatura FemininaQuesta è la storia infinita di due ragazzi che da sconosciuti, in quanto inizialmente anonimi, a distanza e in poco, pochissimo tempo, si sono presi l'uno dell'altra. È una storia fuori dagli schemi, assurda e paradossale, bellissima e tristissima...